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Produzione, qualità e valorizzazione dei prodotti agroalimentari
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Recuperare i cibi in scadenza?Una soluzione dall'Inghilterra

20/11/2012, 15:56

Un supermercato londinese crea un progetto per recuperare i cibi prossimi alla scadenza: vengono cucinati e venduti già pronti da mangiare a pochissimo prezzo
Evitare gli sprechi cucinando e vendendo i prodotti prossimi alla scadenza. Succede a Londra, dove The People’s Supermarket, in una logica di riduzione dello spreco, ha voluto seguire la logica "meno rifiuti, più profitti".
Il supermercato, il cui motto è "dalla gente per la gente" è strutturato un po' come una cooperativa alimentare e si propone di fornire ai propri clienti cibo sano, a km zero ed a prezzi ragionevoli.
Quello che lo distingue dagli altri supermercati è l'idea che ha sviluppato per recuperare i cibi prossimi alla scadenza: invece di buttarli, vengono preparati nella cucina sul retro del negozio con l’obiettivo di creare pasti pronti per i clienti, da poter mangiare a casa.
Ed avere una cena già pronta, ad un prezzo molto ma molto più basso di quello di un self service o anche di una gastronomia è un bel vantaggio quando si torna a casa stanchi la sera, non vi pare?
Tutti gli ingredienti dei pasti pronti provengono ovviamente dalla gamma che normalmente si vende in negozio ma che sono prossimi alla scadenza e rischierebbero quindi di essere persi.
Insomma un vantaggio per tutti: secondo quanto riferisce il sito del supermercato infatti, il nuovo business ha generato più vendite e la domanda è talmente alta che The People’s Supermarket quasi non riesce a tener testa a tutte le richieste!
Ovviamente, lo ricordiamo, i benefici per l’ambiente sono evidenti: grazie alla preparazione di pasti pronti, vengono risparmiati – in media – 100 kg di rifiuti a settimana e quello che non viene cucinato, viene inviato al compost in un progetto di giardino locale.
Non sarebbe un buon esempio da seguire anche in Italia?

Re: Recuperare i cibi in scadenza?Una soluzione dall'Inghilterra

20/11/2012, 17:18

Ciao,
penso che sia una ottima idea, ma credo che anche qualche catena italiana faccia qualcosa del genere (onestamente non so come funziona, se vengono cotti o distribuiti a comunità o enti caritatevoli).
Sarà questa la strada del futuro visto la situazione economica e visto anche l'inevitabile risparmio energetico/ambientale che ne consegue.
Bisogna però tener conto dell'opposto interesse, quante volte abbiamo visto la distruzione delle arance per mantenere alto il prezzo?
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