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E' importante acquistare alimenti "Made in Italy"? 
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Sez. Orticoltura
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LONDRA (9 febbraio) - La guerra tra Gran Bretagna e Italia passa anche attraverso la tavola. La contesa questa volta è tra cavolfiori e broccoli. I britannici sembrano aver voltato le spalle al cavolfiore, elemento indispensabile del “sunday roast”, il tradizionale arrosto domenicale del Regno Unito e al pallido “cauliflower” indigeno, verdura di accompagnamento di monti piatti, a favore degli italianissimi broccoli, prodotto d'importazione più costoso e alla moda.

E così Il Times annuncia una campagna che l'associazione Brassica Growers lancia per il ritorno alla verdura di identità britannica. La Brassica oleracea botrytis, il cavolfiore appunto, lancia dunque la sfida al “superfood” (ovvero ricco di proprietà benefiche) broccoli, chiamato così (ma sempre al plurale) in lingua inglese. Entrambi fanno parte della stessa famiglia, quella delle brassicacee e, secondo l'associazione per la difesa del cavolfiore, hanno delle simili proprietà nutrizionali. Ma l'italiano ha da qualche anno il vento in poppa nelle vendite.
Calo della produzione Non è solo un attaccamento alle tradizioni che accende così gli spiriti britannici. La produzione di cavolfiore è crollata del 35% e molti agricoltori stanno pensando di abbandonarne la coltivazione. Le statistiche del governo rivelano che lo scorso anno sono stati dedicati solo 9.503 ettari di terra alla coltivazione del cavolfiore, una consistente diminuzione se paragonati ai 13.382 ettari di dieci anni prima. La lotta vegetale si tinge, dunque, di toni nazionalisti: preferendo i broccoli, le coltivazioni britanniche ne perdono a favore di una verdura importata, che costa di più e fa guadagnare di meno all'economia del paese. «Vogliamo un revival del cavolfiore - dice al Times il presidente della Brassica Growers Association, Phillip Effingham - è triste vedere il suo declino causato dal successo dei broccoli. Vogliamo riportare il cavolfiore al posto che gli spetta di diritto: le nostre tavole. Stiamo dimenticando le basi della nostra alimentazione, il suo valore nutrizionale, la sua appartenenza alla cultura britannica e la sua versatilità».

La risposta di Zaia. In risposta alla politica protezionista inglese il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, scende in campo a favore del broccolo italiano. «Sappiamo per esperienza che il cavolfiore britannico può esser buono, entrando nel merito, consiglierei a tutti i cittadini britannici di assaggiare i nostri broccoli e di verificarne il sapore e le qualità. Broccolo, olio extra vergine di oliva e pasta italiana: si sta in forma, si dimagrisce e si vive meglio».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... ez=LEALTRE

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12/02/2009, 18:27
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Sez. Tartufi
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Anche nel Regno Unito quindi hanno una sola bandiera, quella blu con tante stelle che formano un cerchio.

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Saluti,
Flavio.


14/02/2009, 18:29
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La spesa in casa non la faccio io e mi rendo conto che acquistando sempre prodotti italiani, certificati, tipici e magari biologici il costo della spesa aumenterebbe un po' troppo.
Comunque sia quando posso acquisto, o faccio acquistare da mia madre, prodotti di provenienza italiana (cosa che avviene praticamente sempre e per ogni prodotto), sia perchè sono campanilista e preferisco dare i miei soldi prima agli italiani e sia perchè, vista l'immagine che il nostro settore agroalimentare ha ottenuto a livello mondiale, i controlli sulle filiere produttive sono per la QUASI totalità sicuri e garantiti.
Le frodi ci sono e sempre ci saranno ma, se c'è una cosa che al momento attuale funziona in Italia, questo è il controllo qualità-salubrità sui prodotti italiani.

All'estero non c'è questa cultura del cibo nutrizionale-salutista, quindi non si pone neanche tanta attenzione nei processi produttivi (concimazioni, trattamenti..) per ottenere, per esempio, una zucchina che non abbia troppi nitriti o che abbia invece molte vitamine e sali minerali. In molti paesi basta rientrare nei parametri di legge per quanto riguarda fattori nutrizionali e sostanze nocive; in Italia invece si cerca invece un prodotto salutare e funzionale.


18/02/2009, 18:44
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Inoltre basta vedere quanto siano sicuri i prodotti Cinesi... mamma mia! Viene paura solo a pensarci!


18/02/2009, 18:46
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secondo me l'ulteriore passo per "migliorare", sarebbe acquistare prodotti del luogo, magari provenienti da coltivatori vicini, o almeno della stessa provincia.
in questo modo sarebbe anche possibile un controllo periodico diretto del consumatore sul produttore!
Luke

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18/02/2009, 20:53
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Perfettamente d'accordo!
I piccoli coltivatori sarebbero incentivati a curare il territorio visto che anche piccoli appezzamenti potrebbero fornire un reddito e non si vedrebbe il solito abbandono che caratterizza le nostre campagne.
Il problema sorge per chi vive nelle grosse città ed ha difficoltà a spostarsi, per problemi di traffico, parcheggio una volta tornato a casa ecc ecc..


18/02/2009, 23:30
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E' la tanto auspicata "filiera corta" che dovrebbe consentire un rapporto diretto tra produttore e consumatore.
Auspicherei una semplificazione fiscale e normativa x questo tipo di attività, per poterla incentivare.
Siamo sempre e troppo burocratizzati.
ciao

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I


19/02/2009, 0:45
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Tra biologico e biodiversità, primato italiano in Europa e nel mondo
Il primato spetta ai prodotti ortofrutticoli. Seguono, a ruota, gli oli d’oliva, i formaggi, i prodotti a base di carne, e altre ghiotte tipicità. Una realtà produttiva, quella delle eccellenze, in forte crescita, soprattutto nel Mezzogiorno
C’è un’Italia di qualità che esprime primati importanti che pochi conoscono. Per esempio quelli del nostro agroalimentare.
Ci ha pensato la Fidal (Federazione dell’Atletica Leggera), con la sua “Casa Italia”, a metterli in luce, e non poteva essere diversamente visto che è una organizzazione che di primati se ne intende, grazie ai nostri numerosi campioni, alcuni dei quali nella leggenda.
La scoperta, da parte di Casa Italia, di questi nostri primati agroalimentari ha portato alla ideazione e nascita di una maratona molto particolare, quella finalizzata alla promozione del “gusto e delle bellezze d’Italia”, costituita da una serie di tappe in Austria e in Germania, prima di raggiungere, nella metà di agosto, Berlino e accompagnare, con i profumi ed i sapori delle nostre eccellenze alimentari e dei nostri vini, le prestazioni dei nostri atleti ai Campionati del mondo di Atletica Leggera.

Parto dal primato delle Dop e Igp, i prodotti di qualità certificata che rappresentano, con l’origine, territori ricchi di storia, di cultura e di tradizioni, soprattutto culinarie; ambienti e paesaggi particolari; oltre 100.000 aziende che sono, a giusta ragione, da considerare l’anima di questi prodotti; un giro di affari che tocca i dieci miliardi di euro, di cui otre il 90% riferito a due prosciutti (Parma e San Daniele) e a due formaggi (Grana padano e Parmigiano reggiano), le eccellenze più diffuse per la disponibilità di quantitativi sufficienti per una loro ampia diffusione.
Anche gli ultimi dati, fine settembre 2008 l’Italia, danno all’Italia, con 173 prodotti certificati, il primato nella graduatoria europea dei prodotti Dop e Igp riconosciuti, le eccellenze qualitative del nostro agroalimentare.
Poco più del 20% del paniere europeo complessivo (820), con la Francia che segue da vicino (161) e poi più distanti la Spagna (117), il Portogallo (114), la Grecia (86), a dimostrare, se ce ne fosse bisogno, il valore del Mediterraneo, con i Paesi che gravitano su questo bacino tutti impegnati a mettere in mostra il loro ricco patrimonio agroalimentare, fatto di eccellenze qualitative.
Segue, a ruota, la Germania con 73 riconoscimenti. Tutti insieme questi sei paesi coprono il 90% del paniere europeo
La Regione Emilia –Romagna è quella che registra il maggior numero di certificazioni, seguita dal Veneto; Lombardia, Toscana e poi tutte le altre.
Per quanto riguarda i prodotti il primato spetta agli ortofrutticoli (55); a seguire gli oli d’oliva (38); i formaggi (35); i prodotti a base di carne (29). Le rimanenti denominazioni sono pari a 16 e si riferiscono alla panetteria; carne fresca e altri prodotti di origine animale; a spezie e olive da tavola.
Le aziende più numerose sono quelle olivicole, più della metà, seguite da quelle dei formaggi e poi da quelle che producono ortofrutta. In totale sono circa 80 mila aziende agricole, per una superficie coltivata che supera i 130 mila ettari.
Poco più della metà di queste aziende sono al Nord, dove è anche ubicato il 58% degli allevamenti, mentre il sud detiene oltre il 50% della superficie coltivata.
Le aziende di trasformazione e di stoccaggio superano le 6.000 unità
Una realtà produttiva, quella delle eccellenze qualitative, in forte crescita, soprattutto nel Mezzogiorno a rappresentare territori vocati alla qualità.
I prodotti Dop sono anche quelli più clonati sul mercato mondiale, tant’è che si calcola che la pirateria sottrae al nostro mercato tra i 50 e i 60 miliardi.
357 Denominazioni di origine ( 41 Docg e 316 Doc) e 120 Igt ( indicazioni geografiche tipiche) è il primato espresso dalla nostra vitivinicoltura, con alcune migliaia di tipologie di vino che ci permettono di presentare territori tra i più noti al mondo, che hanno come testimoni queste vere e proprie preziosità. Una realtà che ci ha permesso di dare quella immagine di successo che, oggi, vivono i nostri vini sui mercati del mondo e di consolidare il primato della nostra esportazione.
Ed ancora, il primato in Europa nel campo delle produzioni biologiche, con 50 mila aziende coinvolte, pari a 1/3 delle imprese biologiche attive europee, e oltre 100.000 ettari di superficie interessata, soprattutto per le produzioni ortofrutticole.
Infine, il primato della biodiversità:
- 221 vitigni autoctoni che, con le loro uve, partecipano alla composizione di quel patrimonio unico al mondo che sono, come si diceva sopra, le migliaia di tipologie di vini frutto della storia, della cultura, della passione dei nostri bravi produttori e trasformatori, della diversità, non solo ampelografia, ma anche di quella orografica e della natura dei terreni;
- oltre 400 varietà di olivo autoctone, più del doppio di quelle che sono a caratterizzare l’olivicoltura del resto del mondo, compreso il quadro di biodiversità dei paesi mediterranei.
Già oggi si parla di 350 tipi di olio, un patrimonio che nessun altro Paese al mondo può vantare.
Con la realizzazione de “ L’Olivoteca d’Italia”, un progetto che verrà presentato ufficialmente a Trieste, l’8 di marzo, in occasione della bella manifestazione “Olio capitale”: link esterno
Un insieme di primati che danno valore e significato alla nostra agricoltura ed alla sua centralità e modernità, e, quindi, possono servire per comunicare al consumatore le peculiarità di ognuno di questi primati, che stanno a significare qualità, diversità, tracciabilità, qualità ambientale, ricchezza di offerta finalizzata a soddisfare al meglio il consumatore, anche il più esigente.
Primati che rappresentano una grande opportunità per competere e vincere sui mercati del mondo.

di Pasquale Di Lena
14 Febbraio 2009 TN 6 Anno 7

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19/02/2009, 17:04
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beh, per applicare la filiera corta anche alle grandi città la soluzione ci sarebbe: G.A.S., ovvero gruppi d'acquisto solidale.
ne ho giò parlato in altri interventi e in altre sezioni, quindi magari non vorrei sembrare ripetitivo...
sono sempre più convinto che il consumatore abbia un ruolo indirettamente decisivo sulle scelte di mercato, condizionando quelle che poi saranno le scelte del produttore, il quale ovviamente ha tutto l'interesse a produrre ciò che il mercato, cioè il consumatore, richiede.
magari allora si dovrebbe insegnare ai consumatori a fare scelte più attente al "Made in Italy", alla filiera corta, alla sicurezza e salubrità degli alimenti; fattori che si accomunano in un prodotto che potremo definire "perfetto".
Luke

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19/02/2009, 21:33
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http://www.facebook.com/topic.php?uid=3 ... topic=5650
Allego questo link riguardo alla migliore pizza fatta a Napoli sperando possa essere di aiuto a quanti trovandosi a Napoli per lavoro o per piacere vorranno gustare la pizza napoletana in tutte le sue formidabili varianti.
Credo che sia l'alimento italiano più conosciuto ed apprezzato nel mondo
ciao

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20/02/2009, 0:18
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