25/09/2013, 0:26
simo71 ha scritto:Malattie, predatori, alimentazione, clima ecc.. tutti fattori che incidono sicuramente sulla diffusione di questo splendido galliforme, purtroppo però devo dire che finché si continuerà a fare lanci di fagiani per scopi venatori o ripopolamento, la starna avrà vita dura.
Come è stato detto la starna è un uccello autoctono mentre il fagiano non lo è.
Negli ultimi 60-70 sono stati introdotti in natura per gli scopi sopracitati milioni di fagiani, molti di questi fagiani sono sopravvissuti
a cacciatori e predatori, impadronendosi dei territori della starna senza fare tanti complimenti, infatti i fagiani essendo territoriali ed aggressivi non si fanno scrupoli nel distruggere nidi e uova, uccidendo pulcini ed anche adulti di starna.
25/09/2013, 11:24
26/09/2013, 14:40
26/09/2013, 15:40
geo ha scritto:Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...
26/09/2013, 15:55
26/09/2013, 20:16
Mauleon ha scritto:Se pensiamo che esistono calendari venatori che autorizzano l' abbattimento di una starna al giorno mi viene da ridere e lo dico da cacciatore.
Mau
26/09/2013, 20:17
Matutian ha scritto:geo ha scritto:Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...
Vorrei dirti solo che attualmente l'ISPRA non autorizza i prelievi venatori della starna e pernice rossa, se non in presenza di piani di gestione, che si traducono in tot censiti, tot mollati pronta cattura, tot mollati da riproduzione, tot abbattibili. E quel tot abbattibili in media è qualcosa poco sopra il numero dei pronto cattura. Quindi il prelievo venatorio sta diventando sostenibile, o lo è già diventato.
PS se una regione o provincia sgarra il tar chiude la caccia
26/09/2013, 20:19
Matutian ha scritto:geo ha scritto:Il clima influenza indirettamente, la densità di starne per ettaro è direttamente legata all'altitudine e alla disponibilità alimentare, quindi un clima rigida incide negativamente sulla densità, ma potremmo parlare del fattore clima se avremmo i numeri, ma le starne le abbiamo con il contagocce, le densità sono talmente basse che non possiamo proprio pensare che sia il clima a incidere o meno...
L'agricoltura ha influezato e molto, perchè le starne non amano molto gli ambienti sporchi e nelle zone dove le macchie causa il loro abbandono hanno preso il posto dei coltivi e dei pascoli le starne non è che non ci sono ma la densità si abbassa di molto perchè in quei posti non ci vanno se non sporadicamente; poi l'uso di prodotti fitosanitari ha influenzato molto perchè o le hanno ammazzate avvelenandole, non oggi che i fitofarmaci sono meno velenosi e seguono un lungo iter di approvazione, ma qualche decennio fa si, e poi i fitofarmaci sterminano molti insetti di cui gli starnotti si nutrono, nidi falciati, predatori ecc ecc
Quindi per riavere le starne, in primis ripristinare gli ambienti, due immettere animali buoni e cosa su tutte più importante, togliere il prelievo venatorio; è impensabile cacciare le starne a meno che non sia fatto in riserve dove c'è l'occhio del guardia che ti frena e tiene ogni singolo capo gelosamente.
Anche avendo le più alte densità di capi possibili le starne non basterebbero a tutti i cacciatori, quindi andrebbero fatti piani di gestione seri passando per i censimenti, però poi manca la cosa fondamentale, la coscienza dei cacciatori...
Vorrei dirti solo che attualmente l'ISPRA non autorizza i prelievi venatori della starna e pernice rossa, se non in presenza di piani di gestione, che si traducono in tot censiti, tot mollati pronta cattura, tot mollati da riproduzione, tot abbattibili. E quel tot abbattibili in media è qualcosa poco sopra il numero dei pronto cattura. Quindi il prelievo venatorio sta diventando sostenibile, o lo è già diventato.
PS se una regione o provincia sgarra il tar chiude la caccia
26/09/2013, 20:23
geo ha scritto:Mauleon ha scritto:Se pensiamo che esistono calendari venatori che autorizzano l' abbattimento di una starna al giorno mi viene da ridere e lo dico da cacciatore.
Mau
perchè?
26/09/2013, 20:28
deso ha scritto:
.... piani di gestione?..... qui da me per quanto riguarda caccia, pesca e ambiente in genere servono soltanto a giustificare gli stipendi di tante poltrone......
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