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basta biologico nella grande distiribuzione 
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Iscritto il: 18/06/2008, 19:40
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Ecco un esempio di "PUBBLICITA' ALL'INCONTRARIO" per i prodotti BIOLOGICI :

nei grandi supermercati è ora facile imbattersi in prodotti ortofrutticoli biologici, spesso con dei controsensi direi quantomeno raccapriccianti :evil: ... questi sono quelli che mi hanno colpito maggiormente :
1) PREZZI elevatissimi. Perchè mai un clientte dovrebbe spendere più di 3,50 euro/kg per pomodori, melanzane, zucchine ecc. , se nella cassetta accanto trova i prodotti convenzionali a meno della metà ?!
2) QUALITA' . Avete mai visto che brutti prodotti ? Pezzatura mediocre, colori deboli, per non parlare del sapore che spesso lascia a desiderare. Sembrano prodotti malati, non ispirano certo salubrità.
3) IMBALLAGGI di plastica. Ma come ?! E la salvaguardia ambientale ?!
4) ORIGINE dubbia. Perchè vendono "LIMONI BIOLOGICI" della Rep.Dominicana ?! E i limoni di sorrento, amalfi, sicilia ?!
5) PREZZI pagati agli agricoltori. Siamo sicuri che siano equi ?! Un mio amico produttore mi ha raccontato che quando la catena di supermercati decide di mettere un prodotto sottocosto, paga automaticamente meno il prodotto all'agricoltore ! In pratica, il ricavo per il supermercato è lo stesso !

Insomma, a meno che non ci sia maggiore onestà da parte dei venditori, credo che sia meglio che la grande distribuzione lasci perdere i prodotti biologici, perchè non fa altro che aumentare il disinteresse e il rifiuto verso l'acquisto di prodotti che se ben coltivati sono buoni e sani.
Il biologico non è una moda, anzi dovrebbe essere la cosa più naturale che c'è!


25/08/2009, 17:06
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ciao federico, è la prima volta che ci incrociamo, hai posto un quesito che in miscellanea un gruppo di ""pazzoidi"" tra i quali ci sono anch'io stà discutendo da diverso tempo in vari topic,le discussioni sono in miscellanea perchè nascono con un indirizzo ma poi si allarga a macchia d'olio e molte volte sconfina nella produzione biologica e non, ti consiglierei di farci un giro, e considerando che sei giovane ed istruito hai la possibilità di recepire velocemente i vari concetti dandoci magari anche un tuo parere, che parzialmente hai già espresso nell'apertura di questo topic. ciao alla prossima

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LA DONNA MAGRA PIACE ALL' UOMO SENZA .....DENTI!!!

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25/08/2009, 17:18
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Cita:
Un mio amico produttore mi ha raccontato che quando la catena di supermercati decide di mettere un prodotto sottocosto, paga automaticamente meno il prodotto all'agricoltore ! In pratica, il ricavo per il supermercato è lo stesso !

xchè credevi che a rimetterci fosse la GDO?
Tu credi ai limoni biologici di santo domingo o del s.africa?
Credo che la GDO sia un grande esempio di mistificazione

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I


26/08/2009, 1:46
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Ciao Federico,
sono in parte daccordo su alcuni aspetti della vendita di prodotti biologici nella GDO, ma devi tener presente che gran parte dei consumatori ormai acquistano lì (anche quelli più "sensibili"). Escludere questo canale avrebbe gravi ripercussioni sulla crescita del mercato del biologico.
Ciao,
Marco

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12/09/2009, 10:37
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Ciao,
allego un articolo che ho appena letto.
Crescono le aziende bio?
Cresce la produzione bio?
Cresce la vendita bio?
E se si, solamente nella GDO?
Il consumatore è tanto sensibile da essere pronto a pagare di più (e ben il 40%!!!) per rispettare l'ambiente?
Ho forti dubbi...
Jacopo



Il bio finalmente conquista la grande distribuzione
In tempi di crisi il mercato dei cibi organici ha atto registrare un incremento del 7.4% in valore e dell'8,5% in quantità rispetto al 2008. Cresce la produzione biologica cooperativa

Buone notizie per il settore del bio in Italia.
Dopo anni di malumori, con crescite troppo contenute o anche timide flessioni, i dati che emergono dal Sana di Bologna sono incoraggianti.

Cresce la produzione biologica cooperativa: sono più di 900 le cooperative agroalimentari che hanno prodotti biologici nella loro gamma offerta sul mercato. Il peso del biologico cooperativo sull’intera produzione nazionale, sulla base di alcune recenti indagini realizzate, ha una incidenza intorno al 20%, percentuale destinata a crescere rapidamente per l’aumento della domanda interna ed esterna.

Proprio i segnali del mercato sono però i più positivi.
A dispetto di una generale flessione dei consumi dettata dalla crisi economica, il mercato del biologico in Italia ha registrato, nei primi sei mesi dell'anno e nel settore della grande distribuzione, un incremento del 7.4% in valore e dell'8,5% in quantità rispetto al 2008, per circa 350 milioni di euro.

Tra i settori che hanno evidenziato gli incrementi maggiori si segnalano l'ortofrutta, le bevande e le uova, il cui consumo è aumentato di oltre il 35% dal 2005 al 2007 e nei solo supermercati i consumatori italiani ne acquistano più di 250mila al giorno. Complessivamente, tutte le categorie di prodotti biologici sono in crescita: ogni giorno, ad esempio, nella grande distribuzione si acquistano 15 tonnellate di yogurt e oltre 40mila litri di latte biologici. Il consumo è particolarmente forte nelle regioni nel nord ovest e nord est d'Italia.

Il canale dei punti vendita specializzati in soli prodotti biologici (circa 1000 negozi in tutta Italia) ha segnato performance anche superiori facendo registrare una crescita media dal 10% (negozi indipendenti) al 15% (punti vendita in franchising).

Il boom del biologico conferma puntualmente i risultati di una ricerca condotta dall'Osservatorio permanente sui consumi (che sarà presentata nei dettagli al Sana) da cui emerge come la qualità del prodotto sia sempre più legata all'etica e alla responsabilità sociale.
Secondo quanto ha spiegato il direttore dell'Osservatorio, Giampaolo Fabris, il 40 per cento degli italiani è disposto a pagare di più un bene la cui produzione ha rispettato l'ambiente e i diritti dei lavoratori. Inoltre, il 44% del campione preso in esame ha dichiarato aumentata, nell'ultimo anno, l'attenzione sul fronte della sostenibilità ambientale.
Gli acquirenti più assidui del biologico sono giovani e le persone con un alto livello di scolarizzazione.

di Graziano Alderighi
12 Settembre 2009 TN 31 Anno 7

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Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità.
Vandana Shiva


12/09/2009, 11:51
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Fa piacere leggere che il settore è in crescita, nonostante la crisi.
Quali potrebbero essere i motivi?
Cresciuta consapevolezza del consumatore?
Tra le classi sociali che soffrono di più il difficile periodo economico che stiamo attraversando ci sono pochi acquirenti dei prodotti biologici? In genere, infatti, a un più elevato livello di scolarizzazione corrisponde un reddito più elevato.
Ciao,
Marco

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12/09/2009, 13:11
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31.08.2009 Corriere della Sera
VERONA. NAS NELL'AZIENDA BIOLOGICA, SEQUESTRATI ERBICIDI ALL'ATRAZINA

Quando si dice che l'erba cattiva non muore mai. E come erba muore, ecco­me, soprattutto se «aiutata» da sostanze chimiche proibi­te. E invece prolifera quando la s'intende nella sua eccezio­ne morale. In quella del malcostume. Si fregia di uno slogan che - al­la luce di quanto accaduto nei giorni scorsi e delle indagini fi­nora condotte dai carabinieri del Nas di Padova - risulta, se non altro, poco veritiero la Bozzola spa, azienda di Casale­one (http://www.bozzolaspa.it/home.html" target="_blank" target="_blank" target="_blank).

Atrazina e slogan Uno slogan, «Naturalmen­te… con te» che è tutt'altro che un programma. Già, per­ché stando a quanto emerso dall'inchiesta del nucleo anti­sofisticazioni dell'Arma, quel­la che si autoproclama come azienda «da oltre 25 anni lea­der nel biologico», una falla ­e neanche tanto piccola - nel sistema«naturale» ce l'aveva. Eccome. E' stato dal controllo di un magazzino non autoriz­zato a qualche chilometro dal­la sede centrale, che sono ini­ziati i guai. Perché in quei loca­li a Cerea i carabinieri hanno trovato quello che non doveva esserci. Oltre dieci tonnellate di prodotti fitosanitari conte­nenti un principio che in Italia è assolutamente vietato. Un'er­bicida che, prodotto in Spa­gna e per nulla «naturalmen­te », ha come «ingrediente» ba­se l'atrazina. I più giovani lo spauracchio di quel principio attivo nean­che se lo ricordano. Perchè in Italia l’uso dell’atrazina è vieta­to dal 1992. Da 17 anni.

Il moti­vo è quello che accomuna mol­te sostanze chimiche: essere un fattore cancerogeno. «Accu­sa » che, al di là dell’essere pro­vata, all’atrazina è costata la messa al bando dal mercato nazionale anche per la sua dif­ficile dispersione nella falda acquifera e per le sue interfe­renze sugli equilibri ormonali dei pesi. Tant’è. La cosa non ha mai creato eccessive preoccupazio­ni a quegli agricoltori che alla natura hanno chiesto una co­sa sola: quella di produrre il massimo al minimo. Quindi l’atrazina è rimasta la reginet­ta degli erbicidi e continua, as­solutamente illegalmente, ad essere utilizzata. E venduta. In quel capannone che fa capo al­la Bozzola spa ne sono stati rin­venuti, stando al Nas, diecimi­la chili. Roba da desertificare la pianura padana e far cam­biare sesso a tutte le trote del­l’Adige.

Il biologico e la chimica «Da oltre 25 anni - recita il profilo dell’azienda - la Bozzo­la spa coltiva con amore terre­ni nelle valli veronesi, una del­le terre più fertili e incontami­nate della pianura padana. Dal­la coltivazione con sistemi tra­dizionali l’azienda ha rapida­mente trasformato il metodo in biologico». Che, stando a quanto emerso dalle indagini del Nas, evidentemente però non riguarda il settore della di­sinfestazione. Dove la chimica la fa da padrona. Ma alla Boz­zola non si sbilanciano solo sul biologico e poi stoccano in capannone l’erbicida all’atrazi­na. Dicono anche, sempre sul profilo aziendale, che «la tra­sparenza e la ricerca costante della sicurezza dei prodotti è uno degli imperativi della Boz­zola spa per garantire, nel pie­no rispetto delle norme di cer­tificazione, il massimo della qualità». Dichiarazione che cozza al­quanto con l’indagine in cor­so.

I prodotti nocivi I carabinieri, infatti, nella stessa operazione non hanno trovato «solo» quelle tonnella­te di erbicida proveniente dal­la Spagna, ma anche 820 litri di prodotti fitosanitari classifi­cati come nocivi, che non era­no stati dichiarati negli apposi­ti registri, come invece è previ­sto dalla legge. Alla Bozzola nessuno parla. Sono le segreta­rie a comunicare che l’azienda «non rilascia dichiarazioni», sul sequestro di tutta quella merce che ha un valore di ol­tre 350mila euro. Tant’è.

L’ira del sottosegretario Le dichiarazioni, alla Bozzo­la, dovranno rilasciarle se non altro agli organi inquirenti. E pure al ministero della Salute. Quello di cui ha la delega il sot­tosegretario Francesca Marti­ni. Lei, veronese doc, è andata su tutte le furie quando ha sa­puto di quel sequestro avvenu­to... in casa. «Esprimo la massi­ma soddisfazione per l’opera­zione del Nas - ha detto - e lo stesso dolore nel constatare che è avvenuta in provincia di Verona, che è considerata un centro di eccellenza per il set­tore agroalimentare». A far im­bestialire il sottosegretario è un ragionamento che non fa una piega. «Sto lavorando sia in Italia che in Euro­pa con il massimo ri­gore per quanto ri­guarda le sostanze vietate e le patologie legate agli stili alimentari, pretenden­do un’attenzione sempre mag­giore sui prodotti utilizzati in agricoltura. Sull’altro fronte sto promuovendo l’uso di frut­ta e verdura come fattore fon­damentale per la salute, come regola d’oro sia nella preven­zione che anche nella cura... E poi mi tocca vedere cose come queste, l’uso di sostanze come l’atrazina che si insidiano nel­le falde acquifere e inquinano i campi...».

Autorizzazioni e indagini L’azienda di Casaleone a quanto pare non se la caverà con una sfuriata del sottose­gretario. Perchè sulle certifica­zioni di cui la Bozzola spa è in possesso - comprese quelle sulle commercializzazioni bio­logiche - sono al lavoro i tecni­ci del ministero, che stanno va­gliando la possibilità di ritira­re le autorizzazioni. Non solo. Non sono finite neanche le in­dagini del Nas di Padova. Ri­mane da chiarire come quelle dieci tonnellate di atrazina sia­no arrivate a Casaleone dalla Spagna, senza essere indivi­duate. E soprattutto se si è trat­tato di un carico «isolato» o se il «rifornimento» era costante.

...E POI UNA SUCCESSIVA PRECISAZIONE...
In relazione alla scoperta di 10 tonnellate di prodotti fitosanitari a base di atrazina in un magazzino della società Bozzola SpA di Casaleone a Verona, che sul suo sito internet si presenta come azienda biologica, la società di certificazione svizzera Bio Suisse precisa di avere sospeso "già mesi fa, la certificazione della ditta" in questione.

Questo scandalo è passato, a mio avviso, direi inosservato e senza destare scalpore, nè clamore...chissà...
Jacopo

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Perché non è successo in Campania o altra zona del sud, altrimenti avresti visto che baccano, ciao Mario


16/09/2009, 22:58
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concordo con Mario e non posso fare altro che incazzarmi :twisted:

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Ahimè concordo anch'io...
In più questa mattina ho "recepito" un così tanto italiano "scaricabarile" su questa notizia:

Lunedì 14 Settembre 2009 23:10
In una sua nota fattaci pervenire oggi, in relazione all'articolo del 30 agosto Biologico all'atrazina, colpa degli ufo, Certiquality fa sapere di avere inviato una diffida a Bozzola SpA. La società tiene a precisare che "tra Certiquality e l'Organizzazione di cui sopra non esiste alcun rapporto contrattuale dal 10 giugno 2008" e che ha "provveduto ad inviare una diffida a tale Azienda relativamente all'uso del marchio e alla nostra certificazione"


Un saluto a tutti,
Jacopo

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21/09/2009, 8:48
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