Andrea80 ha scritto:
poi per il fatto di farlo uscire bello buccherellato hai qualche consiglio??
Per ottenere una pasta con occhiature, bisogna tenere presenti numerosi fenomeni e caratteristiche, che partono dal latte, al processo lavorativo, al tipo di starter che si utilizza.
Innanzitutto bisognerebbe sapere se il latte che si utilizza, “è ricco” o meno di microrganismi atti a formare e produrre gas in fase di stagionatura.
Microrganismi utili a ciò, possono essere leuconostoc mesenteroides, lactococcus lactis e, meglio ancora, sono i lactococcus diacetylactis che formano gas, in modo più veloce e migliore rispetto ai primi. Questo ovviamente si può conoscere soltanto con una analisi chimica del latte.
Quindi qua è ovvio che entra in gioco la ricchezza micro-batterica del latte, una microflora che dipende dai luoghi dove si nutrono gli animali, da ciò che mangiano, ecc.
Questo spiega anche il perché di formaggi realizzati con le medesime tecniche, medesimi riscaldamenti del latte ed inoculi di starter uguali, ma con paste interne totalmente diversi, da zona a zona.
La formazione di un quantitativo sufficiente di gas (CO2) è il presupposto per la formazione di occhi. I microrganismi determinanti a tal fine sono disponibili in misura più o meno sufficiente nel latte crudo, oppure bisogna arricchire la flora naturale del latte con colture accessorie sotto forma di starter. Quindi se sei alla ricerca di occhiatura, esistono fermenti che facilitano il processo di ottenimento.
Il trattamento termico del latte influisce notevolmente sulla formazione di occhi nel formaggio.
L’aumento della temperatura diminuisce il numero di occhi e la flora batterica in generale.
È ovvio che oltre a sottrarre gas a tutto il “sistema latte”, il trattamento termico rende inattivi anche i batteri formanti reazioni atti a produrre CO2.
Ciao.