04/06/2010, 8:12
Il noce (Juglans regia) ha sempre suscitato sul proprio conto numerose superstizioni: era convinzione comune che l’ombra di questa pianta potesse nuocere addirittura alla salute.
Le parti utilizzate sono: il frutto, il mallo e le foglie. Le foglie contengono tannini circa al 10%, flavonoidi, acido ascorbico e tracce di olio essenziale. I frutti sono ricchi di vitamina A, PP e soprattutto di quelle del gruppo B.
Dai frutti si ricava l’olio di noce che, al pari del mallo fresco, è particolarmente pregiato, ricco di acidi grassi polinsaturi con notevoli proprietà antiarteriosclerotiche e capacità purgativa. Le foglie hanno azione antimicotica (per la presenza di juglone), azione stomachica, ipoglicemizzante, astringente, depurativa, antilinfatica, vermifuga, antiemorroidaria, antiacneica.
La corteccia dei rami giovani è astringente e vermifuga. Il mallo, molto ricco di tannini e vitamina C è astringente e antilinfatico.
L’infuso di foglie essiccate sono utili per chi soffre di dispepsia (turbe digestive), iperglicemia-diabete (alto tasso di glucosio nel sangue), diarree, tendenze alle emorragie, colite ulcerosa, leucorree (perdite bianche vaginali), difficoltà a cicatrizzare piaghe e ferite, intossicazioni, magrezza, linfatismo (debolezza costituzionale e tendenza alle malattie infettive), eczemi, parassiti intestinali, emorroidi; usato per fare dei gargarismi allevia le infiammazioni dell’apparato orale. Il cataplasma di foglie applicato sulla parte malata si dimostra efficace nelle ulcere.
In cosmetica, la soluzione di mallo fresco fatto bollire in acqua dopo aggiunta di circa 3% di alcol viene utilizzata per scurire e rinforzare i capelli.
In cucina, invece, la noce è un frutto molto apprezzato che viene utilizzato in svariate ricette. E’ molto energetica, tant’è che 1 kg di noci rende circa 6000 calorie e la giusta quantità può integrare anche il pasto principale. Il frutto fresco viene utilizzato per la preparazione di un noto liquore: il nocino.
Il noce è utile anche in veterinaria: le foglie applicate sulle mammelle degli animali ne riducono ed arrestano la produzione di latte, mentre l’aggiunta di noci al mangime degli animali ne aumenta la fertilità.
04/06/2010, 9:46
...e come non menzionare il NOCINO?
Tale liquore sembra avere origini antichissime: Wikipedia scrive che documenti romani antichi riportano che i Picti, cioè i Britanni, si radunassero nella notte di mezza estate e bevessero da uno stesso calice uno scuro liquore di noce. Successive fonti riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix o ratafià di mallo. Probabilmente dalla Francia fece il suo ingresso in Italia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese.
Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si comunicò alla preparazione del liquore. Tradizionalmente, infatti, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull'albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori a mano e senza intaccarne la buccia. Lasciate alla rugiada notturna per l'intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte di Halloween. Nella raccolta la tradizione chiede di non usare attrezzi di ferro. Il metallo, infatti, intaccherebbe le proprietà delle piante officinali.
Ricetta
1 Kg. di malli di noci modenesi (30/33 in numero)
Lt. 1 Alcool etilico
gr. 700/800 di zucchero
Per produrre il nocino si utilizzano noci acerbe ancora nel mallo, raccolte dalla pianta all'inizio dell'estate, quando sono ancora tenere a sufficienza da poter essere passate da parte a parte con uno spillo.
Le noci, vanno lavate sotto l'acqua corrente e tagliate a in quattro spicchi. Vanno messe in un vaso di vetro a bocca larga, coprendole interamente con lo zucchero e lasciandole macerare al sole per non più di due giorni (un tempo superiore renderebbe il prodotto troppo amarognolo). Dopodiché si aggiunge l’alcool, mescolandolo all’infuso che nel frattempo si è prodotto ed avrà contribuito a sciogliere lo zucchero senza l’uso di acqua. La macerazione va continuata, sempre al sole sino a Natale, con raccomandazione di aprire il vaso per mescolare ed ossigenare il prodotto quotidianamente per almeno i primi due mesi.
Jacopo