Maurob
Sez. Igiene e Qualità dei Prodotti Alimentari
Iscritto il: 16/05/2009, 10:38 Messaggi: 923 Località: Provincia di Milano
Formazione: Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie
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Secondo un recente studio, sembra che l'eccessiva salinità causata dall'inquinamento delle acque, determini la moria della fauna marina http://www.slowfood.it/sloweb/c464939ec ... ti-di-mare
_________________ Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me stesso. (Dalai Lama) http://maurobertuzzi.jimdo.com/
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68793 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Gli appassionati di crostacei possono stare tranquilli, mentre per gli estimatori di ostriche e capesante non ci sono buone notizie. Secondo lo studio dell'Alfred Wegener Institute pubblicato dalla rivista Nature Climate Change da qui al 2100 la maggiore acidità degli oceani, provocata dall'aumento della CO2 atmosferica e di conseguenza di quella disciolta nell'acqua, avrà effetti sempre maggiori sulla fauna marina, e tra gli organismi più colpiti ci sono proprio i molluschi. I ricercatori hanno raccolto i risultati di 167 studi precedenti sull'effetto dell'abbassamento del pH su cinque 'unità tassonomiche', pesci, coralli, molluschi, crostacei e echinodermi, quella di cui fanno parte ad esempio le stelle marine, e per ognuna hanno simulato gli effetti dell'acidità stimata per il 2100. ''Il nostro studio - spiega Astrid Wittmann, l'autore principale della ricerca - mostra che tutti gli animali che abbiamo considerato avranno delle conseguenze negative. Coralli, echinodermi e molluschi reagiscono con estrema sensibilità al calo del pH, mentre solo acidità più alte potrebbero avere un impatto sui crostacei''. Per quanto riguarda i pesci, scrivono gli autori, ci sono ancora pochi risultati per trarre una conclusione, anche se l'impatto dovrebbe essere limitato. ''I pesci - spiega l'esperta - sono animali molto attivi, e possono compensare una diminuzione iniziale di pH nel loro sangue. Non è così ad esempio per i coralli, che passano tutta la loro vita nello stesso posto e che non hanno meccanismi fisiologici efficienti per compensare queste variazioni''. I risultati dello studio, che sarà inglobato nei prossimi rapporti dell'Ipcc, sono stati confermati anche dal confronto con altre 'estinzioni di massa' avvenute negli oceani 250 e 50 milioni di anni fa, le cui tracce sono ben rilevabili nei sedimenti, che hanno mostrato un 'profilo' molto simile nelle specie che hanno resistito meglio e in quelle che invece sono sparite. La sensibilità di tutte le specie, avvertono però gli autori, potrebbe aumentare se oltre all'acidità salirà anche la temperatura degli oceani, un fenomeno dato per certo da molti studi. Uno dei fattori che contribuiranno ad accentuarlo, afferma uno studio sempre sulla stessa rivista, sarà proprio la maggiore acidità degli oceani, un effetto che potrebbe contribuire per circa mezzo grado.(ANSA).
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