Il Cile è il secondo produttore al mondo di salmone dopo la Norvegia, e il mercato degli allevamenti va molto bene, visto che il consumo è in aumento ovunque. Tuttavia l’impiego estensivo delle acquacolture, anche a causa delle particolarità del ciclo vitale di questo pesce, stanno rischiando di compromettere seriamente l’ecosistema in diverse zone del paese. Lo denuncia, chiedendo l’imposizione di limiti molto più severi di quelli attuali, un articolo pubblicato su Scientific Reports, una rivista del gruppo di Nature, da un’équipe cileno-tedesca che ha effettuato molte rilevazioni sul campo e poi sottoposto i campioni ad analisi come la spettrometria di massa e la gascromatografia per capire che cosa c’è nelle acque di laghi, fiumi e zone costiere.
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