Il cioccolato di Modica, lavorato come facevano gli Atzechi al tempo dei conquistadores spagnoli, tecnicamente può essere definito cioccolato "a freddo" ed è granuloso e friabile. Furono proprio gli spagnoli a portare a Modica il "xocoàtl", un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao triturati su una pietra chiamata "metate", in modo da far sprigionare il burro di cacao e ottenere una pasta granulosa. I modicani appresero questa lavorazione dagli spagnoli, senza passare alla fase industriale.
Nella lavorazione a freddo, il cacao non passa attraverso la fase del concaggio: la massa di cacao viene lavorata a 40° con aggiunta di zucchero semolato; non riuscendo a sciogliersi, nè ad amalgamarsi, lo zucchero, dà al cioccolato modicano il caratteristico aspetto "ruvido" dalla consistenza granulosa. La tavoletta di cioccolato modicano ha un colore marrone non uniforme, l'aroma è quello del cacao tostato, con note leggermente astringenti. Viene tradizionalmente aromatizzato con cannella o vaniglia, ma si può trovare facilmente cioccolato al peperoncino, alla carruba, al caffè, agli agrumi. Il cioccolato di Modica si può mangiare così com'è o sciolto in acqua come bevanda.
Il Consorzio di Tutela del Cioccolato Artigianale di ModicaPer proteggere storia, memoria e ricetta del Cioccolato Artigianale di Modica è nato, nel 2003, il Consorzio di Tutela del Cioccolato Modicano, realtà alla quale aderiscono 20 produttori locali.
Il Consorzio ha inoltre avviato l'istruttoria volta ad ottenere il riconoscimento della IGP (Indicazione Geografica Protetta), andando a redigere un vero e proprio disciplinare di produzione che potrà garantire in futuro la salvaguardia e la promozione di un prodotto capace di rappresentare al meglio la grande e secolare tradizione modicana.
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