Ciao little,anch'io dormo con il piumone ad agosto,segno che stiamo sullo stesso livello.
I consigli di coltivazione di cui si legge sulle riviste di settore o sui libri di orticoltura sono, in genere, relativi all'ambiente della Pianura Padana e del Centro Italia. Ma sull'arco alpino dai 600 m di quota in su, e sull'Appennino dagli 800 m nella parte settentrionale e dai 1.000 m nelle regioni del Sud, le condizioni climatiche variano sensibilmente rispetto alla pianura. Questo impone una serie di accorgimenti particolari per riuscire a ottenere un buon raccolto.
In particolare è la temperatura a costituire un fattore limitante: le piante da orto si sviluppano al meglio e producono in abbondanza solo quando la minima notturna non scende sotto i 12-15 °C.
A quote elevate il periodo che rispetta questa condizione va all'incirca da metà maggio a metà settembre, salvo singole notti più fredde. Quindi, non tutte le orticole sono in grado di svilupparsi a sufficienza: sono soprattutto quelle che richiedono temperature elevate e stabili a essere penalizzate, come peperone, melanzana, fìnocchio così come quelle a ciclo lungo, come la zucca commestibile, specialmente se di grandi dimensioni. Queste specie sono sconsigliate, perché non riescono a portare a maturazione i prodotti e il raccolto sarà nullo o irrisorio.
Naturalmente, è impossibile anche ottenere un qualche raccolto invernale: i tunnel o la serra fredda non sono in grado di assicurare una minima termica sufficiente allo sviluppo, nemmeno ai radicchi e alle insalate, in genere le orticole più resistenti al freddo. Solo allestendo una serra riscaldata si può pensare di avere successo, ma il costo del riscaldamento rende decisamente anti-economica la coltivazione in montagna, soprattutto se l'inverno è gelido.
L'orto sulle nostre montagne ha una lunga tradizione: le verdure fresche erano una delle poche fonti di vitamine presenti nell'alimentazione alpina, mentre alcuni ortaggi sostanziosi come le rape erano di fondamentale importanza per superare i lunghi inverni. La tradizione dell'orto-giardino, ancora viva in molti paesini delle nostre montagne, integra ortaggi e fiori in uno spazio che ha una valenza estetica oltre che pratica, bello a vedersi oltre che fonte di cibo, spesso racchiuso dalle tipiche recinzioni di legno artigianali. Agli ortaggi tradizionalmente coltivati negli orti di montagna, come cipolle, insalate, rapa, cavoli, porri, se ne sono progressivamente aggiunti altri, dai fagioli ai pomodori alle zucchine, coltivati con successo anche grazie all'aiuto di tunnel e protezioni, mentre altri, come le rape, sono meno coltivati avendo perso l'importanza alimentare che avevano in passato.
10 ortaggi facili per clima fresco:
Insalate: le cicorie e le indivie sono ortaggi rustici e robusti che si sviluppano bene in clima fresco, in tutti i terreni, purché non molto sassosi o argillosi. Proteggendo con campane in autunno si prolunga la stagione. Le lattughe da taglio sono precoci e rivegetano dopo essere state tagliate. Seminatele in primavera quando non c'è più pericolo di gelo, in terreno ricco di humus e ben drenato.
Sedano e sedano rapa: il sedano da costa ama il clima fresco (quello arido fa indurire le coste) e deve essere imbianchito per mantenere i fusti teneri e croccanti. Il sedano rapa è coltivato nel Nord Europa e nell'Italia settentrionale per la radice grossa e globosa, soda e saporita. Chiede terreni di medio impasto, abbastanza sabbiosi, ricchi di sostanza organica.
Carota: adattabile a qualsiasi clima in tutta Italia, ama terreni profondi, sciolti e ben drenati, con presenza di sostanza organica. Suoli troppo compatti o sassosi e lavorazioni grossolane possono provocare malformazioni o sviluppo stentato delle radici.
Patata: arrivata in Europa nel XVI secolo dal Perù, e una specie adatta al clima fresco: in Italia cresce bene sulle montagne alpine e appenniniche, con ciclo primaverile-estivo. Vuole terreni di medio impasto o tendenzialmente sabbiosi, ricchi di humus. Non ama i terreni alcalini e soffre i ritorni primaverili di freddo.
Cavolo cappuccio: pianta erbacea a ciclo biennale dalle foglie lisce che formano una testa compatta, è molto diffuso in Germania, dove è utilizzato per la produzione dei crauti. Questa brassicacea si adatta bene a tutti i terreni, purché profondi, ben aerati e freschi, e preferisce i climi freschi e umidi.
Cavolo verza: pianta erbacea a ciclo biennale, è una brassicacea dalle foglie bollose e gibbose, che formano un cappuccio serrato. Predilige clima umido e tollera bene il freddo, vuole terreni freschi e ben lavorati. .
Porro: molto adattabile, ama il clima temperato ma tollera bene il freddo. Predilige terreno piuttosto leggero, fresco e fertile, arricchito con sostanza organica. E' ottimo consociato con cavoli, lattughe, carote (mentre non deve seguire cavoli e patate). Le piante possono essere lasciate nel terreno fino al consumo; se però esiste il rischio di gelate, conviene estirparle e conservarle in una cassetta con torba umida.
Fagioli e fagiolini: sono fra gli ortaggi più semplici da coltivare (soprattutto i fagiolini nani) e danno un raccolto sempre abbondante. Preferendo il clima mite, dove l'inverno è freddo, vanno seminati nella tarda primavera, nei terreni di medio impasto, non calcarei né acidi, ben drenati. Come tutte le Leguminose, utilizzano l'azoto atmosferico e non hanno bisogno di un terreno ben concimato: basta un po' di letame maturo in autunno.
Pomodoro: facile e adattabile, si coltiva nel periodo primaverile-estivo solo in posizioni rivolte a Sud. Ama il terreno sciolto e fertile, concimato con sostanze minerali. Occorre predisporre i tutori a cui legare i tralci e il fusto.
Zucchina: pianta annuale semirustica della famiglia delle Cucurbitacee, richiede terreno soffice, fresco, ben concimato con composta o letame e leggermente acido e predilige posizioni soleggiate.
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