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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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[quote][Ciao, nessuno ha fatto menzione alla provenienza degli ingredienti? Sarebbe bello, nel paradiso del pomodoro e del grano italiano, legare ancora di più la pizza a Napoli/Basilicata/Sud, piuttosto che a Cina/Grecia/etc... Jacopo/quote] Credo che questa sia una quasi bestemmia di sicuro ci saranno pizze fatti con derivati del pomodoro cinese e sono quelle da 4 soldi e quasi mai napoletane. La pizza di NOI napoletani è fatta con il pomodoro San Marzano che ha la propria tutela, con la mozzarella di bufala e con l'olio italiano.Sulla provenienza della farina avrei dubbi ma la consumiamo anche per il pane e tutti i farinacei Bisognerebbe fare un passaggio per Napoli almeno una volta nella vita per mangiare la vera pizza.Il resto sono imitazioni!!!!
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10/12/2009, 21:08 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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eugenio ha scritto: Bisognerebbe fare un passaggio per Napoli almeno una volta nella vita per mangiare la vera pizza.Il resto sono imitazioni!!!! ...concordo! Quando andrò a Napoli ti chiederò dove andare a gustare una VERA pizza, ok? Intanto, a Grosseto conosco una pizzeria gestita da napoletani che non la fanno per niente male... Buona giornata, Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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11/12/2009, 8:20 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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"Con il riconoscimento europeo di questo prodotto di qualità, l'Italia non solo mantiene il suo primato, raggiungendo la cifra di 194 riconoscimenti Dop e Igp, ma si conferma il Paese delle eccellenze e della tipicità".
Con queste parole il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato l'iscrizione europea come Dop del pistacchio verde di Bronte. Si tratta di una denominazione storica, di una coltura tipica del territorio del comune di Bronte, in provincia di Catania; una coltura che fin dall'antichità ha rappresentato una fonte di consistenti risorse economiche per tutta la popolazione della zona, ricoprendo anche un ruolo importante dal punto di vista storico-culturale.
Le caratteristiche proprie del pistacchio verde di Bronte sono: colore verde intenso tipico del territorio, forma allungata, sapore aromatico forte, senza inflessione di muffa o sapori estranei, e alto contenuto in acidi grassi monoinsaturi dei frutti.
Tutte peculiarità che sono conferite a questo tipico prodotto dalla particolare combinazione di fattori pedologici, climatici e umani, quali la tecnica della degemmazione praticata nella zona di produzione, e che rendono unico il pistacchio verde di Bronte, differenziandolo nettamente da altri pistacchi prodotti in differenti aree geografiche.
Fonte: Mipaaf - Ministero delle politiche agricole alimentari forestali
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15/01/2010, 2:16 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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“Il 2010 comincia bene per l’agroalimentare di qualità del Veneto, con il riconoscimento europeo dell’Indicazione geografica protetta per la Pesca di Verona: una Igp che esalta il primato e la vocazione della provincia scaligera in questa produzione”. Lo ha detto il vic epresidente della giunta regionale del Veneto Franco Manzato, alla notizia riportata oggi dalla Commissione europea che informa come la Pesca di Verona è stata iscritta nel Registro delle denominazioni tutelate dalla Comunità, arricchendo il medagliere regionale di prodotti di qualità certificata. “Questa nuova Igp segue al voto che consente di superare le osservazioni europee da parte della nostra legge che valorizza le produzioni a km zero – ha osservato Manzato – e ne è quasi un suggello. In questo contesto la pesca veronese è davvero in ottima compagnia, perché ha a fianco numerosi altri prodotti frutticoli, orticoli e alimentari, come formaggi, riso, sopressa. Insomma, è l’ulteriore conferma della qualità e della varietà dei sapori del nostro territorio”.
“Il riconoscimento della Pesca di Verona Igp è un’ulteriore dimostrazione che i prodotti agroalimentari veneti sono un’ottima bandiera del nostro made in Italy. In questa regione, c’è un patrimonio di eccellenze, che rappresenta la una delle punte di diamante della nostra agricoltura nazionale”. Questo il commento del ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia.
La “Pesca di Verona” IGP si riferisce alle pesche a polpa bianca o gialla e alle nettarine a polpa gialla coltivate in provincia di Verona nei territori limitrofi. La zona di coltivazione è caratterizzata da un ambiente adatto per tipo di terreno, clima, precipitazioni e collocazione protetta dal sistema alpino e mitigata dal Lago di Garda. La reputazione della Pesca di Verona ha origini antiche e ne parlava già Plinio, mentre Mantegna le ha raffigurate nella basilica di San Zeno. La Pesca di Verona Igp potrà essere commercializzata dal 10 giugno al 20 settembre.
Fonte: Regione Veneto
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15/01/2010, 2:17 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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ASPARAGO DI BADOERE: LA COMMISSIONE EUROPEA PUBBLICA LA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO COME IGP
“Con la pubblicazione della domanda di riconoscimento come IGP dell’Asparago di Badoere, un altro prodotto del Veneto si aggiunge alla lista delle produzioni locali pregiate della Regione. La coltivazione degli asparagi è un’attività fortemente radicata nella cultura del loro territorio di origine, dove le tecniche di coltivazione sono state tramandate di generazione in generazione e hanno reso l’Asparago di Badoere una delle realtà produttive di maggior pregio del Veneto”.
Con queste parole il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea della domanda di riconoscimento come IGP dell’Asparago di Badoere. Da questo momento ed entro sei mesi, la procedura prevede che gli Stati Membri possano inviare alla Commissione le loro eventuali istanze di opposizione al riconoscimento.
La particolare combinazione dei fattori produttivi, quali la manualità e l’artigianalità, unitamente ai fattori pedoclimatici dell’area dove l’Asparago di Badoere è coltivato, consentono a questo prodotto di differenziarsi con decisione da tutto il comparto di riferimento. Le due tipologia di asparago, bianco e verde, si caratterizzano per un rapido sviluppo, assicurando così turioni che dal punto di vista fisico presentano scarsa fibrosità e un colore particolarmente brillante.
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29/01/2010, 14:11 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Le modifiche riguardano una descrizione puntuale delle caratteristiche del cappero (è stata eliminata la possibilità di introdurre una percentuale non superiore al 10% di altre varietà e i valori fissi delle principali caratteristiche della IGP sono stati sostituiti di range), nonché il metodo di ottenimento del prodotto (è stata modificata la densità di impianto; è stata aumentata la densità massima per ettaro e la produzione massima per ettaro; sono stati specificati il periodo di raccolta e la quantità di sale prevista nella fase di elaborazione). Tali precisazioni sono state introdotte per fornire dati più certi al consumatore, rientrando il tutto in un’ottica di maggiore tutela dei diritti del cittadino ad avere un’informazione sempre più trasparente e puntuale.
Il Cappero di Pantelleria è caratterizzato da una forma globosa, subsferica, raramente oblunga o conica, dal colore verde senape e dall’odore aromatico, forte, caratteristico senza alcuna influenza estranea. La qualità dei capperi di Pantelleria è il risultato di diversi aspetti che derivano dal materiale genetico a disposizione, dall’ambiente colturale e dalle tecniche agronomiche, dai criteri di lavorazione, conservazione e trasporto. Nel corso dei secoli la IGP assunse una crescente importanza per l’economia di Pantelleria; tale valore commerciale comportò come conseguenza significativi miglioramenti nei metodi di coltivazione e nella selezione delle varietà più pregiate. Ma è a partire dal 1970 che si registra poi un incremento progressivo del peso economico-agricolo della cappericoltura nell’economia dell’isola; infatti è in questo periodo che avviene un’inversione di tendenza che vedrà la coltivazione del cappero aumentare progressivamente fino a ricoprire un ruolo di primo piano.
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29/01/2010, 14:12 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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E' stata pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la domanda per il riconoscimento della Vastedda della valle del Belìce DOP, un formaggio di pecora prodotto in alcune zone della Sicilia. Se entro sei mesi dalla data di pubblicazione in Gazzetta gli altri Stati europei non presenteranno domanda di opposizione, la nuova Dop potrà essere iscritta ufficialmente nel registro delle denominazioni delle DOP e IGP dell’Unione europea. http://www.agraria.org/prodottitipici/v ... belice.htm
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19/02/2010, 14:38 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Con questo riconoscimento il nostro Paese ha ben 197 prodotti certificati. La Mela di Valtellina IGP è l’ulteriore dimostrazione delle specificità del territorio valtellinese e delle capacità dei nostri agricoltori, che hanno saputo mantenere negli anni tecniche di coltivazione nel rispetto e nella tutela delle vallate e delle montagne, riuscendo a comunicare ai consumatori la qualità delle loro produzioni.
Per l’iscrizione occorrerà però attendere la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, nei prossimi giorni.
L’IGP Mela di Valtellina si contraddistingue per forma allungata, colore e sapore particolarmente accentuati, polpa soda, compatta, croccante, aromatica ed alta conservabilità.
È negli anni Venti che si ebbe nel territorio valtellinese un primo approccio produttivistico verso la melicoltura, che da quel momento acquista un suo specifico interesse come coltura da commercializzare. Fu, però, soprattutto nel secondo dopoguerra che la melicoltura conobbe un notevole impulso, tanto da modificare fortemente il sistema agricolo ed il paesaggio agrario locale.
La produzione di mele è andata aumentando negli anni fino a raggiungere le attuali 35mila tonnellate di produzione annua, che corrispondono all’1,5 per cento della produzione melicola nazionale. La superficie interessata da questa coltura è di circa mille ha e la produzione è rappresentata per lo più da varietà a maturazione autunno-invernale con attitudine alla lunga conservazione.
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01/03/2010, 21:09 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea di oggi 11.03.2010 (n. L61) il regolamento comunitario n. 203 del 10 marzo 2010 con il quale è stata ratificata la registrazione della denominazione “Irpinia – Colline dell’Ufita DOP” tra i marchi comunitari di protezione delle produzioni agroalimentari tipiche, ai sensi del Regolamento comunitario CE n. 510/06. E’ così terminato l’iter per il riconoscimento dell’ambito marchio per tutelare questo prestigioso olio extravergine d’oliva. Quella all’olio irpino è l’undicesima DOP della Campania (19 complessivamente sono i marchi DOP/IGP, primato assoluto nel Mezzogiorno), la quarta DOP tra gli oli, dopo quelle del Cilento, Penisola Sorrentina e Colline Salernitane. L’olio DOP Irpinia è ottenuto dalle olive delle varietà “Ravece”, in misura non inferiore al 60%, “Ogliarola” ed altri ecotipi locali in misura non superiore al 40%. Ed è proprio la Ravece che conferisce per lo più le pregevoli caratteristiche aromatiche e gustative dell’olio, in particolare il suo gusto fruttato intenso, con un’armonica presenza della carica piccante ed aroma erbaceo. L’area geografica di produzione dell’olio Irpinia – Colline dell’Ufita è riferita a 38 comuni dell’avellinese, la maggior parte dei quali appartenenti all’area dell’Ufita. La superficie olivetata si aggira intorno ai 3.500 ettari, con oltre 9000 aziende produttrici. La produzione dell’olio è pari a circa 25.000 q.li all’anno che corrispondono a due terzi circa della produzione provinciale. Le aziende imbottigliatrici potenzialmente interessate alla produzione dell’olio DOP sono una trentina. Il fatturato medio annuo è stimato in 2,7 milioni di euro, valutando che la DOP interesserà, in fase di avvio, il 15 % della produzione. Sarà l’ISMECERT di Napoli ad effettuare i controlli per la certificazione del prodotto, così come indicato dal Comitato promotore. “Con il riconoscimento definitivo della Dop all’Olio della Colline dell’Ufita – dice l’assessore regionale all’Agricoltura Gianfranco Nappi – andiamo a porre una nuova stella nel firmamento delle eccellenze agroalimentari campane. Il nostro comparto olivicolo esprime da anni prodotti di altissima qualità, e promuove un concorso come il Sirena d’Oro, che mette in competizione i più pregiati oli italiani. L’Irpinia, e i suoi produttori olivicoli, da tempo meritava il marchio d’origine, vero e proprio premio per chi ogni giorno lavora al servizio della qualità”. http://www.sito.regione.campania.it/agr ... ufita.html
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16/03/2010, 23:39 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68654 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Piave DOPRiconoscimento comunitario: Maggio 2010 Il Piave è un formaggio di forma cilindrica, a pasta cotta, duro e stagionato, ottenuto con latte vaccino proveniente esclusivamente dalla provincia di Belluno. È caratterizzato da un sapore inizialmente dolce e lattico, che col procedere della stagionatura assume una maggiore sapidità e diventa progressivamente intenso e corposo fino ad una leggera piccantezza nelle stagionature più avanzate. Al consumo si presenta nelle seguenti tipologie: fresco (20/60 giorni di stagionatura), mezzano (60/180 giorni), vecchio (180-360 giorni), vecchio selezione oro (oltre 1 anno), vecchio riserva (oltre 18 mesi). http://www.agraria.org/prodottitipici/piave.htm
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21/05/2010, 18:26 |
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