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Garanzie inequivocabili in etichetta sui prodotti bio? 
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eugenio ha scritto:
scusate ma io ero,sono e rimango scettico sul biologico.E' già difficile riuscire a fare l'integrato e nelle ultime stagioni gli agricoltori lo sanno bene.
Si possono fare tutti i database che vogliono e i registri dei trattamenti o delle pratiche eseguite ma sapete quanta roba gira nelle campagne di origine ignota e quindi nn risultante nelle fatture e nei registri?


Staquoto. Sfido chiunque a riconoscere una carota bio da una a produzione integrata e convenzionale.
Come sempre non dobbiamo generalizzare, anche tracciando tutto e facilissimo trovare la strada lecita, salubre per il consumatore e sicura per l'azienda per vendere prodotti bio, che di bio hanno solo le analisi sui residui.
Io crederò nel bio ortaggi, quando i controlli saranno fatti in tutte le fasi fenologiche delle colture e a sorpresa.
Scrivendo un mio pensiero, per me è molto più facile fare bio in settori diversi dal ortofrutta, mi fido di più di una bisteccha bio che di una carota bio.


01/11/2009, 11:42
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Ciao a tutti,
premetto che io sono un sostenitore del metodo biologico fin dal suo “inizio”, non tanto come “biologico” in sé, ma come sistema produttivo alternativo a quello tradizionale, che, a mio avviso, è dimostrato essere ormai fallimentare e certamente non lungimirante. Ciò non toglie che ne veda, lavorandoci ormai dentro da un po’ di anni, anche i molti, troppi ahimè, lati negativi e carenze.
Tutti sappiamo che basta “comprare con lo scontrino” e in più volte - e non fatturare - un concime non ammesso per poterlo interrare quasi sicuramente senza rischiare “non conformità”.
Più difficile, invece, è per i diserbanti, che, ad un controllo sui raccolti possono essere facilmente rilevati.
Non vorrei che si ragionasse “all’italiana”: dato che non siamo in grado di controllare e gestire correttamente un sistema, si preferisce eliminarlo e screditarlo, piuttosto che impegnarsi a farlo funzionare. Sempre che si creda nella correttezza di tale processo, ovviamente.
Il Biologico VERO, se fatto correttamente, fa muovere il cervello, costringe a ragionare, a calcolare bene i tempi, a cambiare le macchine operatrici, le varietà dei semi impiegate, la gestione del letame, le rotazioni dei pascoli, la conduzione tutta degli animali, evitando di impigrirsi e pensare che per avere un utile a fine mese basti aumentare la dose di concime o cambiare principio diserbante. Personalmente, ritengo filosoficamente ed economicamente errato gestire anche la concimazione alla stregua di un convenzionale “modificato”: impiegare pollina, guano e simili con tassi di N altissimi, quasi alla pari del prodotto convenzionale (come predicano tutti i rappresentanti quando capitano in azienda per promuovere un nuovo concime), non è un successo, ma una sconfitta, ignorando la provenienza di tali prodotti e il vero motivo per cui si sta coltivando in regime biologico.
Concludo: il sistema Biologico è certamente carente, garantendo però un minore quantitativo di input chimiche rispetto al convenzionale per l’agricoltore e soprattutto per il consumatore. Ciò favorisce la scelta e la consapevolezza maggiore di una spesa più “responsabile”.
Per quanto riguarda le qualità nutrizionali dei prodotti da agricoltura biologica: si sventolano come scandali da troppi anni ricerche – più o meno ben fatte – sulla comparazione dei prodotti bio vs. convenzionali, additando come sensazionale il fatto che NON VI SIANO DIFFERENZE…e se anche fosse? Pensate che risultato avere le stesse qualità nutraceutiche di un grano tenero o di un pomodoro non utilizzando aratro, ma ripper, non urea, ma letame, non diserbo, ma erpice strigliatore?!? Bel risultato, no? Sempre che sia effettivamente così…
Un caro saluto e buona domenica,
Jacopo

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


01/11/2009, 12:12
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Jacopo io non sono contro il bio vero sia ben chiaro.
Ma se sei nel settore mi spieghi come è possibile dichiarare bio appezzamenti di 1 ha scarso con confinanti stra convenzionali??? mettendo 4 file di mais!!!??.
Inoltre, sei cosi sicuro che si trovano tutti i diserbanti??? chi fa carote bio come combatte la cuscuta (un esempio a caso)
Poi non parlavo di valori nutrizionali, ma presenza o assenza di residui.


01/11/2009, 14:13
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mi sembra che siamo tutti del mestiere ed ognuno con le proprie esperienze.RIRIStraquoto Paolo per i suoi interventi e quando mi riferisco a quello che circola nelle campagne nn è riferito al concime nn registrato nel biologico ma ai prodotti che girano in nero e quindi seppur utilizzati nn risultano e per i residui basta fare delle prove.
Mi chiedo poi xchè un seme prodotto in convenzionale o integrato nn può essere utilizzato in biologico? forse pieno di residui? ed in questo caso x legge nn potrebbe essere commercializzato
xchè tutti contro l'aratura quando per decenni ha rappresentato con tutti i suoi difetti il migliore sistema per massimizzare le rese e mettere a coltura terreni difficili?veramente il ripper è la panacea contro tutti i mali?
Lo strigliatore funziona contro tutte le malerbe?
come giustamente detto da Paolo aziende piccole circondate da altre convenzionali possono essere biologiche?
Credo nell'integrato onesto xchè aiuta la tasca del coltivatore ed anche del consumatore

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01/11/2009, 17:12
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Ciao,
cercherò di dire come la penso sui vari temi trattati.
- I semi che possono essere impiegati in regime biologico sono quelli ENSE certificati biologici, quelli non-ENSE scambiati tra agricoltori del comprensorio ma certificati biologici, quelli da agricoltura integrata e convenzionale a patto che non siano stati conciati con anticrittogamici e che si sia presentata all’ENSE la richiesta di deroga un mese prima della semina.
- Per quanto riguarda la coesistenza tra bio e convenzionale, se ne sta parlando veramente molto negli ultimi tempi, soprattutto in materia di inquinamento da OGM. Per il mais, si va dai 25 m della Spagna, fino ai 1000 m della Germania, quindi diciamo che un’armonizzazione è necessaria! In media, comunque, sembra che il polline non arrivi oltre i 100 m e che quasi tutta l’impollinazione incrociata avvenga all’interno di 20 m dalla pianta madre. Per la colza, invece, parliamo di distanze ben più ampie: circa 6 km!
Comunque, di residui ve ne saranno più nelle produzioni provenienti da “campi stra-convenzionali”, oppure in verdure coltivate su campi vicini ai precedente, ma dove, al loro interno, non vengono impiegati prodotti chimici?
- Chiaramente il ripper non può essere la panacea dei mali dell’agricoltura, ma nemmeno l’aratro penso lo sia. Usando il cervello, discissure (45-50 cm o più) o anche lavorazioni minime (10-15 cm) eseguite con erpici a dischi, fanno ridurre la spesa, rispetto ad arature profonde, di circa 100 Euro o più ad ettaro per l’esecuzione delle operazioni meccaniche. Comunque, in presenza di coperture erbose veramente forti, o si procede all’aratura, oppure è possibile passare una volta con l’erpice a dischi e poi procedere alla di scissura.
- La strigliatura è veramente efficace sulle malerbe allo stadio iniziale (dicotiledonare), mentre risulta inefficace oltre lo stadio di plantula, a 2-3 foglie vere. Quindi non bisogna agire in ritardo! Sui cereali autunno-vernini si può effettuare una strigliatura in presemina, seguita da 2/3 strigliature in postemergenza: a inizio accestimento, a fine accestimento e ad inizio levata. Sul girasole si può strigliare nell’immediata pre-semina, seguita da 1 o 2 interventi ravvicinati, dallo stadio di 2 foglie vere in poi, seguiti chiaramente da una sarchiatura o una rincalzatura.
- Per quanto riguarda la cuscuta, l’impiego delle tradizionali tecniche, anche se non sempre di esito certo, non è permesso in agricoltura biologica (fumiganti nei letti di semina come bromuro di metile e in pieno campo disseccanti come il Diquat sulle piante attaccate). Quindi, prima cosa, adottare rotazioni “intelligenti”, poi vagliare molto bene i semi autoprodotti prima di riseminarli. Se, nonostante ciò, la cuscuta ha colonizzato un campo, l’unica cosa da suggerire è il pirodiserbo, che, per altro, non “toccando” il letto di semina, risulta molto interessante per l’impiego sulle false semine su cui seminare ortaggi.
- I principali accertamenti analitici per la rilevazione di residuo di fitofarmaci dovrebbero essere fatti su: fungicidi (ditiocarbammati, clorotalonil, procimidone, vinclozin e ftalimmidici) e insetticidi (clorurati, fosforiti e carbammici) per ortaggi e insetticidi fosforiti e carbammici, fungicidi (ftalimmidici e benzimidazolici), tibendazolo, difenilammina e etossichina per la frutta.
Buona serata,
Jacopo

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Vandana Shiva


01/11/2009, 21:20
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Amici, concordo il pensiero (indubbiamente dettato dall'esperienza "sul campo") di ciascuno. E ribadisco che - almeno a mio modesto avviso - è sicuramente possibile realizzare e ottenere ottimi prodotti bio se, anzitutto, il coltivatore o l'allevatore applicano SCRUPOLOSAMENTE i disciplinari in materia e non si lasciano "incantare" dalle facili sirene di scappatoie più economiche di quelle che bisognerebbe impiegare. E, a corollario di ciò, il lavoro dev'essere valorizzato e certificato (pure in etichetta, quindi) da periodici e severi controlli da parte degli Enti preposti. Ci guadagnerebbero tutti alla fine: dal produttore al consumatore ;) !


01/11/2009, 23:40
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Accettando il saggio consiglio di Jacopo di usare il cervello e fare le cose con intelligenza(rammento che in campagna difficilmente ho notato agricoltori fare cose poco intelligenti e forse da qui il detto che hanno cervello fino) mi limito solo a replicare che io ho parlato di integrato e nn di convenzionale.Inoltre parla di risparmio sull'aratura usando discissori e poi usiamo 4 volte lo strigliatore?In terreni argillosi e le nostre zone interne ne sono piene provate a nn fare l'aratura.
Riguardo i controlli sulle sostanze quanto dice è noto tanto che si attrezzano per evitare che residui compaiano ai controlli.
Sulle distanze x gli ogm nn mi preoccuperei visto che mi preoccuperei più per un trattamento con un cannone su un appezzamento di poche migliaia di metri e che confina con tanti altri appezzamenti.
Ribadisco che l'integrato serio ed onesto può aiutare le tasche di coltivatori e consumatori.

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02/11/2009, 0:23
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Giusto Trattore e Eugenio!
L’importante è fare le cose nella maniera più corretta.
E’ che io vorrei che tutti ci impegnassimo affinchè lasciassimo un Mondo migliore di quello che abbiamo trovato e, a pensarci bene, non è che sia così difficile…
Nelle mie zone, purtroppo, invece io ho visto più di una volta lavorazioni eccessive e/o errate effettuate per un retaggio di credenze popolari contadine o, peggio, per una sorta di “machismo” che pervade inspiegabilmente il contadino: trattore 300 CV e aratro a 4 corpi voltaorecchio per coltivare una ventina di ha…mah??!!??
Per l’erpice strigliatore, pensa che io utilizzo in realtà un progenitore dello strigliatore, l’erpice Howard, e al massimo passo i campi seminati con grano tenero e orzo una sola volta a gennaio/febbraio con un tratto retto 45 CV 2 RM con 5 m di lavoro: una pacchia!
Un caro saluto a tutti,
Jacopo

P.S. – Per Eugenio: scusa, non ho capito il discorso sul cannone?

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Vandana Shiva


02/11/2009, 17:37
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volevo dire che trattamenti con cannoni vanno ben oltre le ampiezze del proprio appezzamento e quindi i residui travalicano, riferito quindi ad aziende biologiche molto piccole con attorno aziende convenzionali.

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02/11/2009, 18:39
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Vero.
Ok, capito.
Ciao,
Jacopo

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Vandana Shiva


02/11/2009, 18:55
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