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Pesca, la strage dei mari: l'Europa non è autosufficiente 
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Sez. Igiene e Qualità dei Prodotti Alimentari
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I mari del mondo sono sempre più spopolati e gli effetti della pesca non controllata degli ultimi 100 anni sono sempre più devastanti per le popolazioni ittiche.
L’Italia ha intaccato le sue riserve di pesce già a metà aprile, dal 18 maggio è invece la Francia ad “attingere” in eccedenza dai propri mari. Lo spopolamento dei mari sembra ormai essere un trend senza via di ritorno: in Europa solo Irlanda, Estonia ed Olanda possono dichiararsi quasi autosufficienti in fatto di pesca.
Un paradosso, per un continente che ha tratto dal mare le forze necessarie, lungo tutta la sua storia, ad espandersi su tutto il mondo: un declino, quello della popolazione ittica, che conta innumerevoli risvolti negativi, primo su tutti la vivibilità delle acque e il mantenimento degli ecosistemi marittimi.
Per rendersi conto della velocità con cui i nostri mari si vanno spopolando basta prendere il trend statistico relativo alla francia: nel 1990 il Fish Depandance Day era stato il 6 settembre, nel 2011 il 13 giugno e nel 2012 il 21 maggio.
Un trend che il quotidiano britannico The Guardian ha fotografato in questa infografica decisamente accattivante: dal 1910 si è perso il 78% dei pesci predatori di grossa taglia, mentre sono aumentati del 133% i pesci di piccola taglia, non predatori, che altra attività non fanno che riprodursi.
Di questo passo, è evidente la portata del problema: secondo la New Economics Foundation (Nef), una fondazione indipendente con sede a Londra, se smettessimo adesso di pescare in modo indiscriminato ben 43 specie di pesci si salverebbero nei prossimi 5 anni.
Secondo la Fao la media internazionale di consumo di pesce, pro-capite, è stata di 17kg a testa nel 2010, ma spagnoli (47kg), francesi (37,3kg), ma anche italiani (20kg) innalzano la media non di poco. A questo occorre aggiungere che circa il 60% del pesce che arriva sulle nostre tavole prima nuotava in mari non italiani e, parallelamente, il Giappone importa quasi la totalità del tonno rosso mediterraneo, dopo aver depredato gli oceani vicino casa.
Un problema enorme, che colpisce l’ambiente, la popolazione ittica e l’occupazione nel settore.

http://www.ecoblog.it/post/68419/pesca- ... ecoblog%29

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21/05/2013, 22:09
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Non resterà che puntare sempre più sull'allevamento...

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22/05/2013, 19:17
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Ue, possibilità di pesca per il 2014: continuare a ridurre lo sfruttamento eccessivo delle risorse
In un documento di consultazione adottato, il 30 maggio, la Commissione riferisce in merito allo stato degli stock ittici europei e illustra le proprie intenzioni per quanto riguarda la fissazione delle possibilità di pesca per il 2014.
Come dimostrano i dati più recenti sugli stock ittici nelle acque dell'UE, gli sforzi profusi dalla Commissione europea per ridurre progressivamente l'eccessivo sfruttamento delle risorse hanno dato risultati positivi. In un documento di consultazione adottato, il 30 maggio, la Commissione riferisce in merito allo stato degli stock ittici europei e illustra le proprie intenzioni per quanto riguarda la fissazione delle possibilità di pesca per il 2014. Gli stock presenti nelle acque UE dell'Atlantico nordorientale che risultano sovrasfruttati rappresentano attualmente il 39%, contro il 47% dello scorso anno e il 95% del 2005. Anche per il settore della pesca, che rispetto all'anno scorso registra un incremento dei profitti del 40%, la politica comincia a produrre reali benefici. Tuttavia sono necessari ulteriori progressi.
Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato al riguardo: "I dati dimostrano che misure responsabili di gestione della pesca possono funzionare e funzionano. Tuttavia è necessario intensificare gli sforzi per porre fine all'eccessivo sfruttamento delle risorse entro il termine che abbiamo convenuto. Per conseguire questo obiettivo dobbiamo portare a termine la riforma della politica comune della pesca."
Con questo documento annuale la Commissione chiede agli Stati membri e alle parti interessate di esprimere il proprio parere sulla definizione dei totali ammissibili di catture (TAC), dei contingenti e dello sforzo di pesca (giorni in mare) per il prossimo anno. Il documento dimostra che gli sforzi realizzati dalla Commissione per contenere ed eliminare l'eccessivo sfruttamento delle risorse cominciano a dare frutti. Nei mari europei gli stock ittici che non risultano sovrasfruttati sono ora saliti a 25, contro due soltanto nel 2005.
La base scientifica per la valutazione degli stock ittici sta migliorando. La nuova metodologia adottata dal Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM) ha consentito di elaborare pareri scientifici per 30 stock in più rispetto allo scorso anno.
Dal 2011 si è registrato un aumento del 40% circa dell'utile netto medio della flotta peschereccia dell'UE. Questo dimostra che il fatto di ridurre la pesca eccessiva si ripercuote positivamente sul reddito dei pescatori, nonostante l'onere supplementare rappresentato per le marinerie dai costi di carburante.
Per il prossimo anno la Commissione invita il settore a conformarsi ai pertinenti pareri scientifici. Per gli stock regolamentati da piani di gestione a lungo termine, i TAC e i livelli di sforzo devono essere fissati in conformità dei piani in vigore (si tratta di un obbligo giuridico). I TAC relativi agli altri stock non contemplati dai piani di gestione dovrebbero basarsi sui pareri scientifici, con l'obiettivo di eliminare il sovrasfruttamento entro il 2015. Per gli stock per i quali non è stato formulato un parere scientifico occorre applicare il principio precauzionale.

FONTE MIPAAF

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03/06/2013, 13:37
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