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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Ho appena finito di vedere il lungo documentario della BBC. Sono appassionato di documentari e devo dire che questo non mi è piaciuto molto, ma non credo che sia il caso che mi metta a fare una critica tecnica all'ideatrice di questo video. veniamo a noi... Nei suoi 6 blocchi video il documentario parla del biocarburante ma anche di altre soluzioni da integrare. Devo dire che l'idea che gli agricoltori si mettano a seminare colza per fare dei biocarburanti che servono per fare agricoltura...beh, poco mi piace, e la metto (perdonate la provocazione) sul piano di quanti usano il terreno agricolo per il fotovoltaico (due situazioni differenti ma anche simili). Secondo me il punto non è "sostituire in toto il petrolio", ma "ridurre il fabbisogno di petrolio legato all'agricoltura". In altre discussioni ho versato fiumi di parole sull'argomento e vorrei evitare di annegare anche questa discussione con i miei discorsi, ma...il primo passo secondo il mio più che sindacabile giudizio è quello di creare "aziende più sostenibili". Se avete visto tutto il documentario alla finfine il discorso è proprio questo: riconvertire le aziende agricole, aumentare la loro sostenibilità in ambito energetico ed ecologico, ridurre gli sprechi, eliminare le intensificazioni, puntare agli avvicendamenti colturali e all'autoctonicità, interpretare l'ambiete originario e tentare di riprodurlo a favore agricolo, etc. L'autrice dedica molto spazio alla permacultura, e lancia una sua personale interpretazione di come questa potrebbe risolvere tutto: secondo lei così arriveremmo a non avere più alcun bisogno dei carburanti. certamente un'immagine visionaria ma forse anche una possibile soluzione. Credo che prima di arrivare a Holmgren e Mollison (i padri della permacultura) si dovrebbe anche passare da Masanobu Fukuoka (il padre dell'agricoltura del non fare) e da Rudolf Steiner (il padre della Biodinamica)... ...e magari arrivare ai nostri nonni, e al concetto di agricoltura rurale e tradizionale (prima che questa venisse letteralmente inquinata dall'avvento dell'industrializzazione agricola). Per molti un passo indietro, ma sempre per un numero crescente di studiosi l'Unica Soluzione per continuare a fare agricoltura nel domani. A me (come singolo agricoltore) non spaventa tanto che il petrolio finisca (e prima o poi finirà), ma quanto che l'uomo non riesca a concepire l'alternativa a questo tipo di agricoltura (che bene o male ha incrementato la fine prematura del petrolio). Concordo in pieno con kentarro quando diche che il vero problema non sono i trattori ma l'industria e condivido a pieno i suoi commenti sugli sprechi inutili e continui che quotidianamente ci sono. Ma a quanto pare mettere "sale e consapevolezza in zucca" della gente è un'utopia. Cerchiamo quindi di valutare come e dove potremmo (e dovremmo) CONCRETAMENTE ridurre gli sprechi nella nostra agricoltura, magari puntando ad autoprodurci la maggior parte delle sementi, concimi e mangimi che servono al fabbisogno della mostra azienda. Cercare di ridurre almeno quel tipo di dipendenza (che intanto è legata ai carburanti). Avete idea di quanto meno carburante sarebbe usato? Il passo successivo (e direttamente legato con il precedente) sarebbe proprio quello di adattare i nostri allevamenti e le nostre produzioni agricole al potenziale delle nostre aziende: realizzando questo ciclo chiuso avremmo sempre meno sprechi in fattore energetico. In questo modo produrremmo solo per noi, e sulla misura dei nostri bisogni. potremmo così ancor di più giustificare una certa sostenibilità energetica/economica nella nostra azienda. Un altro passo sarebbe poi quello di trovare colture e razze animali che maggiormente si adattino al nostro ambiente, razze più rustiche e cultivar più rustiche che richiedano meno lavoro e attenzione (parlo sempre in fatto di carburanti/energia) delle razze da super produzioni che oramai oggi tutti puntiamo ad avere. A questo punto anche il mercato cambierebbe, e poco a poco avverrebbe una nuova piccola rivoluzione agricola... ...ma mi rendo conto che molti di voi stanno scuotendo la testa prendendomi per grullo e iulluso... E allora FORZA E CORAGGIO, armiamoci di colza e riempiamo le nostre campagne di fiori gialli: ettari ed ettari di questa Brassicaceae solo per soddisfare una goccia del fabbisogno mondiale di carburante... Non posso e voglio credere che questa sia la soluzione.
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01/08/2011, 0:34 |
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stefaniague
Iscritto il: 29/05/2014, 18:10 Messaggi: 3 Località: avellino
Formazione: diploma maturità scientifica
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Adoperare macchine agricole elettriche sarebbe un gran giovamento per l'ambiente, si eviterebbe ulteriore inquinamento prima di tutto. Ormai sul mercato ve ne sono tanti modelli, c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. http://www.alke.it/macchine-elettriche.html
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29/05/2014, 18:25 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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A tre anni di distanza mi rileggo, ed oggi più che mai sono fermamente convinto di quanto scrissi. Nel mio piccolo ho fatto già molto, ma molto devo ancora riuscire a fare. Mi chiedo se mai una di quelle macchine elettriche riuscirà a trasportare ed azionare la mia pressa per fieno... Ma sarebbe bello poterci riuscire. Nessuna esperienza diretta in ambito prettamente agricolo? Tosco
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29/05/2014, 19:14 |
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raviolo
Iscritto il: 10/03/2009, 15:08 Messaggi: 1393 Località: Asti
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ciao tosco... esperienze , a distanza di anni ce ne sono parecchie. Primo... per tutti i sostenitori del GSE come fonte di "luce" per approvvigionarsi di denaro extra, cominciano i dolori. Si era detto anni fa.. il GSE su 20 anni e' insostenibile... e difatti.. i contributi non vengono tolti, ma la tassazione cambia e passa dal precedente 4% al 24% di botto. Figo.. chi s'e' fatto l'impianto ora fa i conti con una importante minor redditivita'. Ovviamente non e' che il primo passo, c'e' gia' la scaletta degli aumenti pronta.. Aspettano solo che le banche siano rientrate a sufficienza dai mutui erogati e poi sara' terra di saccheggio.
Parlando di biomassa, TUTTI e dico TUTTI i biogassificatori costruiti qua attorno SONO AL FALLIMENTO. Tanto che sono in vendita a sconto ormai da tempo senza nessun acquirente all'orizzonte (alcuni neppure ancora finiti).
Esemplare la situazione di un amico, che dopo innumerevoli discussioni a proposito si e' lanciato nella costruzione di un 100 Kw ed ora si trova in causa con il costruttore perché l'impianto finito oltre ad aver levitato il costo previsto di più del 50% ( e son centinaia di migliaia di euro in più) non raggiunge neppure la produzione prevista.
Insomma guardiamo la luna e non il dito... se l'alta finanza sta portando in orbita il prezzo delle azioni del "nucleare" e ha portato al fallimento societa' "green" come solarworld (il più importante costruttore di fotovoltaico TEDESCO) ci sara' un motivo. Evidentemente nelle alte sfere gia' sanno che l'intenzione dell'Europa e' di sviluppo nucleare e di dismissione del bioenergetico. Questo naturalmente non impedisce loro di continuare a fare soldi con gli ultimi sussulti di vita delle biomasse. Finche' dura incassano, nel frattempo gia' lavorano sul nuovo settore.
_________________ http://www.estapp.ch http://www.dolcevino.ch
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30/05/2014, 8:51 |
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indows
Iscritto il: 16/04/2014, 20:21 Messaggi: 463 Località: Nord Sardegna
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Scusate eh, ma la vera agricoltura del futuro e' questa http://www.youtube.com/watch?v=fezg0PPorbQ
_________________ Think Different
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18/06/2014, 23:54 |
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