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Nuove Dop e Igp 
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Il mercato lancia la sfida e il comparto lattiero caseario valdostano non si tira indietro

Le imprese cooperative che operano nel settore della trasformazione del latte bovino in Valle d'Aosta sono una ventina, variamente dislocate sul territorio regionale e tendono a riprodurre, sebbene parzialmente, la tradizionale distribuzione delle latterie turnarie, un tempo presenti in modo puntuale sia nella valle centrale sia nelle valle laterali. Le cooperative condividono il territorio, le modalità produttive ereditate dalla tradizione e rivisitate dalla odierna tecnologia, ma soprattutto condividono la storia e la cultura e il senso di appartenenza di un popolo. Tanti allevatori e produttori agricoli hanno saputo accettare la sfida lanciata dal mercato e si sono organizzati per offrire prodotti di qualità, ma soprattutto prodotti certificati.
La forza della cooperativa è la filiera corta, la razionalizzazione dei costi, l'attenzione all'ambiente e al benessere dell'animale. Comprare in cooperativa è come rivolgersi direttamente agli agricoltori, i consumatori che ne hanno la possibilità trovano il modo di accorciare questa catena di distribuzione e anche chi è più lontano si organizza per farlo per esempio attraverso i GAS. La Fontina DOP BIO è proprio l'esempio di una sfida raccolta e vinta, uno dei prodotti più apprezzati e ricercati dai GAS e dai consumatori più attenti è proprio la Fontina DOP BIO, un formaggio che rappresenta una vera e propria condivisione di ideali e di modi di essere rispettosi dell'ambiente, delle persone e degli animali. La qualità è costante nel corso dell'anno e di altissimo livello, in quanto la connotazione biologica della filiera usata per la produzione della Fontina DOP BIO fa sì che sia ammesso l'utilizzo di latte proveniente da allevamenti con una densità massima di 2,2 bovini per ettaro. Una nota importante riguarda l'alimentazione delle bovine di razza autoctona che prevede l'integrazione del foraggio invernale con l'uso prevalente di cereali tutti derivanti da coltivazione biologica. La Fontina DOP BIO terminato il periodo di stagionatura in grotte ricavate nella roccia ad una temperatura costante di 6-8° C e con una umidità fino al 95%, viene sottoposta al controllo del Consorzio produttori e tutela della DOP Fontina e, se rientra negli standard qualitativi imposti dal disciplinare, riceve la denominazione di Origine Protetta e conseguentemente la timbratura propria della Fontina DOP. Da ultimo viene apposta la “pelure” un'etichetta in carta che identifica il caseificio e che fornisce al consumatore garanzia di qualità e certificazione BIO.
Se il percorso delle certificazioni non è sicuramente una strada facile si può però affermare con certezza che è però l'unica scelta apprezzata dal mercato.


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02/02/2013, 14:52
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La Focaccia di Recco col formaggio viaggia verso l'Indicazione geografica (Igp). Oggi, con la prima pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, si è avviata infatti verso la prima fase della tappa conclusiva per raggiungere l'agognato traguardo.

Ora restano tre mesi di tempo per le osservazioni, prima di arrivare alla registrazione. Il Consorzio Focaccia di Recco col formaggio, al quale fanno capo 19 aziende e 24 punti si era costituita nel 2005, proprio con l'obiettivo principale di conseguire l'Igp.

http://www.agraria.org/prodottitipici/f ... irecco.htm

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04/06/2013, 7:34
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E’ ufficiale: i Cantuccini Toscani ottengono l’IGP
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la registrazione dell’Indicazione
Geografica Protetta per il famoso biscotto toscano

E’ ufficiale. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea di oggi, i “Cantuccini
Toscani” / “Cantucci Toscani” (entrambe le denominazioni sono tutelate) sono riconosciuti come
Indicazione Geografica Protetta (o IGP). “E’ un percorso intrapreso formalmente l’11 aprile 2011,
tuttavia tra noi produttori la assoluta necessità di questa forma di tutela è oggetto di discussione da
anni. La vera spinta propulsiva è arrivata comunque con la costituzione di un’Associazione:
Assocantuccini è oggi una realtà che conta 16 aziende produttrici, artigiane e industriali, di tutto il
territorio regionale”, ricorda il Presidente, Ubaldo Corsini.

“La nostra soddisfazione per questo risultato è immensa – prosegue Ubaldo Corsini – non soltanto
per le garanzie che l’IGP fornisce nei confronti di fuorvianti indicazioni basate sull’Italian sounding
che tanto danneggiano le produzioni alimentari italiane. Ma anche perché il consumatore avrà
finalmente una chiara indicazione sull’origine e la tipicità del prodotto, codificata nel Disciplinare di
produzione elaborato e condiviso da tutti i produttori”. Per Corsini, “la qualità di un prodotto che
ha acquisito la fama dei Cantuccini Toscani alle mandorle dipende da un mix di fattori: l’impiego di
ingredienti nobili quali ad esempio il burro in luogo della margarina, la percentuale di mandorle
utilizzata sul prodotto finito (almeno il 20%), l’abilità delle maestranze e il saper fare degli
imprenditori, sviluppatisi in Toscana nel corso di secoli”.

Le origini dei cantuccini risalgono alla Toscana dei Medici. L’origine e la diffusione toscana non
hanno impedito a questo biscotto di diventare in tempi più recenti un campione del Made in Italy, il
terzo biscotto italiano più conosciuto al mondo. Oggi il fatturato complessivo è stimato in 35 milioni
di euro e l’export è il 37%.

Le potenzialità in termini di vendite all’estero e in Italia sono enormi. Consumato originariamente a
fine pasto e spesso in abbinamento a vini liquorosi, il cantuccino è oggi protagonista anche delle
nuove tendenze del gusto. In Svezia o in Giappone ad esempio amano abbinarlo al the o al caffè, in
qualsiasi momento della giornata.

Per il Presidente di Assocantuccini, l’IGP al Cantuccino Toscano può essere il volano della crescita
dell’intera produzione dolciaria regionale, che conta tante specialità da far conoscere e apprezzare
ancora di più in Italia e all’estero. “Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuti in questo percorso
verso l’Indicazione Geografica Protetta per i Cantuccini Toscani: i cittadini, le imprese, le
associazioni, le istituzioni. Senza un gioco di squadra non ce l’avremmo fatta. La sfida oggi è far
conoscere l’IGP e la sua enorme importanza ai consumatori e alla distribuzione, dentro e fuori dai
confini nazionali. E poi promuovere le adesioni ad Assocantuccini: anche il più piccolo produttore
della Regione è benvenuto”.

http://www.agraria.org/prodottitipici/c ... oscani.htm


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Come teorizzato da Jozeph Goebbels ... una bugia ripetuta sei volte diventa verità.

Le IGP/DOC sono in larga misura delle misure protezionistiche ed hanno poco a che vedere con la qualità. Per rendersene conto basta ricordarsi che cosa è successo al vino Tokai, vanto della produzione vinicola veneta e friulana per decenni, la cui produzione in Italia di punto in bianco è diventato illegale. Allora vuole dire che in Friuli e Veneto facevano un Tokai di cacca ...
Adesso stà a vedere che il salame cacciatore (si può usare la dicitura " salame cacciatore" sul forum oppure è illegale!?) fatto sul lato sbagliato di un fiume fa schifo e che il branzi fatto nella valle appena fuori dai limiti del consorzio sa di invernizzotta ...
L' utilizzo di pizze e focacce come base per le pietanze data indietro tempi immemorabili (Assiri, babilonesi, maya, antichi romani, cinesi ...) e adesso la pizza è stata inventata a Napoli e diventa DOC ... ma per piacere!!!
I prosciutti e gli olii extravergini prodotti in Spagna sono eccellenti. Basta assaggiarli. Anche i salumi prodotti con maiali alimentati con scarti alimentari (come dalla notte dei tempi ...) possono essere eccelsi. Non c'è nessun bisogno di alimentare il porco a banane afgane colte solo con la luna crescente e con la mano sinistra per fare ottimi prosciutti.
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27/01/2016, 20:07
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Le denominazioni di origine sono importantissime per il settore agroalimentare italiano, in particolare per le piccole e medie aziende agricole e agroalimentari.
E sono una tutela per il consumatore. Sa cosa mangia, come e dove è stato fatto il prodotto. Il buono è un'altra cosa. Tra l'altro, soggettivo...

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27/01/2016, 20:22
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Le Dop e IGP non sono un'esclusiva italiana. Qui sono elencate quelle spagnole:


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Marco ha scritto:
Le denominazioni di origine sono importantissime per il settore agroalimentare italiano, in particolare per le piccole e medie aziende agricole e agroalimentari.
...


Senza dubbio!!! ma, un porcello iberico allevato a ghiande in Lunigiana fa nelle mani di un norcino esperto un prodotto tanto buono quanto l' IGP/DOC. Sono in larga misura delle forme surretizie di protezionismo all' industria agroalimentare.

Se da un lato le gilde che beatificano l' origine dei prodotti sono nate con la facciata ufficiale di garanzia del consumatore, non si può negare che abbiano anche altre sfaccettature molto meno ... evidenti. Negarlo vuole dire fare disinformazione.
Maddmax

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28/01/2016, 16:59
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Le grandi multinazionali non hanno bisogno delle denominazioni di origine. I piccoli medi agricoltori e produttori dell'agroalimentare si. Poi che ci siano cose da correggere, sicuramente!

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28/01/2016, 22:34
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