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CACCIA E ANIMALI DOMESTICI
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redcif
Iscritto il: 20/11/2012, 13:24 Messaggi: 677 Località: Montescaglioso provincia di Matera
Formazione: perito agrario
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Senza voler accendere nessun spirito di contestazione, e premettendo che, anche se non sono cacciatore, non sono contro un determinato tipo di caccia. Ho letto nel forum molte imprecisioni, alcune castronerie e visto che ho masticato per un paio di lustri legislazione venatoria vorrei chiarire alcune cose.
Non esistono leggi sulla caccia, o meglio la 157/92 che ha sostituita la 968 del 77 ha portato una svolta epocale nel mondo della caccia ..... facendo passare l'animale cacciabile da RES NULLIUS (di nessuno) a bene indisponibile dello stato.
La 157/92 infatti è una legge sulle norme di protezione della fauna omeoterma e sul prelievo venatorio.
Legge recepisce tutti i trattati e le convenzioni europee (direttiva habitat, direttiva uccelli ecc), in virtù di questo lo stato in deroga autorizza il prelievo per alcune specie e in alcuni periodi e per determinati numeri (carniere) alle persone in possesso di porto d'armi per uso caccia che siano in regola di tassa di concessione governativa (euro 173) tassa di concessione regionale (euro 84 regione basilicata) siano iscritti ad un Ambito Territoriale di Caccia (euro 42 tutti gli A.T.C. di basilicata) e abbiano un'assicurazione (i massimali sono decisi dallo stato). Le persone che hanno tutto ciò possono andare a caccia secondo il calendario venatorio deciso annualmente dalle regioni. Le regioni possono autorizzare in deroga pre aperture della caccia e rendere cacciabile una o più specie (per questa ragione la comunità europea eleva allo stato italiano pesanti sanzioni che pagano tutti i cittadini) Quindi chi ha deciso che il colombo torraiolo, lo storno, il passero e tante altre specie non cacciabili non è il ministro di turno, ma esistono allegati per le specie protette e particolarmente protette art. 2 della suddetta legge. A breve si scrivo la seconda parte.
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30/12/2012, 23:12 |
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NicolaA
Iscritto il: 01/06/2011, 13:17 Messaggi: 347 Località: Basso Mantovano
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redcif ha scritto: Non esistono leggi sulla caccia, o meglio la 157/92 che ha sostituita la 968 del 77 ha portato una svolta epocale nel mondo della caccia ..... facendo passare l'animale cacciabile da RES NULLIUS (di nessuno) a bene indisponibile dello stato.
La 157/92 infatti è una legge sulle norme di protezione della fauna omeoterma e sul prelievo venatorio. Ti devo dare ragione, ho erroneamente parlato di leggi.
_________________https://www.facebook.com/FattoriaCorteCappellettahttp://aziende.agraria.org/ortaggi/mantova/fattoria-corte-cappelletta.html
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30/12/2012, 23:53 |
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redcif
Iscritto il: 20/11/2012, 13:24 Messaggi: 677 Località: Montescaglioso provincia di Matera
Formazione: perito agrario
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Riprendiamo il discorso.... Concordo con Grintosauro per quanto riguarda le zone di ripopolamento e cattura possono essere comprese nel perimetro dei parchi, ma i parchi sono soggetti ad una legge diversa la 394/91, e effettivamente anche se mi duole dirlo (io vedo il parco gestito in un certo modo come volano di sviluppo delle realtà agricole, inoltre dovrebbe incrementare il valore aggiunto sui prodotti del parco) i parchi italiani sono solo elargizioni di stipendi da favola per trombati politici. I lanci di selvaggina (i famosi pronta caccia) per legge sono vietati, in effetti un mese prima dell'apertura della caccia è vietata qualsiasi forma d'immissione di selvatici, a volte a commettere questi illeciti sono direttamente le provincie (evidentemente i funzionari del settore caccia e pesca non conoscono la legge), e leggevo prima l'esempio dei fagiani che andavano incontro ai cacciatori come le galline in cerca di cibo, esempio azzeccato, il lancio della selvaggina dovrebbe avvenire i primi gg di febbraio a chiusura caccia per dar modo alla selvaggina (lepri, fagiani, starne ecc) di ambientarsi e riprodursi prima della stagione venatoria.
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31/12/2012, 0:39 |
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redcif
Iscritto il: 20/11/2012, 13:24 Messaggi: 677 Località: Montescaglioso provincia di Matera
Formazione: perito agrario
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Riprendiamo il discorso Per interesse pubblico o sanitario ci possono essere abbattimenti in deroga (vedi aereoporti se gli uccelli possono causare disastri aerei) (aviaria o altre malattie) un esempio è un isolotto di fronte al porto di taranto dove vi erano milioni di storni e adesso non c'è nè neanche uno. Alcuni Ambiti di caccia hanno messo delle "taglie" per abbattere animali nocivi in questo caso volpi (5 euro per ogni coda consegnata) e corvidi (taccole, cornacchie 2 euro per ogni testa consegnata) ma sono insorte le associazioni ambientaliste e il progetto è stato abbandonato. I cacciatori non vanno più dietro a un certo tipo di selvaggina, che indisturbata prolifica (grazie anche all'aumento dell'antropizzazione) prima esistevano squadre che praticavano esclusivamente la caccia in battuta alle volpi oggi non ci sono più, tutti si dedicano alle battute al cinghiale (un buon 70/80% dei cacciatori sono cinghialai il restante va a penna). Ho sempre sentito i cacciatori lamentarsi della mancanza di selvaggina, e ne danno la colpa agli agricoltori facendosi sempre guerra (la guerra dei poveri) attribuendo tale causa all'utilizzo di diserbanti, pesticidi ecc. dimendicandosi che l'articolo 842 (se non erro) del codice civile che da il diritto di accedere nelle proprietà private esiste solo in italia, in altre nazioni non si può accedere nella proprietà altrui, in spagna ad esempio esistono delle aziende private dove si paga quello che si spara, anche in bulgaria, ungheria e romania (sono quelle che conosco perchè ci vanno a caccia amici cacciatori). Altra questione è stata l'immissione di animali non autoctoni (vedi cinghiale ungherese) in effetti questi animali oltre ad essere molto prolifici (in media 7/10 piccoli per parto rispetto ai 2/4 del maremmano) sono anche animali di grossa taglia (maschi superano abbondantemente i 2 ql mentre le femmine 110kg rispetto al maremmano Maschi 110kg Femmine 60/70kg) essendo animali non stupidi si sono rifugiati nei parchi e grazie ad una cattiva gestione dei parchi sono proliferati fino a diventare una piaga per i poveri agricoltori. Le battute di selecontrollo effettuate dai cacciatori muniti di tesserino da selecontrollori non è altro che un allungamento del periodo di caccia (e non porta grossi numeri di abbattimento) i chiusini potrebbero risolvere il problema di cattura dei cinghiali ma spesso e volentieri vengono sabotati dai cacciatori. Avevo proposto al consiglio direttivo del parco in cui io ho l'azienda di avviare una filiera così composta, il parco installa i chiusini nei terreni degli agricoltori che ne fanno richiesta, i quali catturano i cinghiali e li conferiscono (ad un prezzo di un euro al kg) ad una cooperativa di giovani affinchè li trasformino in salumi. Si sono opposti i cacciatori a tale proposta e non se ne è più fatto nulla, mentre sono iniziate le battute di selecontrollo, in quattro mesi (una volta a settimana) sono stati abbattuti solo una decina di cinghiali. Mentre un esperienza con i chiusini di alcuni anni fa ha portato alla cattura di una cinquantina di cinghiali in solo due mesi di apertura dei chiusini pergiunta tante volte sabotati.
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31/12/2012, 17:12 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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la caccia di selezione sec me e' un autogoal , non puoi in una popolazione lasciare solo le femmine e sparare suolo ai maschi e quelli vecchi/e
quando ti trovi 100/200capi in un ettaro di parco alla Mandria (venaria) come e' capitato alla cinghialisti della zona devi fare una ecatombe , x vedere dimiure la popolazione, non e' possibile che piu' ne ammazzi e piu' ne escono..
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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31/12/2012, 19:04 |
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