ciao giliberti, no, le muffe sono altra cosa. è tutto come dice Gabrile: nel barattolo, insieme alla materia prima ci va a finire una spora del batterio che, nelle condizioni di sviluppo idoneo e in anaerobiosi, germina e dà origine alla forma vegetativa del batterio, quella che moltiplica e produce tossine ciao
miche75 ha scritto:ciao giliberti, no, le muffe sono altra cosa. è tutto come dice Gabrile: nel barattolo, insieme alla materia prima ci va a finire una spora del batterio che, nelle condizioni di sviluppo idoneo e in anaerobiosi, germina e dà origine alla forma vegetativa del batterio, quella che moltiplica e produce tossine ciao
Grazie per i vostri interventi. Quindi questo batterio, può essere presente nel peperoncino, nell'olio che utilizziamo, nel barattolo stesso magari non lavato e sterilizzato bene,o anche per esempio nell'aria, nelle forbici/coltello che utilizziamo per tagliare i peperoncini?????? Questo passaggio non mi è chiaro.......... Alla luce di ciò e delle vostre risposte, quali sono gli accorgimenti per ridurre al massimo che la spora del batterio ci finisca dentro????? Grazie di cuore.
Scusate ma sono un po' duro di comprensorio . Se è anerobico, come ci finisce nel barattolo?? Dove si annida ??? Qual'e' il mezzo veicolante?? Ci sono accortezze sicure per poter ridurre al massimo il suo sviluppo??? Grazie.
Il botulino è un btterio anaerobico, significa che si sviluppa in assenza di aria, lo troviamo un po ovunque, nel terreno, nella polvere, sotto forma di spora. Quindi molto facilmente puo insediarsi nelle nostre conserve, dove chiuse ermeticamente non avendo piu ossigeno e a contato con l'umido,tornano alla fase vegetativa (si riattivano). come noi respirando produciamo anidride carbonica, questo microorganismo produce una tossina che a noi fa molto male. Il suo terreno fertile son tutte le conserve neutre o quasi basiche, ricche di zucchero o le conserve in salamoia tipo (alici sotto sale o salate e sottolio eccc) Mentre siamo un po piu tranquilli con quelle un po piu acide, sottaceti e salse.
nelle conserve industriali è difficilissimo che possa svilupparsi questo batterio, per via dei vari trattamenti di sterilizzazione dei prodotto e dei materiali a cui vegono sottoposto il prodotto trasformato.
oltre alla sterilizzazione che in casa è quasi impossibile raggiungere il livello di sicurezza delle catene di produzione industriale,oggi come oggi le catene di produzione sono quasi tutte a circuito chiuso, "buttano" il prodotto fresco nel macchinario e alla fine della catena di produzione esce gia invasettato ed ettichettato senza aver avuto contatto con aria.
xò fateci caso leggendo le ettichette dei prodotti che acquistiamo, in tutti proprio tutti, che siano essi prodotti trasformati, siano essi dolci, sottosale, sott'olio o sott'aceti vi immettono oltre ai conservanti maledetti (che come sempre essi oggi non fanno male, ma tra vent'anni si scopre che fanno venire tumori e altre cose), tornando al discorso se leggete le ettichette vi è sempre scritta una sostanza acidificante, questo lo fanno a mio avviso per scongiurare la proliferazione e riattivazione del batterio.
NON sono un tecnologo alimentare, a scuola ero bravo nelle materie tecniche e in chimica e sono arrivato a questa conclusione osservando la catene di produzioni del mio paese (caseifici),leggendo le ettichette di cio che mangio e con un po di logica.
Se vi è qualche esperto nel Ns forum , mi correga grazie e Buon Vento
Io procedo nello sesso modo di gastonus per quanto riguarda quelli secchi, per quelli freschi invece non faccio altro che tagliarli a pezzetti infilarli in barattolini e versare olio, gli faccio fare un giro di fuoco tanto per il vuoto e nient'altro, trattandosi di peperoncini che già di per sé sono autoimmuni non vedo perché farsi tanti complessi. la differenza tra quelli secchi e quelli freschi stà poi nel fatto che quelli secchi una volta aperti possono stare molto tempo purchè sempre coperti da olio (magari aggiungendone all'occorrenza) mentre quelli freschi vanno tenuti in frigo e consumati prima possibile.
Il Clostridiium botulinum non viene formato da condizioni presenti nelle conserve ma puo' essere (come puo' non esssere) presente nei materiali da conservare. Nel caso sia presente, le condizioni ambientali della conserva ne permettono (o non ne permettono) la crescita. I sott' olio creano le condizioni di mancanza di aria/ossigeno che sono essenziali per la crescita del C. botulinum. I sott' aceto non hanno le condizioni di mancanza di aria/ossigeno che permettono la crescita. I sott' olio hanno sempre un inerente pericolo di botulismo. Infatti per esempio il tonno sott' olio viene per legge autoclavato perche' la bollitura da sola, come detto da GC, pur inattivando la tossina, non uccide le spore che possono germinare e crescere. L' unica chiosa al post di GC e' che la tossina botulinica, insieme alla ricina, e' LA sostanza piu' tossica che si conosca. 1 grammo potrebbe teoricamente uccidere 1 milione di persone. I peperoncini autoimmuni sono un' altra delle scemenze di Resuscitatradizioni. Io conservo i miei peperoncini (contrabbandati dalla Calabria) congelati sotto vuoto in porzioni che mi durano 2-3 mesi. E passa la paura. Maddmax Professore associato di immunologia delle mucose Maddaloni M, Staats HF, Mierzejewska D, Hoyt T, Robinson A, Callis G, Kozaki S, Kiyono H, McGhee JR, Fujihashi K, Pascual DW. Mucosal vaccine targeting improves onset of mucosal and systemic immunity to botulinum neurotoxin A. J Immunol. 2006 Oct 15;177(8):5524-32.