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L'orto è il miglior rimedio allo stress 
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Iscritto il: 11/03/2011, 15:58
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Ho letto che per più di qualcuno l'orticultura è uno sfogo allo stress di tutti i giorni. Confermo pienamente questa cosa e aggiungo che oltre alla funzione di rimedio ha anche quella di fonte di soddisfazione.
Io appena stacco dal lavoro corro in campagna e dedico un'oretta alle mie coltivazioni; quando vado a casa mi sento un altro. Quei giorni che non ci posso andare mi sembra di aver lavorato 16 ore!

I giorni di raccolta poi sono proprio miracolosi! Ti passano le incazzature e capisci che sai fare qualcosa di buono.

L'altro giorno ho raccolto le prime zucchine completamente biologiche per mio figlio. Erano solo tre e in non l'ho nemmeno assaggiate eppure mi sentivo sazio, come con la panza piena!

Ho raccolto l'insalata e l'ho regalata e chi l'ha ricevuta ha dimostrato di apprezzare un regalo così semplice: che soddisfazione.


Che bello.


Lorenzo


04/05/2011, 10:59
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Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
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Bellissima idea! Coltivare un orto come terapia contro lo stress... ci sarebbe da fare una tesi ;)

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Saluti,
Flavio.


04/05/2011, 11:05
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Hai proprio ragione Lurenzio! Anch'io nella mia piccola esperienza ho avuto tante soddisfazioni regalando qualche cesto di insalata agli amici, che, con il loro apprezzamento, mi hanno riempito la giornata di gioia!
Infatti la bellezza delle cose è condividerla, e se sono semplici come queste, è ancora più bello! :D

Chissà se ce qualcun'altro che ha da raccontarci la propria esperienza...

ciao,
Luke

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04/05/2011, 11:09
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Iscritto il: 29/03/2011, 12:27
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sono d'accordo al 100% col titolo di questo post.

Trovo oltremodo ricreativo fisicamente e psicologicamente lavorare nell'orto, a volte per mancanza di tempo, mi basta solo un rapido passaggio tra le piante, uno sguardo, un confronto col giorno prima magari, e la mente già comincia a scaricarsi dalla tensione accumulata nella giornata.

Anche a me capita spesso di regalare qualche prodotto, ed è un orgoglio vedere come venga apprezzato.



moreno


04/05/2011, 11:12
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Faccio mio tutto quanto ho letto sopra e per quanto mi riguarda aggiungo che soffro di "nostalgia agricola" acuta. Il nostro campo non è vicino al posto in cui abitiamo e durante la settimana non posso fare a meno di pensarci spesso e sento proprio il desiderio di andarci.
Il lavoro dei campi insegna tante cose: l'umiltà (quando scopri che nonostatne tutti i tuoi sforzi le piante sono state annientate da qualcosa più potente di te..; quando affondi le mani nella terra, quando devi piegarti per scerbare.... ), la grandezza della natura (i colori, l'odore dell'erba e della terra bagnata, l'improvviso saltellare di una rana di cui non sospettavi la presenza, un fiore arrivato da chissà dove), il respiro nel silenzio... i frutti del tuo lavoro che ritrovi sotto forma di conserva a distanza di mesi...
In Sicilia dicono (così mi è stato riferito) che la campagna "ti rricrea".
Non trovo espressione più azzeccata.
Buona campagna a tutti!!!

Marinella

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"Chi pianta un giardino semina felicità" (proverbio cinese)


04/05/2011, 11:21
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Iscritto il: 28/04/2009, 19:58
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Concondo in pieno. Quest'inverno quando con mio padre potavo la vigna arrivavo a sera stanca e indolenzita ma felice, veramente felice. Forse il fatto di respirare l'aria fresca, stare a contatto diretto con la terra e la natura, i pensieri liberi di viaggiare, nessuno che ti rompeva le scatole, il solo rumore della forbice, dei corvi che sorvolavano per tornare a casa....
beh io stavo da dio!
E ho capito il perchè soffrivo da morire quando passavo le giornate chiusa in ufficio davanti a pc e calcolatrice!!!


04/05/2011, 11:37
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35 anni ho abitato nella cita ed ho sempre sognato il giardino e l’orto dei miei nonni. Adesso tutto ciò si trova ad 1 km da casa, e ci vado anche 2 volte al giorni. Non è grande, ma x me non c’è niente di più bello.

I visciolo fioriti come se fossero coperti di neve, l’odore del sambuco, l’odore dell’erba alta dopo la pioggia, e quando colgo un frutto di kaki lo guardo come un gioiello …

Il mio più grande pensiero e che se succedesse qualcosa e non potrò più fare tutto questo, credo che morirò


04/05/2011, 15:33
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Iscritto il: 15/03/2009, 21:31
Messaggi: 1427
Località: Lombardia
Formazione: laurea
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nolmar ha scritto:
sono d'accordo al 100% col titolo di questo post.

Trovo oltremodo ricreativo fisicamente e psicologicamente lavorare nell'orto, a volte per mancanza di tempo, mi basta solo un rapido passaggio tra le piante, uno sguardo, un confronto col giorno prima magari, e la mente già comincia a scaricarsi dalla tensione accumulata nella giornata.

marinella ha scritto:
Il lavoro dei campi insegna tante cose: l'umiltà (quando scopri che nonostatne tutti i tuoi sforzi le piante sono state annientate da qualcosa più potente di te..; quando affondi le mani nella terra, quando devi piegarti per scerbare.... ), la grandezza della natura (i colori, l'odore dell'erba e della terra bagnata, l'improvviso saltellare di una rana di cui non sospettavi la presenza, un fiore arrivato da chissà dove), il respiro nel silenzio... i frutti del tuo lavoro che ritrovi sotto forma di conserva a distanza di mesi...

carmen ha scritto:
I visciolo fioriti come se fossero coperti di neve, l’odore del sambuco, l’odore dell’erba alta dopo la pioggia, e quando colgo un frutto di kaki lo guardo come un gioiello …

Il mio più grande pensiero e che se succedesse qualcosa e non potrò più fare tutto questo, credo che morirò

come non quotarvi..... :P
aggiungo che l'orto (ma anche il frutteto e il giardino) permettono di esprimere anche la propria creatività: le proprie "opere" non sono solo poesie o bei quadri, ma anche la realizzazione di un'aiuola, la ricerca di una nuova pianta da frutto (magari di una varietà antica), la semina/il trapianto/l'irrigazione di un'orticola, insomma...curare le piante è un po'....curare se stessi. Non vorrei far della psicologia spicciola, ma vedere nascere una coltura esotica piuttosto che veder fruttificare un albero che l'anno prima non ci ha dato niente, non è un po' come rinascere? Secondo me in tutto questo si esprime anche la propria spiritualità: è la vita che si rinnova, è lo spirito che rinasce stagione dopo stagione, è anelare alla libertà respirando il respiro dell'eternità...

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mi chiedo se...


04/05/2011, 15:49
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Mi piace e mi piacciono le sensazioni che esprimete :)
Aggiungerei la soddisfazione di rinverdire un campo fino a poco tempo prima incolto e roccioso...
Bella l'osservazione di Ely sulla creatività.... ogni nostro metro quadrato sarà unico e inimitabile e cosi l'accostamento delle piante e dei fiori...
E condividerlo e offrire a qualcuno i nostri frutti... come gioielli, come dice carmen..

Altro che psicologia spicciola! questa è una filosofia di vita...

A presto

M.

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04/05/2011, 17:08
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Formazione: Laurea in economia
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Io invece voglio aggiungere qualcosa di meno spirituale e di più tangibile.

Ma volete mettere il gusto di una insalata che sa di insalata? Il profumo che si sente camminando tra i filari di pomodori e il gusto di mangiare un pomodoro giunto a maturazione sula pianta? E le zucchine? Ti rendi conto che quelle comprate sono al gusto di acqua mentre quelle coltivate sono diverse. Camminando ancora nell'orto il gusto di una cipolletta raccolta e mangiata? o dei ravanelli a merenda mentre dai una sistemata alla terra?
Queste esperienze fisiche provocano un godimento che allontana dalla mente malumori e incazzature!

Se poi queste cose si condividono con la famiglia e con gli amici tutto risulta migliore.
Lorenzo


04/05/2011, 17:25
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