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Patata geneticamente modificata 
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Cade la moratoria Ue agli Ogm
Forte contrarietà dell'Italia

La Commissione europea ha deciso oggi di autorizzare la coltivazione della patata geneticamente modificata amflora della Bayer nella Ue per uso industriale. È il primo via libera Ue a prodotti geneticamente modificati dopo oltre dieci anni di dibattito. Oggi la Commissione europea ha deciso che quanto resterà dall'uso industriale della patata amflora potrà essere usato per nutrire gli animali. La Commissione europea ha adottato oggi anche altre decisioni per piazzare sul mercato tre prodotti Ogm di mais per l'alimentazione umana e degli animali ma non per la coltivazione. La decisione che autorizza la coltivazione di amflora arriva dopo un processo scattato in Svezia nel gennaio 2003.

«La decisione presa oggi dalla Commissione europea di concedere l'autorizzazione alla coltivazione di una patata geneticamente modificata ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 é un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo». Così il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, commenta la decisione presa dalla Commissione Europea di autorizzare la produzione della patata Ogm Amflora di proprietà della Bayer. «Non solo non ci riconosciamo in questa decisione - commenta il ministro - ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto, comprometta la nostra agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee».

2 marzo 2010 - Il Sole 24 ore

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Saluti, Innaig


02/03/2010, 17:14
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Cerchiamo di fare un po' di chiarezza anche se effettivamente non c'è! :shock:
La Basf, proprietaria della patata, sostiene che non e' previsto alcun utilizzo alimentare della patata in oggetto, ma che questa sia coltivata per la produzione di amilopectina pura, uno dei componenti dell'amido, che non diventa gelatina durante la preparazione della carta e che viene utilizzata per la produzione di carta, calcestruzzo e adesivi.
Diversamente, in moltissime altre fonti si legge la possibilità di utilizzare la patata Amflora per l'alimentazione umana e animale, anche se ancora non sappiamo se tale patata possa effettivamente trasmettere ai batteri il suo gene di resistenza ad alcuni antibiotici, rendendo l'uso di quest'ultimi meno efficace per l'uomo. Inoltre se quanto resterà dall'uso industriale della patata amflora verrà usato per nutrire gli animali, tale problematica potrebbe amplificarsi.
C'è da dire che gli scienziati dell'Efsa sembrano sostenere che è improbabile che un gene passi da una pianta ad un batterio e quindi non ci dovrebbero essere pericoli per la salute umana o animale, ma è vero anche che non è ancora possibile definire con esattezza le fonti da cui provengono i geni che conferiscono la resistenza agli antibiotici.
Quindi il dubbio rimane...o no??!!??
Jacopo

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


02/03/2010, 18:29
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Il dubbio rimane, rimane :(
Marco

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02/03/2010, 20:25
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L'autorizzazione della Commissione europea alla coltivazione della varieta' di patata transgenica Amflora interrompe un embargo di anni, aprendo una finestra di possibilita' nuove per l'agricoltura in Europa". Cosi' Confagricoltura commenta la decisione presa da Bruxelles e prosegue: "Questa notizia e' il segno che si vuole finalmente porre fine al paradosso secondo cui in Europa si devono consumare prodotti contenenti Ogm, ma non consentire agli agricoltori di utilizzare varieta' geneticamente modificate nei loro campi". La Confederazione di Palazzo della Valle sottolinea che nel mondo gli ettari coltivati a transgenico sono in continuo aumento, come dimostrano i dati dell'Isaaa.
D'altra parte un'inchiesta apparsa ieri sul quotidiano francese "Les Echos" spiega che gli Ogm, nel mondo, coprono ormai una superficie pari a 134 milioni di ettari: il 9% delle colture mondiali. Gli Ogm, scrive ancora il quotidiano francese, si concentrano in sole 4 piante: soia, mais, cotone e colza. Le prime due raggiungono l'83% del totale e per la soia piu' di 3 ettari su 4 nel mondo producono piante geneticamente modificate. La prossima tappa - avverte "Les Echos" - sara' probabilmente la conquista dell'Asia. A novembre il comitato cinese per la biosicurezza ha dato parere positivo sulla coltura del riso transgenico, aprendo la porta alla sua commercializzazione entro qualche anno. E se la Cina si sveglia scegliendo gli Ogm per poter nutrire tutti i suoi abitanti, i dati su questo mercato cambieranno profondamente. "Le indicazioni che continuano ad arrivarci dal resto del mondo in tema di Ogm sono da tenere, responsabilmente, nella massima considerazione - chiarisce Confagricoltura - e confidiamo che l'Europa, come l'Italia, non rimangano fuori da una partita essenziale per il futuro dell'agricoltura e delle nostre imprese. Rifiutare queste nuove tecnologie e impedire la ricerca, come sta avvenendo con la 'sospensiva di fatto' della formalizzazione delle linee guida per la sperimentazione in pieno campo gia' condivise da tempo nella Conferenza Stato Regioni, potrebbe rappresentare un danno per il Paese ed una liberta' in meno per i nostri imprenditori agricoli". (AGI) -

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02/03/2010, 21:38
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Mettiamo un po di ordine nelle date:

Nell’aprile del 1998 sette paesi, in seguito alle perplessità dimostrate dall’opinione pubblica, hanno messo in atto una moratoria che impediva sia la produzione sia la commercializzazione di nuovi OGM, l’intero quadro normativo europeo relativo agli organismi geneticamente modificati e alle loro applicazioni nel campo agro-alimentare è stato completamente cambiato. Si è, quindi, provveduto a rivisitarlo ridefinendo le regole sull’approccio cautelativo, per cercare di garantire la massima tutela della salute umana, animale e dell’ambiente.
Nonostante questa inversione di rotta nella normativa comunitaria, si è dovuto attendere il 2001 per avere la prima norma sugli OGM che tenesse conto del “principio di precauzione”. È la Direttiva CE 2001/18 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001. Essa stabilisce le condizioni per l’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e, dal 17 ottobre 2002, abroga la Direttiva CEE 90/220 del Consiglio, i Regolamenti CE 49 e 50 del 2000 nonché il 1139 del 1998 e, inoltre, modifica il Regolamento CE 258 del 1997.
La Direttiva CE 2001/18 rappresenta un vero e proprio spartiacque legislativo poiché rappresenta il cambiamento di rotta nell’impianto comunitario di regolamentazione degli organismi geneticamente modificati.
Questa nuova Direttiva, acconto alle misure volte ad agevolare le autorizzazioni al commercio e al consumo dei prodotti geneticamente modificati e alle misure di controllo, mantiene in vigore la “clausola di salvaguardia”, presente nella Direttiva 90/220, che consente agli Stati membri di limitare e/o vietare la vendita di un prodotto transgenico sul proprio territorio anche se autorizzato dalla stessa Commissione.
Tale processo di rivisitazione della linea legislativa comunitaria è da ritenersi quasi del tutto concluso con l’emanazione e l’entrata in vigore dei regolamenti comunitari sugli alimenti e sulla loro etichettatura e tracciabilità.
Nell’aprile del 2004, infatti, la UE adotta due nuovi Regolamenti (pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea il 18 ottobre 2003) che stabiliscono nuove regole che riguardano sia gli alimenti, sia i mangimi OGM, che nuove regole sulla tracciabilità, specificatamente riferite ai prodotti OGM e loro derivati. I due Regolamenti sono:
1) il Regolamento CE 1829/2003, detto food & feed, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati e,
2) il Regolamento CE 1830/2003 concernente la tracciabilità e l’etichettatura di OGM e la tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da OGM, nonché modifica della Direttiva 2001/18/CE.
La svolta nella politica comunitaria sulle biotecnologie si è avuta, subito dopo l’entrata in vigore dei due regolamenti sulla tracciabilità ed etichettatura dei prodotti OGM, con la definitiva autorizzazione all’importazione di mais dolce Bt 11 prodotto dalla Sygenta. Anche il Governo italiano si è espresso a favore di tale autorizzazione visti i pareri favorevoli dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e del Consiglio Superiore della Sanità.
Il 28 febbraio 2005 la Commissione dell’UE ha adottato una nuova decisione (Decisione della Commissione n° 2005/174/CE) che stabilisce note orientative ad integrazione dell’allegato II, parte B, della Direttiva 90/219/CEE sull’impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati.
Nonostante ciò gli USA insieme ad altri paesi (Canada, Argentina) hanno presentato un ricorso al WTO contro la moratoria europea sugli OGM che, dal 1998, ha bloccato l’autorizzazione di nuove varietà OGM dall’altro, riapre le polemiche tra gli Stati membri.
Il 29 settembre 2006, il WTO è pervenuto alla pubblicazione della sentenza definitiva cui era, nel frattempo, giunto il Panel WTO. La sentenza, pur non entrando in merito né al discorso salubrità degli OGM, né sul discorso della sostanziale equivalenza fra i prodotti geneticamente modificati e quelli convenzionali, afferma che l’Unione Europea, con la sua moratoria sugli organismi geneticamente modificati, ha violato le norme del commercio internazionale fissate dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Comunque, non vennero previste delle sanzioni per l’Unione Europea, in quanto la moratoria, che de facto rappresentava un divieto sugli OGM, era già stata rimossa.

Quindi, a mio parere, tutto questo "caos" attorno all'autorizzazione UE alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora è solamente una campagna dei mass media.

Il discorso da fare sarebbe, salvi tutti i controlli scientifici e sanitari che si vorranno applicare alle colture OGM, se l'Italia vuole rimanere fanalino di coda in Europa nella ricerca sugli OGM o svolgere un ruolo primario in questa ricerca senza alcun preconcetto.
Orly


05/03/2010, 10:22
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Orly ha scritto:
Il 29 settembre 2006, il WTO è pervenuto alla pubblicazione della sentenza definitiva cui era, nel frattempo, giunto il Panel WTO. La sentenza, pur non entrando in merito né al discorso salubrità degli OGM, né sul discorso della sostanziale equivalenza fra i prodotti geneticamente modificati e quelli convenzionali, afferma che l’Unione Europea, con la sua moratoria sugli organismi geneticamente modificati, ha violato le norme del commercio internazionale fissate dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Comunque, non vennero previste delle sanzioni per l’Unione Europea, in quanto la moratoria, che de facto rappresentava un divieto sugli OGM, era già stata rimossa.

Quindi, a mio parere, tutto questo "caos" attorno all'autorizzazione UE alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora è solamente una campagna dei mass media.

Il discorso da fare sarebbe, salvi tutti i controlli scientifici e sanitari che si vorranno applicare alle colture OGM, se l'Italia vuole rimanere fanalino di coda in Europa nella ricerca sugli OGM o svolgere un ruolo primario in questa ricerca senza alcun preconcetto.
Orly


Orly,
personalmente - e sicuramente è un limite mio - non hai fatto chiarezza nella mia mente.
A questo punto, non ho capito se quella della patata Amflora sia il primo caso di autorizzazione di coltivazione di OGM in EU, oppure tale permesso sia già stato concesso al mais?
Sulla ricerca posso essere d'accordo, ma non per essere tra le "nazioni d'eccellenza" dell'Europa, ma per sete di conoscenza. I risultati sulla salute a lungo termine si hanno facendo lunghe sperimentazioni e non consentendo il consumo di un aliment per molti anni e poi vietandone l'uso se la gente muore.
Grazie e scusa se ti faccio riscrivere alcune cose che puoi aver già detto. :oops:
Jacopo

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Vandana Shiva


05/03/2010, 11:31
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Tranquillo nessun problema....

Il senso di quanto scritto nel precedente messaggio è che la moratoria suglio OGM in Europa non esiste più da diversi anni.

Questa della patata è una nuova autorizzazione. In passato erano stati autorizzati alcuni mais GM (proprio questo ha evitato le sanzioni all'UE in sede WTO).

Per quanto riguarda la ricerca la questione non è sete di conoscenza o punta di eccellenza quanto piuttosto permettere agli scienziati italiani di fare il loro lavoro e, aggiungerei, viste le implicazioni legate all'utilizzo delle colture biotech nel settore agricolo che questa dovrebbe essere una ricerca pubblica e non privata.
Orly


05/03/2010, 11:49
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secondo me il modo piu giusto di prendere questa notizia, e' l'approccio che hanno i DJ dello zoo di radio 105, tra il serio e il faceto, facendo allusioni tra patata transgenica e i transessuali, scherzandoci sopra, ma risvegliando il senso critico delal gente, che si spera che venga una sana e puntale, certificazione e etichettatura, il resto e' solo il gioco di chi pesca nel torbido.

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05/03/2010, 12:01
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Oggi leggo su Agronotizie: "La patata è da sempre però un alimento prezioso non solo per l'uomo ma anche per gli animali (ovviamente il prodotto di scarto) grazie all'elevata digeribilità e alla notoria ricchezza in amido. Gradite ai suini, preferibilmente cotte in caldaia oppure crude nel caso dei bovini all'ingrasso. Meglio evitarle nelle bovine da latte dove possono trasmettere al latte odori e sapori sgradevoli. E poi c'è il grande capitolo dei sottoprodotti dove si ritrova il concentrato proteico di patata le cui caratteristiche sono quelle promesse dal nome. E adesso si aggiunge la patata GM, che vietata sulle nostre tavole è però ammessa per la mangiatoia degli animali in produzione zootecnica.
(...)
La ricchezza in amilopectina che contraddistingue l'amido della patata GM aumenta l'efficacia del processo di “gelatinizzazione” dell'amido grazie al quale gli enzimi deputati alla sua digestione (amilasi) sono in grado di agire con più efficacia. Il risultato è una migliore trasformazione dell'amido in glucosio, fonte energetica per eccellenza. Il tenore in amilosio della patata oscilla normalmente fra il 17 e il 22%. Nel frumento si ha il 25% di amilosio, nei legumi si sale oltre il 30%. Spicca il mais ceroso (quello utilizzato per il silomais) dove l'amilosio può scendere all'1% e l'amilopectina salire al 99%. La nuova patata sembra dunque voler fare concorrenza al mais, perlomeno come fonte di energia. Ma poi c'è da fare i conti con il contenuto in fibre (ottimale nel caso del mais) e in proteine (la patata ne è poverissima). Senza parlare delle convenienze di mercato, tutte a favore del mais in questa stagione di prezzi a precipizio. L'impiego in alimentazione animale della nuova patata sarà verosimilmente interessante solo per i sottoprodotti ottenuti dalla sua lavorazione industriale. E se in molti continuano ad agitare paure e fobie per le nefaste conseguenze sull'uomo, ricordiamogli che già da anni i nostri animali e noi stessi ci cibiamo di prodotti GM. Non è un motivo per allentare l'attenzione su questo problema, ma perlomeno affrontarlo con realismo e senza pregiudizi. Lasciando che la ricerca faccia il suo mestiere. E invece si continua con la caccia alle streghe."

Ricerca a parte, la criticità e il dubbio sono fondamentali prima di amplificare un fenomeno già esistente e che non si conosce a fondo, ancora.
Jacopo

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10/03/2010, 9:57
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Ecco perchè affermo che la ricerca (senza preconcetti) è fondamentale...bisogna risolvere ogni criticità e dubbio che avvolge questi prodotti.
Solo attraverso una ricerca seria (non finanziata dalle multinazionali) si potranno conoscere a fondo, avere coscienza di ogni aspetto positivo e negativo legato al loro utilizzo e solo dopo, pesando pro e contro, decidere se utilizzare o meno.
Orly


10/03/2010, 10:38
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