C’è un modo per massimizzare i benefici del vertical farming, la coltivazione idroponica di ortaggi e frutti su moduli verticali: sfruttare capannoni e in generale aree dismesse, ex industriali ma anche, per esempio, aree militari o civili abbandonate, che non troverebbero altro utilizzo. Lo si cerca di fare in diverse parti del mondo, ma l’ENEA ha trasformato questo approccio in un progetto chiamato Ri-Genera, condotto in Veneto insieme a Coldiretti Padova, Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, Advance Srl, Idromeccanica Lucchini Spa e Gentilinidue.
Il risultato è Arkeofarm, un modulo progettato insieme a Lucchini, organizzato su più piani e adattabile a diversi tipi di spazi, in modo da impiantare una serra in qualunque tipo di stabile (compresi, quindi, quelli vincolati per motivi paesaggistici o storici) perché nulla, all’esterno, viene alterato.
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