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Garanzie inequivocabili in etichetta sui prodotti bio?
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10200
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Ogm: ancora una sconfitta per l’Europa La Cia giudica in maniera negativa il “via libera” della Commissione Ue a tre nuovi mais transgenici. E’ una decisione che va contro le attese dei consumatori e crea un clima di grande incertezza e preoccupazione tra gli agricoltori. Irrinunciabile il principio di precauzione. Il “via libera” dato dalla Commissione Ue a tre nuovi mais Ogm è l’ennesima sconfitta per l’Europa, per i suoi cittadini, per i suoi produttori agricoli. Una decisione che conferma ancora una volta la mancanza di una linea di condotta coerente tra le istituzioni comunitarie su questo particolare tema. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale ribadisce che su un argomento di così rilevante importanza continua ad esserci un atteggiamento poco chiaro che può generare ulteriori problemi.
Le autorizzazioni della Commissione Ue -ricorda la Cia- sono state approvate tramite procedura scritta, a seguito della situazione di stallo sulla questione creatasi nell’ambito del Consiglio dell’Agricoltura di ottobre scorso e l’assenza di pareri, nel luglio scorso, da parte del Comitato di regolamentazione.
La Cia sottolinea che misure del genere vanno contro le aspettative dei consumatori europei che più volte si sono espressi contro le colture transgeniche. Tale decisione disorienta gli stessi agricoltori, alimentando un clima di incertezza e confusione in ambito Ue su un problema molto sentito come quello degli Ogm.
La Cia, nel ribadire che gli Ogm non servono all’agricoltura, evidenzia l’esigenza di tutelare e valorizzare l’agroalimentare di qualità del nostro Paese. Un agroalimentare che ha, nell’agricoltura diversificata, tipica e fortemente legata al territorio, il suo fulcro portante.
Davanti al problema degli Ogm la Cia ribadisce i suoi punti fermi: sicurezza alimentare e principio di precauzione; tutela dei consumatori e dei produttori agricoli; salvaguardia e valorizzazione dell’agricoltura diversificata e saldamente legata alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle nostre variegate realtà rurali; alla qualità e alle nostre sementi e colture produttive; certezze per gli agricoltori.
cia.it
_________________ I
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04/11/2009, 20:01 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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Concordo con quanto riportato dalla CIA. Ho appena raccolto (in regime biologico senza concimazioni) un ettaro di mais rosso (tipo il Marano) per farne farina per la polenta: proteine 11.4% e grassi 5,1%. Resa 26.2 q.li/ha. In altri campi ho un mais uso zootecnico (non dentato!): proteine 7.9% e grassi 4.5%. Resa: 63.3 q.li/ha. Che bella la biodiversità! Ciao, Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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05/11/2009, 10:08 |
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lagallinaiadimeco
Iscritto il: 07/11/2009, 18:10 Messaggi: 4
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ciao a tutti vedo che siete afferrati sul argomento.sono una quasi patologica sostenitrice del bio.non nascondo che molto spesso pagare un kg di lattuga 6-7 euro mi lascia il dubbio se ne vale la spesa? sono soldi spesi inutilmente?.compro natura sì o bio coop.... quanto percento rischio? per questo ho deciso di farmi l'orto nel frattempo il bio che compro cos'e'?
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08/11/2009, 15:39 |
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Trattore
Iscritto il: 02/10/2009, 20:44 Messaggi: 203
Formazione: Agrotecnico
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Cara amica, senza voler - anche solo involontariamente - lasciar passare il messaggio che i prodotti BIO son tutti "Tarocchi", perchè non credo proprio sia così, per maggior certezza (tua e dei tuoi cari), non sarebbe male se acquistassi i prodotti che abitualmente consumi presso il tuo rivenditore di fiducia che, certamente, dovrebbe saperti consigliare per il meglio. Inoltre, come già gli altri amici han riportato nei precedenti post, leggi attentamente il contenuto delle etichette che li accompagnano. Se poi cerchi (come me, del resto) la MATEMATICA certezza di consumare un alimento al 100% biologico, credo che l'unica e più sicura via percorribile, è quella che tu stessa accenni, ovvero curarsi un proprio orticello bio, in modo che mangi ciò che introduci nel ciclo produttivo (stesso discorso se allevi per conto tuo galline, polli, conigli, ecc.) !
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08/11/2009, 18:39 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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...oppure rivolgerti ad un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale): in genere questi gruppi "controllano" direttamente l'azienda presso la quale si riforniscono, biologica o non che sia. In questo modo, a parte non disperdere denaro in inutili passaggi di filiera, l'allevatore/agricoltore rende il proprio lavoro chiaro e sempre "aperto al pubblico", a tutto vantaggio della trasparenza dei processi produttivi. In genere all'interno del Gruppo c'è anche un agronomo/agricoltore che si fa garante di ciò. Su questo sito trovi un elenco dei Gruppi attivi: www.retegas.orgCiao e buona spesa! Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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08/11/2009, 19:52 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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Le origini evolutive dei genomi risalgono all'inizio della vita stessa: la sopravvivenza è il frutto del superamento della pressione ambientale e dell'adattamento. Processo che, per qualsiasi genoma, significa mutazione, un evento spontaneo, intrinseco nella natura del DNA e che porta inesorabilmente alla nascita di nuove forme vegetali o al perfezionamento delle esistenti. I fattori che determinano la comparsa di mutazioni sono diversi: brusche variazioni climatiche, mutilazioni massive della pianta, la presenza nell'atmosfera di materiale radioattivo o mutageno, di UV o altre radiazioni penetranti. E in particolare, la mutazione genomica consiste nel riarrangiamento dell'intero patrimonio genetico di un organismo. Solitamente derivante da disfunzioni meiotiche o da ibridazione interspecifica, esempio significativo e diffuso nel regno vegetale ne è la poliploidia, ovvero la duplicazione per un numero x di volte del corredo cromosomico (n). L'ampio numero di organismi vegetali poliploidi di antica costituzione, identificati più frequentemente in habitat diversi da quelli propri dei loro progenitori, sembrerebbe indicare che la poliploidia sia associata alla capacità nel colonizzare nuove nicchie ecologiche. Le mutazioni di questo tipo che hanno raggiunto il successo evolutivo hanno giocato un ruolo fondamentale in rapporto all'origine delle specie coltivate. Molte derivano da forme spontanee notate, isolate e riprodotte dagli agricoltori probabilmente già dalla preistoria. Piante poliploidi comunemente coltivate sono, ad esempio, la banana (3n), la patata (4n), il mais (6n), la fragola (8n). Come effetto fenotipico possiamo avere un'aumentata resistenza a climi estremi, una crescita vegetativa maggiorata o più rapida, una più elevata concentrazione in metaboliti. Stessi motivi per cui, nei laboratori farmaceutici ed alimentari, vengono indotte artificialmente mutazioni in piante d'interesse: uno dei primi metodi utilizzati è stato l'impiego di colchicina, sostanza che interferisce nelle fasi meiotiche e mitotiche del ciclo cellulare, originando poliploidi. Gli anni '80 e '90 del secolo scorso hanno visto nascere ben tre generazioni di piante transgeniche; tuttavia, nonostante l'avanzato stadio di sviluppo delle biotecnologie in ambito vegetale, oggi si riscontra una controtendenza, con un notevole calo delle sperimentazioni per la creazione di nuovi OGM.
Matteo Floridia Biotecnologo, esperto in piante medicinali, Milano
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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11/11/2009, 15:34 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68793 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Dal primo luglio prossimo i consumatori di tutta Europa potranno riconoscere un prodotto biologico, grazie ad Eurofoglia, il nuovo logo scelto dai cittadini dell’UE.
Allegati:
agricolturabiologica.jpg [ 7.1 KiB | Osservato 667 volte ]
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08/02/2010, 19:23 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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...insomma...poteva andare meglio... Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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08/02/2010, 23:39 |
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tsunaseth
Sez. Industria Lattiero-Casearia
Iscritto il: 30/12/2009, 22:14 Messaggi: 7664 Località: Auckland NZ
Formazione: Tecnico Caseario
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Io rimango molto scettico sul biologico perchè un etichetta non mi convince per niente, quando ti fanno i controlli gli fai vedere quello che vogliono vedere e quando compili le schede ci scrivi quello che vogliono che ci sia scritto e poi..... fai quello che ti pare. Chi mi garantisce che non è così???
_________________ Il rugby è stato inventato dai gentlemen per reagire alla moda fin troppo plebea e stradaiola della pedata: però per non restare troppo delusi, converrebbe meglio nascere in Nuova Zelanda. (Gianni Brera)
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09/02/2010, 0:43 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10200
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quoto senza polemiche quanto detto da tsunaseth quante schede compilate al momento spesso mi chiamano per chiedermi ma al pomodoro in questa fase fenologica che andava dato? Ho letto quel dato sconvolgente di 6-7 euro per un kg di lattuga?ma sono fuori?
_________________ I
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09/02/2010, 1:29 |
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