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Bpa e i biberon pericolosi 
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Il Bisfenolo A è una sostanza chimica di larghissimo uso. Se ne producono tre miliardi di chili all'anno e viene usata nei cibi confezionati e per produrre contenitori in plastica per alimenti e biberon. Sulla sua pericolosità ci si interroga sin dagli anni 30 e in Canada è vietato dal 2008. 'Antidote Europe', un gruppo di esperti e scienziati di Perpignan in Francia, ha promosso una campagna informativa per chiedere al presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, di bloccare l'utilizzo del Bisfenolo A nella produzione di contenitori per alimenti e in particolare nei biberon.

L'associazione francese accusa l'Efsa che"si accontenta di prendere in considerazione gli studi tossicologici standard sugli animali e scarta gli altri, compresi quelli che riguardano gli uomini, i dati epidemiologici e il materiale biologico umano, cioè cellule e tessuti".

Molte ricerche spiegano che il Bpa impedisce alle cellule umane di opporsi allo stress ossidativo, alla proliferazione del cancro, alla stimolazione ormonale. In particolare, il Bisfenolo A sembra favorire lo sviluppo di patologie come il Parkinson, l'Alzheimer, il diabete di tipo Due e danneggia lo sviluppo sessuale e la fertilità del maschio.

Un altro problema deriva proprio dall'uso che abitualmente si fa di questo tipo di materia plastica, il Bisfenolo A, produzione di biberon in primis. Il Bpa si sprigiona spontaneamente a contatto con l'acqua (fino a 50 volte in più se il liquido è caldo), con i detergenti, le sostanze acide e quelle grasse, quindi anche con gli alimenti. In tutti i paesi industrializzati se ne fa uso quotidiano e gli studi dimostrano che si trova maggiore concentrazione del Bpa nel corpo delle donne e nei bambini (fino a 12 volte più degli adulti). Anche se non si riscontrano alti tassi di intossicazione negli esseri umani, la struttura della sostanza chimica potrebbe avere affetti sulla salute a medio e lungo

Ma il Bpa si trova anche negli alimenti: secondo la rivista indipendente ConsumerReports.org, il contaminante è stato trovato anche in cibi la cui etichetta recava l'indicazione BPA-free. L'analisi si è svolta su 19 prodotti, tre confezioni ogni prodotto, lotti differenti. Sono stati analizzati, succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti. Su quasi tutti i prodotti è stata riscontrata la presenza del BPA, nei prodotti organici la quantità non era diversa dagli omologhi "normali". Le attuali linee guida limitano l'esposizione ad un massimo giornaliero di 50 microgrammi di BPA per chilogrammo corporeo, ma questa soglia si basa su esperimenti condotti negli anni 80, piuttosto che su centinaia di studi di laboratorio più recenti i quali indicano che possono esserci gravi rischi per la salute a dosi ben minori.

Data la rilevanza dell'esposizione al BPA per neonati e bambini sono stati testati anche prodotti destinati all'infanzia: il 100% succo di mela della Nestlè e un campione della Similac Advance Infant Formula. Il BPA riscontrato in questi prodotti non è stato tra i più elevati, ma potrebbe rappresentare un rischio comunque. Dato che un bambino consuma quantità notevoli di questi prodotti, bere tre porzioni al giorno di succo di mela con i livelli di BPA comparabili ai livelli trovati nei campioni usati nel test, porterebbe ad una dose di BPA che è più del limite giornaliero.

da Il futuro dei consumi di Roberto La Pira e Mala Cibus Currunt

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07/12/2009, 11:13
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Non ho capito se il Bisfenolo A si trova solo negli alimenti conservati in certi contenitori di plastica o in tutti ("L'analisi si è svolta su 19 prodotti, tre confezioni ogni prodotto, lotti differenti. Sono stati analizzati, succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti. Su quasi tutti i prodotti è stata riscontrata la presenza del BPA").
Marco

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07/12/2009, 12:51
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Bisfenolo A Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica usata prevalentemente in associazione con altre sostanze chimiche per produrre plastiche e resine. L’esposizione al BPA attraverso il cibo è dovuta al suo impiego in talune materie plastiche e altri materiali. Ad esempio, il BPA è usato nel policarbonato, un tipo di plastica rigida trasparente. Il policarbonato viene utilizzato per produrre recipienti per uso alimentare come le bottiglie per bibite con il sistema del vuoto a rendere, i biberon, le stoviglie di plastica (piatti e tazze) e i recipienti di plastica. Residui di BPA sono presenti anche nelle resine epossidiche usate per produrre pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono.

L’uso del BPA nei materiali a contatto con gli alimenti è autorizzato nell’Unione europea ai sensi della direttiva 2002/72/CE della Commissione del 6 agosto 2002 relativa ai materiali e agli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. È inoltre autorizzato per l’uso a contatto con i prodotti alimentari in altri Paesi come Stati Uniti e Giappone.

Fonte: EFSA

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07/12/2009, 13:08
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Adesso ho capito ("Residui di BPA sono presenti anche nelle resine epossidiche usate per produrre pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono".)
Grazie,
Marco

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07/12/2009, 13:48
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