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Prima dell’estate, però, la Commissione avanzerà una nuova proposta sul futuro delle biotecnologie in Europa con l’obiettivo di lasciare agli stati membri la libertà di scelta sull’opportunità di coltivarli o meno.
E per coloro che già adesso vorranno tenere le sementi ogm fuori dalle proprie frontiere il commissario ricorda la possibilità di invocare il principio di precauzione. Ed è proprio quello che farà l’Italia con il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia. «Non permetteremo che la decisione europea – dice – metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall’alto, comprometta la nostra agricoltura. A mali estremi, estremi rimedi: saremo anche tra i promotori di un referendum popolare anti-Ogm».
In piena sintonia la Coldiretti e le associazioni ambientaliste e dei consumatori. «Con la pericolosa fine della moratoria in pieno contrasto con la volontà dei cittadini – sottolinea il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – Bruxelles ha annunciato anche la libertà di scelta ai singoli stati. Stando cosi le cose l’Europa autorizzi pure quello che vuole tanto in Italia continueremo a non coltivarli». Anche per la Cia «l’agricoltura italiana non ha bisogno di Ogm».
Di parere opposto la Confagricoltura. «L’autorizzazione della Ue – spiega il presidente, Federico Vecchioni – apre possibilità nuove per l’agricoltura. È il segno che si vuole finalmente porre fine al paradosso secondo cui in Europa si devono consumare prodotti contenenti ogm, ma non consentire agli agricoltori di utilizzare varietà geneticamente modificate nei loro campi». Per Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, si tratta di una «decisione storica». «Finalmente – afferma il presidente, Roberto Gradnik - si torna alla libertà di coltivare piante geneticamente modificate in Europa».
Orly