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Il cibo che gettiamo e la fame nel mondo 
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Il cibo che gettiamo e la fame nel mondo

Il cibo gettato nella spazzatura Usa è pari a 150 milioni di miliardi di calorie l'anno. Secondo uno studio, ogni americano butta via una quantità di cibo sufficiente a sfamare un altro individuo. La rivista PLos One ha pubblicato uno studio della National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda, in Maryland, che rivela un'atroce verità: il cibo gettato nella spazzatura nei paesi sviluppati sarebbe sufficiente a nutrire quelle persone che nei paesi in via di sviluppo muoiono di fame.

Il risultato, che suona ancor più paradossale perché arriva pochi giorni dopo le disastrose conclusioni del summit Fao, potrebbe suggerire di cambiare finalmente approccio rispetto al problema della fame nel mondo. La ricerca calcola il numero di calorie potenziali presenti nella spazzatura, utilizzando un modello matematico che stima il livello metabolico in relazione al peso corporeo e alla quantità di cibo mangiato. Rispetto al 1974, gli scarti alimentari prodotti da ogni singolo cittadino USA è aumentato progressivamente del 50% ed equivalgono a 1400 kcal per persona, pari complessivamente a 150 milioni di miliardi di calorie l'anno. Questo significa, come ha giustamente calcolato il Corriere della Sera on line, che ogni americano, in sostanza, getta via una quantità di cibo sufficiente a sfamare un altro individuo perchè equivale a quasi tre quarti del fabbisogno giornaliero che è intorno a 2000 calorie.

Ma oltre a questo si aggiunge il grave problema dell'impatto ambientale. La spazzatura alimentare contribuisce ad aumentare lo spreco di risorse idriche naturali ( un quarto del consumo mondiale) e di carburanti di origine fossile ( circa 300 barili di petrolio all'anno).
"Quando gettiamo via gli avanzi nella spazzatura - si legge -, finiamo di fatto per sprecare l'acqua e il petrolio serviti per la produzione e il trasporto di quei cibi oltre ad aumentare le emissioni di CO2 e metano per via della decomposizione degli alimenti".

10% della spesa alimentare finisce nella spazzatura

Per un valore di 560 euro all'anno per famiglia, ci sono soprattutto gli avanzi quotidiani della tavola, ma anche prodotti scaduti o andati a male come frutta, verdura, pane, pasta, latticini e gli affettati che si classificano tra i prodotti piu' a rischio. Lo afferma la Coldiretti. Sarebbero i single la categoria con un maggior predisposizione allo spreco alimentare, soprattutto per la mancanza di formati adeguati, ma anche, precisa la Coldiretti, per uno stile di vita che li porta spesso a mangiare fuori casa.
I prezzi al consumo dei prodotti alimentari secondo la Coldiretti sarebbero aumentati quattro volte il valore medio dell'inflazione mentre per gli agricoltori nell'ultimo anno si sono verificati cali del 71 per cento per le carote, del 53 per cento per le pesche, del 30 per cento per grano e latte fino al 19 per cento per l'uva, secondo le rilevazioni Ismea ad agosto.
Pochi centesimi nei campi diventano euro al consumo con il risultato che è stato quindi un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Gli italiani spendono 205 miliardi all'anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.
E con il 10 % della spesa alimentare degli italiani che finisce nella spazzatura, conclude la nota dell'associazione, è insopportabile che il 4,4 % delle famiglie residenti in Italia, per un totale di tre milioni di persone, viva sotto la soglia di poverta' alimentare. Nel bidone finisce infatti una quantità di cibo sufficiente a sfamare piu' del doppio delle persone in indigenza alimentare, in riferimento alla ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sussidarieta' insieme alle Universita' Cattolica e Milano-Bicocca.

Fonte: GreenPlanet.net

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30/11/2009, 9:51
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Sono studi che fanno riflettere.
Marco

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30/11/2009, 11:01
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Noi agricoltori,allevatori,di cibo non ne buttiamo di sicuro.


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purtoppo Campesino siete in pochi ma molto pochi.Nei cumuli di spazzatura che ancora si vedono per molte strrade del napoletano(la differenziata nn piace al potere che predilige l'incenerimento ed i fondi del cip6) vedo ad esempio tanto pane con il quale si potrebbero fare tante cose anche se raffermo.
La cosa più allucinante però è vedere rom o immigrati ma spesso poveri anziani italiani che scovano nei cumuli di immondizia roba da mangiare.

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I


01/12/2009, 0:48
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Campesino ha scritto:
Noi agricoltori,allevatori,di cibo non ne buttiamo di sicuro.


Si è vero, in agricoltura c'è più il senso del valore del cibo, dato che bene si conoscono gli sforzi necessari per produrlo.
Però, da un punto di vista ambientale, anche in campagna si possono migliorare moltissime cose: evitare di bruciare cartucce, teli, corde e buste di materiale plastico, gestire il letame in una maniera corretta e che non favorisca il percolamento dei liquami, stessa cosa per gli oli esausti, sia provenienti dalla cucina, che dalle trattrici, etc.. Purtroppo tutte pratiche molto, ma molto frequenti da osservare in un'azienda e certamente non ecologiche.
Ciao,
Jacopo

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Vandana Shiva


01/12/2009, 7:40
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