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Draccl
Iscritto il: 17/05/2017, 18:26 Messaggi: 3
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Buonasera, gli impianti di biomasse per la produzione di biogas, alimentati prevalentemente con scarti zootecnici e agricoli, sono davvero così convenienti come viene detto sul web? Inoltre ho un altra serie di quesiti: -quanta "materia prima" serve giornalmente? -una volta finiti i contributi cosa si fa?
Sono un neofita di biomasse e mi piacerebbe molto avere approfondimenti in materia, magari anche di gestori/possessori, in modo da valutare una possibile futura idea di business. Grazie.
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06/06/2017, 0:19 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68751 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Credo che l'importante sia trovare chi ti acquisti l'acqua calda prodotta altrimenti è difficile che si sostenga economicamente.
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06/06/2017, 6:57 |
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agrobio
Iscritto il: 20/10/2011, 22:00 Messaggi: 147 Località: Bergamo
Formazione: Dott. in Scienze biologiche molecolari e Dott. in Scienze agrarie
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Ciao Dracci,
leggo con interesse il tuo quesito. Innanzitutto ti dico si, gli impianti di biogas con potenza elettrica di 100 KW sono convenienti. Per far si però che lo siano davvero, deve essere soddisfatto soprattutto un requisito, cioè:
- utilizzo di biomasse a costo "zero", quindi reflui o sottoprodotti, con l'utilizzo al massimo, di poche colture dedicate (es. silomais)(come prevede la legge).
L'acqua calda prodotta col sistema di raffreddamento del cogeneratore servirà in parte per tenere "in caldo" il digestore e il resto può essere utilizzato come teleriscaldamento (tieni conto però che non sarà molta vista la modesta dimensione dell'impianto).
A cose normali un impianto da 100 KW che richiede un investimento iniziale di circa 600.000,00 euro, si ripaga nei primi 8-10 anni. I successivi sono tutti ricavi utili. La durate della tariffa è di 20 anni.
La quantità di biomassa richiesta varia a seconda del tipo di biomassa che si utilizza e delle sue caratteristiche chimico-fisiche. Molta differenza c'è, per esempio tra letame e liquame, addirittura anche a livello di tipologia impiantistica richiesta.
Un saluto Roberto
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07/06/2017, 10:18 |
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Draccl
Iscritto il: 17/05/2017, 18:26 Messaggi: 3
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Grazie per la risposta Roberto, vista la tua preparazione ti faccio subito altre domande.
Prendiamo in considerazione il solito impianto da 100 kw, alimentato: letame, nocciolino di oliva, residui di potatura di olivo e altre piante. Supponiamo che l'input principale sia il letame di pecora (vivo nelle campagne del grossetano, qua ci sono molti allevamenti), più o meno, quanto ne servirebbe per far fronte al fabbisogno giornaliero?
Secondo quesito: per i contributi statali cambia qualcosa se l'impianto è da 100 kw, 150 kw o 200 kw?
Saluti Dario.
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07/06/2017, 10:46 |
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agrobio
Iscritto il: 20/10/2011, 22:00 Messaggi: 147 Località: Bergamo
Formazione: Dott. in Scienze biologiche molecolari e Dott. in Scienze agrarie
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Ciao Dario,
quando la tipologia di biomassa è così varia, è difficile fare un conteggio a spanne. Dobbiamo metterci a tavolino e fare dei calcoli precisi. Ti posso però fare questo esempio:
- per alimentare un impianto di biogas di 100 KWe, solo con letame bovino, è necessario un quantitativo che si aggira intorno alle 5000 tonnellate all'anno (molto spannometricamente).
Per le potenze da te citate la tariffa è la medesima, ciò che cambia è l'iter burocratico. Infatti gli impianti fino a 100 KW accedono direttamente al registro ai sensi del DM del 23 Giugno 2016 (art. 4 comma 3). Quindi hanno un iter più agevolato.
Un saluto, Roberto
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07/06/2017, 11:20 |
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kentarro
Iscritto il: 20/10/2009, 18:36 Messaggi: 7445 Località: Airuno (Lecco)
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tenete conto della manutenzione... nessuno ne parla. molti impianti, più grossi chiaro, alla prima rottura sono dolori. quello che gira, che produce corrente è sempre un motore termico e necessita di costosa manutenzione.
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09/06/2017, 8:16 |
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Draccl
Iscritto il: 17/05/2017, 18:26 Messaggi: 3
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Ti ringrazio molto Roberto, sei stato molto preciso ed esaudiente.
A proposito di costi, chiaramente cambierà da impianto a impianto, ma con che cadenza vengono fatte le manutenzioni e a che costo(medio) soprattutto? Per quanto riguarda i costi di esercizio, a quanto ammontano complessivamente all'incirca. Inoltre sarebbe utile conoscere anche le principali componenti dei costi di esercizio. L'impianto si può gestire da soli oppure è necessario assumere un addetto che se ne occupi a tempo pieno?
Saluti Dario.
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09/06/2017, 9:58 |
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agrobio
Iscritto il: 20/10/2011, 22:00 Messaggi: 147 Località: Bergamo
Formazione: Dott. in Scienze biologiche molecolari e Dott. in Scienze agrarie
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Nella maggior parte dei casi la manutenzione ordinaria viene prevista all'interno di un contratto stipulato con il costruttore, nel quale è contenmplata anche quella del cogeneratore. I costi sono molto variabili però puoi pensare che su un impianto da 100 kg, l'utile netto annuo è di circa 40-50.000,00 euro ( sempre a patto che si utilizzi biomassa a costo zero con qualche coltura). Il resto dei ricavi sono costi di gestione, manutenzione e il mutuo.
Un impianto così piccolo lo mandi avanti benissimo da solo.
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09/06/2017, 10:42 |
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