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Produzione, qualità e valorizzazione dei prodotti agroalimentari
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...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 17:27

Allegato "illuminante" e allucinante.
Cosa ne pensate?
Ritenete sostenibile questo modus vivendi?
Quali strategie suggerite per migliorare la situazione?
E ancora, abbiamo ancora tempo per poter cambiare rotta oppure siamo entrati in un circolo vizioso dal quale non riusciremo mai più ad uscire?
...e buona fortuna...
Jacopo
Allegati
CIA.pdf
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Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 17:59

è uno schifo! :evil: te pensa, l'altro giorno al consorzio agrario un signore anziano mi ha detto che una volta quando suo padre mieteva il grano ne vendeva un quintale e con i soldi ricavati ci comprava 7 paia di scarpe per tutti i fratelli, la carne da mangiare e il vino... oggi con 13 € cosa ci prendi?

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 18:21

sì certamente osceno e vergognoso, però esposto in questo modo è come se ci sedessimo davanti al televisore per vedere una gara di motociclismo e ci facessero vedere solo lo start e l'arrivo, senza poter renderci conto di quello che è successo tra la partenza e l'epilogo, mentre secondo me sarebbe la parte più importante della <<gara>> per vedere chi è il migliore nel portare i prezzi al traguardo finale, e non credo che se vi fosse la volontà per determinati sindacati sia impossibile seguire una partita di 1000 quintali di grano e seguirne il percorso e vedere di step in step cosa succede. ma così facendo <<forse>> schiacceremmo la coda a dei mastini che ci farebbero tremare.

un freddo saluto a tutti, (freddo perchè la cosa nel suo insieme è agghiacciante)

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 18:37

Jacopo ciao, il forum è un continuo lamentarsi su queste cose, avevo creato un topic che voleva proprio riunire un discorso del genere e tenere fuori altri topic dalle "lamentele", viste come pianto o come visione pessimistica....
Marco stanco a ragione aveva aperto un topic l'ottimismo ecc..

Commentare cose del genere non ha senso, quotando mantovano, mi spiego se vogliamo parlare bisogna snocciolare la cose, partendo dal lavoro che serve per produrre un litro di latte e quanti investimenti occorrono sempre per produrlo e venderlo....

Io mi limito ad implementare il mio autarchismo..... (mi alleno sempre + alla difesa personale, la mia compagna al tiro, quindi ci prepariamo a vendere cara la pelle :) :) ;) )

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 18:51

paolo ha scritto:il forum è un continuo lamentarsi su queste cose...Commentare cose del genere non ha senso...


Non sono d'accordo con te: commentare è sempre poritivo, soprattutto, come ho scritto, cercando di stimolare soluzioni e o strategie!
I coltadini si sono sempre lamentati, però in passato avevano la possibilità di investire e comprare nuova terra, ora no. La sopravvivenza è divenuta un traguardo.
Per questo bisogna reagire. E per reagire prima però bisogna capire. E cosa c'è meglio di un confronto per capire meglio?

L'autonomia da te suggerita può essere una via:
-non comprare sementi ENSE, ma vagliarle, fare in proprio test di germinabilità e scambiarsele fra confinanti,
-acquistare animali non da commercianti, ma girare e concludere affari direttamente tra aziende,
-cercare di destinare la produzione di granella all'alimentazione del bestiame, dato che i prezzi per la vendita sfusa sono ridicoli,
-incrementare la vendita diretta, soprattutto per la carne (vedi punto precedente),
-fare cultura alimentare,

e poi?
Ditemi anche voi...

Ciao,
Jacopo

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 19:53

Jacopo, non mi hai capito, ho quotato manto, cioè è importante discutere, ma bisogna parlare e spiegare tutto il ciclo produttivo e su quello poi dire bene DOPO TUTTO QUESTO si vende il latte a x euro....
perché forse ci sono persone che non sanno più chi fa le uova e come si producono ecc...., bisogna rieducare il consumatore alla consapevolezza del lavoro fatto da noi.

Condivido il fare domande e parlare è sinonimo d'intelligenza, chi non domanda non è curioso ecc ecc

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 20:19

esatto Paolo, manca una base di conoscenze agro-alimentari purtroppo

Re: ...SENZA PAROLE...

30/11/2009, 21:43

l'ho già detto, ma mi stupisco sempre di più
e mi domando come si fa a vivere cosi' (i contadini)
chi fa i prezzi a cui vendete i vostri prodotti ???
penso che l'unica soluzione sia la vendita diretta a cercare di costruire un circuito alternativo...
già con i gas si migliora, ma sono poca cosa..

certo che vedere soffrire e lentamente morire una agricoltura che una volta era fiorente solo per la cupidigia di poche persone potenti fa davvero rabbia..
ciao
Nino

Re: ...SENZA PAROLE...

01/12/2009, 0:43

mi chiedo visto che sul documento pubblicato da jacopo c'è il logo della CIA questi signori che fanno per i propri associati?
le manifestazioni a cosa e sopratutto a chi servono?
xchè in tempi nn sospetti tutte le associazioni nn si organizzavano per le filiere di produzione e commercializzazione?
ha ragione mantoivano quando dice che bisognerebbe rendere tracciabile la filiera e scovare l'inghippo.Sembra facile ma xchè nn lo si fà? a chi si calpesterebbero i calli?

Re: ...SENZA PAROLE...

01/12/2009, 11:11

Pioppino ciao, la vendita diretta non è una soluzione fattibile sempre, mi spiego, se in paese ci sono tre allevatori/produttori e tutti e 3 aprono un punto vendita si ha più offerta che domanda o al massimo si vive male in tre.
In altro topic ho detto quale a mio avviso può essere la soluzione, mi ricordo quando ero piccolo nel mio paese tutti avevano animali, per autoconsumo e vendita, funzionava cosi,
molti mariti lavoravano in settori diversi tipo edilizia, fabbriche, ecc e le moglie (DONNE con la D senza grilli de filippi in testa) accudivano la famiglia e animali, poi vi erano anche solo allevatori e produttori.
In sintesi, chi allevava vacche vendeva i vitelli ai paesani che li riformavano e vendevano ai macellai dei paesi limitrofi (città con meno allevatori), e si vendeva a prezzi di 8/9 mila lire kg il vitellone...... 5 vitelloni erano pari al lavoro di un anno del marito...
Chi alleva muli acquistava i puledri nei paesi limitrofi (tramite le famose fiere) e li vendeva ai boscaioli da adulti, ecc ecc, vi era un indotto altissimo, questo indotto e stato rotto dall'urbanizzazione con annessi grandi magazzini che hanno rotto questi equilibri.
Inoltre la vita era dura e tutti hanno cercato di mettere il figlio in condizioni di lavoro migliori (i ns genitori) che hanno preso per buono l'espansione commerciale, economica perdendo i riferimenti culturali da loro non vissuti......
Fatto questo lungo e contorto discorso dico: che la soluzione è nel ricreare aziende piccole a misura d'uomo, di natura e di animale, togliendo il monopolio della distribuzione e ricreare dei pizzicagnoli di quartiere come un tempo....
Ovvio bisogna rieducare anche i consumatori nel far capire che il vitello e fatto anche di spezzato, muscoli, pancetta ecc, tutte cose che devono essere cucinate.
Capisco anche una donna che deve lavorare con i ritmi attuali, porta il bambino a scuola, vai al lavoro, perché uno stipendio non basta, lo stress del lavoro, della città e del traffico, quando arriva a casa ha anche ragione di essere stanca.....soluzione: alzare lo stipendio creando un monoreddito alto da consentire che solo uno lavori in famiglia (uomo o donna)..... bisogna ricreare la massaia o il massaio, e non è tornare dietro, è andare avanti a testa alta ammettendo l'errore della società attuale/passata.
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