Il caso delle fragole cinesi che avrebbero intossicato circa 11mila bambini in Germania non ha fatto scattare un vero e proprio allarme a livello europeo ma, forti delle esperienze passate, l’informazione è stata subito diramata a tutti i Paesi europei. Nessun rischio, comunque, per l’Italia, che non importa questo frutto dalla Cina.
A fine settembre si sono registrati 11mila casi di gastroenterite in 500 scuole e asili di tre regioni tedesche. Le prime sospettate, le fragole congelate provenienti dalla provincia cinese dello Shandong, sono state analizzate dall’istituto Robert Koch, che ha effettivamente riscontrato la presenza del norovirus, un virus capace di sopravvivere anche a – 20°. È bastato perché la multinazionale dei servizi mensa Sodexo, che inizialmente aveva negato ogni responsabilità nell’accaduto, tornasse sui suoi passi, comunicando di voler indennizzare le vittime.
Nessun allarme europeo
La Commissione europea è stata informata lo scorso venerdì 5 ottobre delle intossicazioni e ha provveduto immediatamente a mettere al corrente, a sua volta, le altre capitali.
Nessun allarme, però: “Allo stato attuale – ha spiegato Frederic Vincent, portavoce del Commissario europeo alla Salute John Dalli – la contaminazione sembra riguardare solo la Germania, quindi non è stato fatto scattare lo stato di allerta”.
Non si sottovaluta certo l’accaduto: le autorità tedesche hanno richiamato le partite incriminate ancora in commercio e stanno provvedendo a tutti gli accertamenti, per determinare con assoluta certezza che siano state proprio le fragole dello Shandong a provocare i fenomeni di vomito, diarrea e nausea nei piccoli malcapitati.
È freschissimo, infatti, il ricordo dell’epidemia di Escherichia coli scoppiata la scorsa primavera, inizialmente attribuita erroneamente ai cetrioli spagnoli, salvo poi scoprire che era stata causata da germogli di soia coltivati in Germania, Paese che aveva subito 32 delle 33 vittime.
Italia fuori pericolo
Il nostro Paese, comunque, non dovrebbe essere a rischio: dai dati Istat sugli scambi commerciali Italia-Cina nel primo semestre 2012, non risultano importazioni di fragole da Pechino, né fresche né preparate o conservate.
Al di là del caso specifico, Coldiretti fa comunque notare che il record di segnalazioni per irregolarità nei prodotti alimentari in Europa spetta proprio al Paese dell’Estremo Oriente: su oltre 3mila avvisi nel 2010, il 13% riguardava cibi cinesi. Tra i problemi che emergono più frequentemente, la contaminazione dovuta a materiali impropri usati per gli imballaggi ma inadatti a stare a contatto con gli alimenti.
Fonte Agronotizie
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