Io non farei distinzione tra carne proveniente dal Brasile e quella proveniente dalla Danimarca (a parte i km percorsi, aspetto da non trascurare). e non ne faccio una questione di qualità, ma di trasparenza nei confronti del consumatore. Ma se si dovesse estendere questo principio a tutti i prodotti agro-alimentari resterebbe poco di prodotto in Italia da materia prima italiana. Pensiamo alla pasta...
Certo che gli interessi economici sono importanti. Per la Bresaola della Valtellina si parla di 300 milioni di giro d'affari e di quasi mille posti di lavoro.
Marco

...che peccato...pensiamo quanto una corretta cultura alimentare potrebbe dare all'Italia...posti di lavoro, aumento dell'allevamento, sia come numeri, che come "valore sociale", riduzione dell'inquinamento...e alimentazione sana!!!

Jacopo

Categorie di cibi con l'indicazione di provenienza in etichetta:
- Carne di pollo e derivati
- Carne bovina
- Frutta e verdura fresche
- Uova
- Passata di pomodoro
- Latte fresco
- Pesce
- Olio extra-vergine di oliva
- Miele

Categorie di cibi NON hanno l'indicazione di provenienza in etichetta:
- Pasta
- Carne di maiale e salumi
- Carne di coniglio
- Frutta e verdura trasformata
- Formaggi
- Derivati dei cereali
- Derivati del pomodoro
- Carne di pecora e agnello

Ho trovato questo (Fonte Corriere delle Sera). E' una verà giungla.
Marco

Che caos!
Jacopo

Ma per mancanza di indicazione di provenienza ti riferisci alla materia prima, giusto?
Luke

Penso dipenda dal cibo. Ad esempio, per le carni bovine la tracciabilità è totale.
Marco

al di là della mancanza di marezzatura e di grasso nella carne di zebù ma secondo voi nn influisce il costo di produzione?il trasporto x quanto costoso rende cmq più conveniente l'acquisto estero che nn l'allevamento locale.Vedi anche acquisto di prodotti agroalimentari cinesi.
ma voi pensate che in Brasile o Argentina se ne fregano del benessere animale? sono così attenti all'alimentazione?all'uso di sostanze farmaceutiche?

se consideriamo l'aspetto qualità e spt salubrità di quanto mangiamo, il fatto che queste carni, prima di arrivare negli stabilimenti della Valtellina per la trasformazione in bresaola, percorrano km e km non incide forse sul prodotto finito in termini di conservanti utilizzati per il lungo viaggio? se anche gli animali venissero trattati benissimo e non ricevessero più farmaci o più alimenti "dubbi" rispetto a quelli italiani, la carne a quali trattamenti successivi è sottoposta prima di arrivare in Valtellina? insomma, "la catena del freddo" vale solo per i prodotti ortofrutticoli?

Ely,
in genere le fese vengono congelate e così viaggiano: penso - spero - che la catena del freddo venga mantenuta.
Pensa però all'impatto sull'ambiente di un pezzo di carne così, rispetto ad un'origine locale della materia prima...e poi ai trattamenti con additivi chimici necessari per trasformare una carne scongelata in bresaola...
Inoltre, vengono acquistate esclusivamente fese (taglio nobile), mentre in origine - ed è possibile anche oggi - la bresaola veniva fatta anche con tagli dell'anteriore, per valorizzare l'intero animale...
Insomma, direi che niente è come dovrebbe essere!
Jacopo

eh sono questi che mi preoccupano....



Alien...insomma...
forse perchè di mucche in Valtellina non ce ne son tantissime e quindi per soddisfare la domanda (sfamare i turisti) si importa dall'estero