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Riflettiamo su consumi e sprechi di cibo legati al Natale 
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E' Natale e gli italiani non rinunciano alla tavola

Gli italiani spenderanno circa 3,2 miliardi. Niente impennate di spesa, grazie anche alla caduta dei prezzi sui campi. Si sceglierà la tradione mettendo al bando le spese folli

Niente crollo a Natale per i consumi alimentari. Nonostante la difficile crisi economica, il trend non dovrebbe discostarsi di molto da quello registrato nel 2008. Gli acquisti dovrebbero così rimanere stabili, con un lievissimo aumento, in quantità, 0,3 per cento rispetto allo scorso anno. Anche la spesa, in termini monetari, dovrebbe segnare, grazie anche alla caduta dei prezzi che si è avuta negli ultimi dodici mesi sui campi, un livello di stazionarietà per un importo complessivo vicino ai 3,2 miliardi di euro. La stima viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha compiuto un’indagine su un campione rappresentativo delle famiglie sul territorio nazionale e sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e ai dati relativi al commercio estero.

A tavola -afferma la Cia- sia per il cenone della vigilia che per il pranzo di Natale vincerà ancora una volta la tradizione e le preferenze andranno anche quest’anno per i prodotti “made in Italy”, ovviamente con grande oculatezza nella spesa. Non ci saranno, quindi, acquisti folli. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica ancora una volta con il contagocce.

Dalle prime stime si ricava, infatti, che -sottolinea la Cia- gli italiani, sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una precaria situazione economica, indirizzeranno i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più abbordabili sotto l’aspetto economico. Pochi, quindi, i cibi di “fascia alta”.

Una buona performance dovrebbe essere registrata dai vini, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, si dovrebbero stappare circa 80 milioni di bottiglie, il 94 per cento di produzione italiana, con una crescita del 1,5 per cento rispetto allo scorso anno. Bene anche gli spumanti che dovrebbero registrare un aumento negli acquisti del 2 per cento.

Bene -segnala l’indagine della Cia- anche gli acquisti di dolci (più 1,2 per cento), frutta, sia fresca che secca, e verdure (più 1,3 per cento). In risalita anche i consumi di pane e pasta (rispettivamente, 0,8 e 0,7 per cento). Ancora un trend al ribasso per carni e insaccati (meno 0,4 per cento) e per i formaggi (meno 0,5 per cento). Tuttavia, per questi comparti si stanno notando segni di risveglio dopo la caduta, soprattutto per le carni bovine, degli ultimi mesi.

La Cia sostiene che per gli acquisti dei prodotti agroalimentari da consumarsi durante le prossime feste natalizie, le oltre 23 milioni di famiglie italiane si rivolgeranno in prevalenza alla grande distribuzione commerciale (56 per cento), seguita dai negozi tradizionali (24 per cento), dai mercatini locali (18 per cento), e da internet (2 per cento).

di C. S.
28 Novembre 2009 Teatro Naturale n. 42 Anno 7

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


28/11/2009, 8:07
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Meno cibo e più camminate, meno carne e più verdura, meno Champagne e più Spumante !
Marco

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28/11/2009, 9:59
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Grande Marco!
Verità assoluta!
Intanto iniziamo noi e diamo il buon esempio...
Ciao a tutti,
Jacopo

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28/11/2009, 10:51
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marco cerdo che farai incazzare gli allevatori del forum :lol: :lol: :lol:

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I


30/11/2009, 0:51
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eugenio ha scritto:
marco cerdo che fari incazzare gli allevatori del forum :lol: :lol: :lol:


Non è detto: dato che abbiamo uno stipendio "fisso", se mangiamo troppa carne,la dobbiamo pagare meno. Quindi ci cibiamo di carni di scarsa qualità e dubbia origine. Non c'è scampo.
Se invece abbassiamo il consumo, possiamo andare su prodotti di maggior qualità, locali, diversificando i tagli e valorizzandoli con la giusta cultura culinare...
...io non mi incazzerei!
Ciao,
Jacopo

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Vandana Shiva


30/11/2009, 8:07
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