L'aumento delle emissioni di CO2 farà raddoppiare le dimensioni delle patate dolci
Probabile calo del contenuto nutrizionale. Ma il vero problema è se le patate resisteranno alle temperature più calde
Secondo uno studio di un team di ricercatori dell'university of Hawaii, presentato al recente meeting dell'American geophysical union a San Francisco, l'aumento dei livelli di CO2 previsti per la fine del secolo potrebbe far crescere patate dolci più grandi, un alimento di base in molti Paesi africani e asiatici.
I ricercatori hanno coltivato una varietà di patata dolce a polpa bianca delle Hawaii in ambienti diversi: uno con l'attuale livello di CO2 di 352 parti per milione (ppm) e tre in ambienti a 763, 1.108 e 1.515 ppm. Secondo l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), se non metteremo un freno alle emissoni di origine antropica, entro il 2100 il livello di CO2 nell'atmosfera dovrebbe essere compreso tra 500 e 1.000 ppm.
I ricercatori sottolineano che «Anche a 763 ppm di CO2 i tuberi sono cresciuti più grandi fino al 96%. E' più che probabile che verranno raggiunti livelli molto più alti di CO2 di quanto previsto in precedenza, ed è quindi importante capire come le piante rispondono a concentrazioni di CO2 più elevate. Inoltre, ci si aspetta che il cambiamento climatico faccia il maggior danno nei Paesi in via di sviluppo che dipendono molto dai tuberi come la patata dolce».
I ricercatori ora cercano di capire se l'aumento delle dimensioni delle patate dolci avrà un qualche impatto negativo sul loro contenuto nutrizionale: calorie, fibre, proteine, zuccheri e minerali. Studi precedenti hanno rivelato che il livello di proteine del frumento, riso, orzo e patate scende fino al 15% per cento se vengono coltivati sa livelli di CO2 dopèpi rispetto a quelli odierni. Il fenomeno è causato da una serie di impatti sulla fisiologia vegetale derivanti da livelli superiori del gas serra. Le varietà di patate dolci a polpa arancione e viola sono ricche di beta-carotene, che il nostro organismo converte in vitamina A e che nei Paesi africani vengono coltivate per ridurre la malnutrizione dei bambini.
Gabriela Burgos, che dirige il Laboratorio de calidad y nutrición del Centro Internacional de la Papa (Cip) in Perù, sottolinea che «E' vitale importanza studiare come l'aumento dei livelli di CO2 influenzerà radici e tuberi, perché gran parte della popolazione mondiale dipende da loro per alimentarsi. Al CIP, stiamo cercando di aggiungere più contenuti nutrizionali alle patate ed alle varietà di patate dolci, ma se in pochi anni le varietà saranno oversize, il loro contenuto nutrizionale potrebbe essere diluito. Quindi è bene avere un modo per trattare i cambiamenti previsti».
Wolfang Gruneberg, un genetista del Cip e coltivatore di patata dolce, pensa invece che «Il vero problema non sarà il più alto livello di CO2 atmosferica, ma l'effetto delle temperature elevate sulle piante. Le piante usano l'acqua per raffreddarsi. Ci sono molti posti nel mondo tropicale con siccità. Quindi il problema non sarà il biossido di carbonio, ma il] calore extra che si produrrebbe».
Il Cip sta valutando quale sia il range di temperature che le patate dolci sono in grado di sopportare e per capirlo Gruneberg sta piantando un certo numero di varietà di patate dolci della banca genetica del Cip, la più completa del mondo, nelle zone più calde del nord Perù.
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