Oggi ho fatto questo semplicissimo formaggio fresco di pecora tipico dell’entro terra della Basilicata, “IL CACIOCOTTO”.
E’ un formaggio che generalmente viene prodotto con latte di pecora e a volte miscelato con latte di capra in percentuali non precise.
Il latte vaccino è poco usato per questo formaggio.
Il cacio cotto, è un formaggio particolare con una lavorazione molto simile a quello del pecorino lucano e non ha bisogno né di salatura e né di stagionatura.
Viene prodotto ed utilizzato soprattutto in alcuni piatti tipici della Basilicata (con ortiche e lardo, con strascinati pomodorini e menta, ecc). Viene servito anche come antipasto e viene utilizzato un po’ come un formaggio sottiletta, nel senso che si aggiunge alle pietanze e lo si fa fondere, senza arrecare altra salinità al piatto stesso.
Il latte deve essere rigorosamente crudo, per restare inalterati tutte le proprietà organolettiche del latte che saranno avvertiti in modo molto netto al consumo.
La lavorazione è la seguente:
1) Latte di pecora filtrato per togliere impurità.
2) Riscaldo a 36 gradi ed aggiungo caglio in pasto di capretto, nell’ordine di 60 gr/100 litri.
3) Mescolo e attendo.
4) Dopo 15 minuti la cagliata è soda e faccio primo ed unico taglio con frusta alla grandezza di chicco di grano.
5) Lascio sotto siero 10 minuti.
6) Faccio la classica palla di cagliata di forma sferica, comprimendola bene.
7) Metto in fuscella pressando energicamente ed seguendo almeno 4 rivoltamenti nell’arco di 10 minuti.
8) Con il siero, faccio la ricotta, in quanto a noi ci serve la scotta.
9) A ricotta ottenuta, mi riscaldo la scotta fino a 88 gradi ed immergo la forma nella stessa.
10) La forma va lasciata sotto siero per 30 minuti.
11) A metà tempo tiriamo fuori la fuscella e rivoltiamo la forma per poi rimetterla nella scotta.
12) A pressatura e cottura ultimata, lasciamo a temperatura ambiente fino a raffreddamento (circa 35 minuti).
13) A questo punto mettiamo la forma sotto pressatura con dei pesi, generalmente 3 kg di peso per ogni chilo di formaggio.
14) A pressatura ultimata il formaggio è consumabile.
La superficie esterna si presenta liscia e coreacea, ben definita, quasi marmorea con chiazze bianche e avorio.
La pasta interna è bella compatta ed uniforme, senza occhi, poco elastica.
Il siero è stato totalmente espulso;
al palato invece di un formaggio anonimo (come si potrebbe facilmente pensare), si avverte un formaggio semplice con delle sfaccettature molto particolari.
Innanzitutto il formaggio di pecora mangiato così ha un suo perché, se poi ci aggiungiamo un sapore dolce ma molto sfumettato, caratterizzato da sentori di latte e di frutta secca, si capisce di avere creato un prodotto integro nella sua “naturalezza”.
Io oltre a mangiarlo così a crudo senza niente, l’ho aggiunto al sugo al pomodoro con i bucatini.
Ovviamente il cacio cotto si è quasi del tutto sciolto, dando un bel sentore al piatto.
Vi posto qualche foto.
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