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Le frodi del BIOLOGICO 
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Sulla stampa tutta, sui mezzi di comunicazione di tutti i tipi (inclusa la rete), riguardo all'operazione di cui potete leggere nel link, è apparsa la GdF... Non una parola sul fatto che era una operazione congiunta della GdFcon l'ICQRF-MIPAAF (che ha laureati in SCIENZE AGRARIE e laureati in TECNOLOGIE ALIMENTARI...). Non vogliamo assolutamente fare le "Primedonne", ma cominciamo a preoccuparci del fatto che sta venendo fuori qualcuno che dice che non facciamo nulla, se non ci fossero i NAS, la GdF, adesso anche il Corpo Forestale dello Stato, adesso l'agroalimentare sarebbe messo ancora peggio e che anzi chiudiamo troppo spesso gli occhi...
Buon Natale a tutti.


23/12/2011, 17:28
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Ovviamente il mio era uno sfogo, più che una semplice segnalazione. Comunque sono pronto a mettere la mano sul fuoco sulla bontà del prodotto BIO fatto con coscienza e lealtà commerciale e di genuinità, lungi da me la volontà di far passare un messaggio di discredito del bio tout court.


23/12/2011, 19:13
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Non è vero che i media non ne abbiano parlato. Ho sentito la notizia su qualche telegiornale e mi pare che anche qui sul forum se ne sia parlato di questa importantissima indagine della Guardia di Finanza :).
Ciao,
Marco

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24/12/2011, 9:51
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Riporto quanto pubblicato il 7 dicembre 2011da Christian Teevs di Spiegel che condivido (Traduzione a cura di Claudia Marruccelli per Italiadallestero.info)
La scoperta di una banda di truffatori italiani fa tremare il settore dei prodotti bio e preoccupa i consumatori. I truffatori hanno piazzato anche sul mercato tedesco prodotti alimentari spaccia
Amburgo – Chi acquista alimentari bio, spesso lo fa mosso da buoni propositi: si fa qualcosa per la tutela dell’ambiente, in difesa degli animali e, come pensa quasi l’80% dei consumatori, anche per la propria salute. Gli esperti però non sono tutti d’accordo, anche se le vicende della carne avariata, delle uova alla diossina e altri scandali che hanno coinvolto la produzione alimentare tradizionale, hanno favorito il boom dei prodotti bio, un tempo considerati un settore di nicchia.ndoli per biologici, spesso agevolati nei loro sporchi traffici da connivenze con le autorità competenti – controlli più severi ricadrebbero sui consumatori.
Potrebbe essere molto più catastrofico per i produttori e i commercianti, il contraccolpo subito dal recente scandalo sugli alimentari. Non sempre quello che si presenta nella confezione come bio di fatto lo è. Una banda di truffatori italiani ha spacciato per biologici 700.000 tonnellate di prodotti alimentari. Farina, soia e frutta secca per un valore di 220 milioni di euro sono stati esportati in numerosi paesi d’Europa, tra cui anche la Germania. Il mercato italiano degli alimenti biologici è cresciuto di tre miliardi di euro nell’ultimo anno.
Esponenti del mondo ecologico hanno tenuto a precisare mercoledì che questa truffa è solo un caso sporadico: sono tutti concordi nel dichiarare che il marchio bio il più sicuro di tutti. In nessun altro settore i controlli sono tanto accurati quanto in quello degli alimenti prodotti in modo ecologico. Ma è davvero così? L’associazione per la difesa dei consumatori ha qualche dubbio. Sostanzialmente le ispezioni da parte delle autorità e delle aziende private di controllo funzionano, dice Silke Schwartau dell’associazione dei consumatori di Amburgo. Però il sistema, in particolare all’estero, non è del tutto perfetto, tenuto conto che il personale addetto ai controllo non è davvero affidabile. "Se poi il lavoro dipende da chi ogni tanto chiude un occhio, allora questo non esclude che vengano commessi errori" avverte la Schwartau.
Le autorità cinesi sono conniventi con i truffatori
Nelle scorse settimane proprio i media nazionali hanno riferito casi di truffa in Cina: alcuni ispettori hanno concesso il marchio bio, in cambio di soldi. Per un paio di migliaia di dollari si può ottenere la certificazione bio, senza che siano state rispettate le condizioni necessarie, ossia assenza di uso di pesticidi o alimenti geneticamente modificati, minor uso di additivi e osservanza di standard più elevati nell’allevamento degli animali.
Anche l’associazione italiana per gli alimenti bio rivendica controlli più accurati. La vicenda mostra punti deboli soprattutto nel controllo delle materie prime importate e impiegate nelle colture della soia e dell’orzo, ma anche nei controlli della catena di produzione più lunga, per esempio per il pane o la pasta. Secondo l’associazione, il settore dovrebbe essere controllato più seriamente per impedire "l’infiltrazione della mafia in un settore in via di espansione". La banda di truffatori ha chiaramente trovato un aiuto nell’ambito dei controlli privati, infatti il direttore del centro di certificazione è stato arrestato. La banda avrebbe acquistato alimenti tradizionali, spacciandoli per biologici e ottenendo il marchio bio europeo. Questa etichetta raffigurata da alcune stelline bianche su fondo verde esiste da solo tre anni, ma in Germania può essere anche affiancata da un marchio a forma esagonale [con la scritta "Bio", NdT].
"Il miglior sistema di controllo non può impedire l’attività di bande criminali", ha dichiarato Alexander Gerber dell’unione per l’agricoltura biologica, "ma può porre fine ai traffici illeciti, come in questo caso". Quindi il pericolo che il consumatore tedesco acquisti prodotti illecitamente dichiarati bio è estremamente ristretto". Gerber ritiene che i casi di truffa rappresentino meno dell’1% del fatturato complessivo dei prodotti bio. Però come è davvero la situazione riguardo la qualità dei controlli nella UE? Stephan Dabbert dell’Università di Hohenheim sta lavorando ad uno studio che intende proprio dare una risposta alla questione. I risultati saranno resi pubblici non prima di quattro settimane, dice Dabbert. Tuttavia appare già chiaro che "in linea di massima il sistema funziona, ma ci sono dei punti deboli". Quindi Dabbert si sta battendo affinché vengano intensificati i controlli nelle gestioni a rischio, per esempio in quelle aziende che già in passato sono state colte in fallo, ma anche in quelle che producono sia prodotti tradizionali che biologici.
Il sistema di controllo perfetto sarebbe troppo costoso
Alcuni centri di controllo e autorità preposte si stanno già dando da fare in questo senso, dice Dabbert, ma non proprio in tutta Europa. Riferendosi alla vicenda italiana l’agronomo raccomanda inoltre di tenere sotto controllo in particolare quelle aziende che potrebbero causare seri danni al mercato. "Quindi società che producono autonomamente molti alimenti o che riforniscono – per esempio di mangimi – un gran numero di produttori". L’opinione di Dabbert è che anche così non è possibile escludere del tutto le truffe. "Un sistema di controllo perfetto però non ha alcun senso. I costi sarebbero troppo elevati". Cioè: alla fine il consumatore risentirebbe dei prezzi troppo cari e nel dubbio non acquisterebbe più prodotti bio.

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24/12/2011, 12:52
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A onor del vero, anche se l'analisi fatta dai tedeschi e che Maurob ha riportato ha molti punti condivisibili, su quello che i tedeschi dicono ci andrei con i piedi di piombo (vedi Escherichia coli dell'estate scorsa...). A parte gli scherzi, è purtroppo vero che gli imbroglioni sono trasversalmente presenti in tutti i punti di una filiera non solo agroalimentare, io comunque del prodotto bio mi fido. A proposito dei controlli e delle ultime vicende, lo so che i media hanno accuratamente riportato la notizia, a me dispiaceva vedere che praticamente in nessun comunicato-stampa appariva un pur minimo riferimento alla presenza dell'ICQRF-MIPAAF alle operazioni al fianco della GdF. Il fatto che quando partecipiamo a operazioni del genere il nostro nome non appare mai, sta facendo passare sempre più frequentemente l'idea che l'ente del quale faccio parte (ICQRF, appunto) non faccia il suo lavoro, che è quello di prevenire e reprimere le frodi nel settore agroalimentare, e che se non ci fossero i NAS, la GdF, ecc., sarebbe un far west...


27/12/2011, 13:52
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Authentic food, per autenticare i prodotti bio
Nel progetto i ricercatori europei considereranno alcuni prodotti biologici vegetali (in particolare pomodoro, cereali e derivati) e completeranno lo sviluppo di una serie di metodi analitici tra i più promettenti ed innovativi per l'autenticazione dei prodotti alimentari di origine vegetale. Lo scopo principale del progetto è mettere a punto degli strumenti che permettano di rafforzare l'affidabilità dei prodotti bio e che garantiscano ulteriormente i consumatori ma anche gli utilizzatori di materie prime, quali i mulini, i mangimifici, i produttori di passate ecc.
Anche metodi analitici innovativi possono contribuire a rendere il bio più sicuro. Un gruppo di ricercatori europei lavorerà nei prossimi tre anni alla messa a punto di un’ “impronta digitale analitica” dei prodotti biologici, che permetterà di identificare il “vero bio” rispetto ai tentativi di frode. Il progetto, più che mai attuale dopo la scoperta della truffa da parte della Guardia di Finanza grazie all’azione “Gatto con gli stivali”, sarà coordinato dall'Università di Copenhagen e vede la collaborazione italiana della fondazione Edmund Mach, con la competenza acquisita negli ultimi anni dal Centro ricerca e innovazione relativamente ai rapporti tra isotopi stabili soprattutto dell'azoto, dell'Associazione italiana agricoltura biologica, Aiab, che definirà le filiere e raccoglierà i campioni da sottoporre ad analisi, e di Bios che parteciperà alla valutazione dell'applicabilità all'interno del sistema di certificazione. Il progetto transnazionale dall'acronimo “AuthenticFood” ha avuto inizio a novembre e prevede la collaborazione di ben 16 partner provenienti da 11 paesi europei, includendo diverse competenze analitiche, agronomiche e di sistema di controllo. Nel progetto AuthenticFood i ricercatori europei considereranno alcuni prodotti biologici vegetali (in particolare pomodoro, cereali e derivati) e completeranno lo sviluppo di una serie di metodi analitici tra i più promettenti ed innovativi per l'autenticazione dei prodotti alimentari di origine vegetale. Lo scopo principale del progetto è mettere a punto degli strumenti che permettano di rafforzare l'affidabilità dei prodotti bio e che garantiscano ulteriormente i consumatori ma anche gli utilizzatori di materie prime, quali i mulini, i mangimifici, i produttori di passate ecc. Gli strumenti analitici che verranno valutati e laddove possibile combinati mediante tecniche statistiche multivariate, includono metodiche di analisi dei residui di fitofarmaci, dei rapporti tra isotopi stabili di diversi elementi e del profilo minerale e metabolomico. Diversi di questi metodi sono già utilizzati per l'autenticazione anche di prodotti biologici, tuttavia va ancora analizzato il grado di affidabilità a seconda delle varianti (clima, varietà, gestione agronomica, specie, tipo di trasformazione ecc.) ed il costo. Il mercato del bio è in costante e solida crescita e questo ha attratto anche l'attenzione di società ed individui disonesti che hanno trovato la via tra le maglie del sistema di controllo per commercializzare fraudolentemente grandi quantità di derrate convenzionali con falsi certificati di biologico. La recente azione della Guardia di Finanzia, denominata “gatto con gli stivali” rende ancora più attuale il progetto e fruibili i risultati, proprio sulle filiere su cui si lavorerà in Italia: grano duro-semola-pasta e pomodoro-salsa. E' ovvio che i metodi analitici non potranno sostituire le serie procedure di ispezione e certificazione, ma di certo potranno risultarne utile complemento sia per gli enti di certificazione che per le autorità deputate al controllo ed anche per le aziende che acquistano materie prime su mercati internazionali. AuthenticFood è cofinanziato dal programma CORE Organic II, parte dell FP7 Era-net project: “Coordination of european transnational research in organic food and farming systems”

Fonte MIPAAF

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16/01/2012, 13:33
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