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impianti a biogas e certificati verdi 
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Sez. Suini
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Ciao,
In allevamento abbiamo molti liquami da "trasformare" e una certa quantità di biomassa ( più che altro stocchi di mais) ma principalmente in autunno..
In giro si leggono notizie molto positive riguardo a questo tipo di impianto, con l'unica eccezione di calibrare bene l'impianto in base alla materia disponibile, ma troppo ottimismo mi frena un po' :roll: .
E i rischi? Nessuno ha mai avuto insuccessi, e con quali conseguenze?
A proposito mi spiegate bene cosa sono i certificati verdi? Sembra quasi che si possa costruire un impianto pagandoselo con questi, ma sarebbe troppo bello vero?
Insomma, ho un po' di confusione....
( in Lombardia si comincia a vederne diversi...)
Grazie

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L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr)
Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone


10/12/2009, 12:41
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Brevemente, l'unico principale rischio e non riuscire ad alimentare il digestore
I certificati verdi riguardano impianti superiore al MW, solitamente si ricorre alla tarifa ominicomprensiva del valore di 0,28 €/kWh.
Il sole letame non basta per alimentare l'impianto.
Il PSR della regione lombardia offre dei contributi a fondo perduto per impianti a biogas che se non erro arrivano fino al 40% del costo dell'impianto.

Mediamente un impianto da 1MW a biogass ti porta un utile di circa 500.000 €/anno (che variano a soprattutto in relazione all'approvvigionamento della biomassa), per riassumere oltre ad essere troppo bello è anche vero.


10/12/2009, 13:19
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Ciao milli e benvenuta.
Io ho una piccola vigneto a Piverone, se hai dei contatti a Ivrea sicuramente avrei sentito parlare dell'impianto biogas di Bagnod a Piverone.
Ecco quello è un esempio di impianto di digestione anaerobica che presenta difficoltà a causa della scarsa qualità della biomassa inserita nel digestore. Inoltre quell'impianto presente ampie alcune dal punto div sita logistico.
I certificati verdi sono il mezzo di remunerazione per incentivare che produce energia rinnovabile. Eccoti la definizione preso dal sito http://www.certificativerdi.it/" target="_blank
I certificati verdi sono la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell'energia disciplinata dal D. Lgs. 79/99 (cosiddetto decreto Bersani). La precedente normativa faceva capo alle leggi 9 e 10/91 ed al provvedimento CIP 6/92: a tale legislazione si riconosce il merito di aver maturato nella collettività la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile o "pulita" non è uno slogan, ma rappresenta un punto focale dello sviluppo sostenibile, il viatico del progresso non più perpetuato a danno dell'ecosistema. Tale normativa conteneva tuttavia la equiparazione ai fini incentivanti delle fonti rinnovabili propriamente dette e di quelle assimilate, di fatto termiche con utilizzo dei reflui: queste ultime, caratterizzate da potenze e costi impiantistici superiori di più ordini di grandezza, hanno esaurito velocemente la capienza economica degli incentivi in conto capitale di tali leggi, penalizzando e ritardando la produzione di vera energia rinnovabile. A tale macro errore del legislatore ha però posto rimedio il decreto Bersani, in cui è scomparso il concetto di fonti assimilate e viene data nuova forma di incentivazione alle fonti rinnovabili.

In allegato ti metto il decreto attuativo che parla dei CV:


Allegati:
12-12-08Decreto fonti rinnovabili[1].pdf [1.81 MiB]
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Laureato in scienze agrarie specializzato in biomasse, energie rinnovabili, logistica dei prodotti agricoli e della biomassa, HACCP, sistemi colturali erbacei e spandimento reflui zootecnici
10/12/2009, 13:23
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Lascia perdere i certificati verdi anche perchè impianti a biogas superiori ad 1 MW la vedo dura realizzarli.


10/12/2009, 13:28
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Concordo con Replus.
Milli ti riporto il caso dell'impianto Bagnod di taglia 1MW che per funzionare correttamente richiede più biamssa di quanta l'azienda riesca a produrne. Così l'agricoltore è costretto a reperirla altrove, a volte anche sul mercato estero, andando in contro a blocchi dell'impianto sia x la bassa qualità della biomassa stessa che per la variazioni troppo frequenta della ricetta di alimentazione del digestore. Infatti ogni volta che si effettua una variazione sostanziale nella variazione della ricetta i batteri metanogeni hanno una fase di assestamento. Troppe variazioni sono nocive e posso causare un abbassamento del pH all'interno del digestore ed un conseguente blocco dell'impianto.
Milli hai gia contattato qualche produttore di impianti di biogas?

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Laureato in scienze agrarie specializzato in biomasse, energie rinnovabili, logistica dei prodotti agricoli e della biomassa, HACCP, sistemi colturali erbacei e spandimento reflui zootecnici


10/12/2009, 13:36
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Esatto, nel digestore ci puoi mettere praticamente di tutto, ma lle diverse percentuali delle materiale deve essere costante nel tempo.


10/12/2009, 13:49
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Sez. Orticoltura
Sez. Orticoltura

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A Monastier, energia da biogas per oltre 2 mila famiglie
Una centrale elettrica della potenza di 999 kilowatt/ora, alimentata da biogas proveniente dalla cofermentazione anaerobica di biomasse vegetali e reflui zootecnici, in grado di produrre circa 8 milioni di kilowatt l'anno, sufficienti da soli a soddisfare il fabbisogno energetico di oltre due mila famiglie. Uno fra gli impianti di biogas maggiori del nord-est, il primo in assoluto di queste dimensioni nella Marca Trevigiana.

Sarà inaugurato sabato 12 dicembre alle ore 11.00 a Monastier di Treviso (in via Giacomelli 9), dove ha sede la cooperativa agricola Stalla Sociale di Monastier, azienda zootecnica fondata esattamente 40 anni fa, il 12 dicembre 1969, da un gruppo di 13 agricoltori che decisero di mettersi insieme per allevare bovini da carne.

L'impianto di biogas di Monastier è stato realizzato dall'azienda MT-Energie Italia, leader tecnologico nel settore del biogas, con la consulenza tecnica di Pierluigi Navarotto dell'Università degli Studi di Milano. L'investimento totale del progetto si aggira sui 5 milioni di euro, finanziati con un mutuo concesso dalla BCC di Monastier e del Sile. Viene alimentato ogni giorno con le deiezioni prodotte dai capi all'ingrasso presso la cooperativa (circa 3.500 bovini allevati in un anno) e biomasse vegetali, in prevalenza silomais, coltivate allo scopo sui terreni aziendali (400 ettari coltivati). Ogni giorno nei digestori dell'impianto vengono introdotte 34,5 tonnellate di biomassa vegetale e 58 metri cubi fra liquame e letame bovino.

Come funziona il procedimento per la produzione di energia da biogas?

In assenza di ossigeno, la sostanza organica immessa nei digestori, fermentando si trasforma in biogas (o gas biologico), una miscela naturale di vari tipi di gas, in prevalenza metano ed anidride carbonica. Il biogas prodotto viene quindi convogliato in un cogeneratore, che lo trasforma in energia elettrica, immessa poi nella rete pubblica Enel.

Notevoli i vantaggi derivanti in termini di rispetto ambientale, poiché il biogas è considerato dall'Unione europea una fra le migliori fonti energetiche rinnovabili non fossili, che può assicurare autonomia energetica e favorire la graduale riduzione dell'attuale inquinamento ambientale e del cosiddetto 'effetto serra'. Senza contare che il 'digestato', il residuo di lavorazione dell'impianto, è un ottimo fertilizzante naturale, che risponde perfettamente ai parametri della direttiva europea sui nitrati.

Alla cerimonia di inaugurazione dell'impianto di biogas e del 40° di fondazione della Stalla Sociale di Monastier, parteciperanno il presidente della Stalla Sociale Gianni Nichele, il vicepresidente della Regione Veneto ed assessore alle politiche agricole Franco Manzato, il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, il presidente nazionale di Fedagri Confcooperative Maurizio Gardini, il presidente di Azove Pierluigi Lovo, il presidente della Banca di Monastier e del Sile Credito Cooperativo Claudio Bin e gli undici sindaci dei Comuni in cui gravita la cooperativa di Monastier. E' atteso inoltre il ministro delle politiche agricole Luca Zaia.

Fonte: Cooperativa agricola Stalla Sociale di Monastier

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I


10/12/2009, 14:15
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io conosco due realtà della provincia di Verona che hanno investito nel biogas (entrambi gli impianti da 1,5 mega). Uno funziona con liquami (l'azienda ha allevamento di bovini da carne) e prende in affitto terreno per la coltivazione di colture da biomassa (mais, sorgo, segale). L'altro invece funziona solo con biomassa. Sono partiti tutti e due da non molto ma il primo (quello con l'allevamento) è da più di tre anni che cerca di partire in quanto ha avuto problematiche di tipo autorizzativo, tecnico ecc...(tra le problematiche anche lo scoppio di una valvola dell'impianto...non ti dico che rischio che hanno corso),ha cambiato tre ditte che lo seguivano nell'iter burocratico-tecnico-impiantistico in quanto effettivamente in giro c'è parecchia incompetenza. Importante è quindi trovare una ditta che ti segua e che siano ben referenziati.

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Agronomo: direttiva nitrati, autorizzazione integrata ambientale, psr, edificabilità, biologico


10/12/2009, 18:31
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Sez. Suini
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Grazie per tutte le risposte:
Lando: vivo a Burolo, quindi a pochi km dall'impianto che ho visto due anni fa. L'azienda agricola però è in Lombardia. Per il momento è in fase di ristrutturazione e, con mooolta calma, c'è l'idea di poter realizzare anche questo. Ci sono costi altissimi, anche un po' gonfiati secondo me, almeno per quanto riguarda la costruzione della vasca di cemento.Non oso pensare a quanto costi il cogeneratore. Gasp!
Noi avremmo i liquami di un impianto più le biomasse- o tutto il mais (?)- del terreno ( 12ha).
Certamente se verrà realizzato dovrà essere ben calibrato, e francamente non so se riusciremo a raggiungere il MW!
A proposito, avete visto su Youtube che c'è chi è autoprodotto un mini-digestore casalingo per i reflui domestici, della dimensione di un bidone? :P .
In India si può utilizzare un minidigestore low cost per prodursi il gas per cucinare, laddove ci siano zone poverissime, prive di ogni servizio.

Tuttavia mi dispiace constatare che interi raccolti siano utilizzati nel digestore. Sicuramente da questo punto di vista sono idealista, ma mi piace molto l'idea che vengano utilizzati i reflui e i resti agricoli ,non tutto il prodotto! però è vero che chi inizia questa strada si accorge che guadagna molto di più col biogas che con l'agricoltura in senso classico, per cui tutti gli sforzi vengono rivolti a questo nuovo obbiettivo.

Sarebbe il momento di concepire dei digestori pubblici ove far confluire gli "scarti" delle aziende - senza costi aggiuntivi-liberandole così anche del fardello degli eccessi azotati e senza coltivare ettari di terreno solo per buttare i raccolti nel digestore. Si avrebbe veramente energia pulita ed economica per la collettività.
Eugenio: il generatore di Monastier è privato?

Ciao

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10/12/2009, 19:43
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se volete vedere l'impianto domestico in India:

http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=UuRP0fpyIh4" target="_blank
..comunque ci sono anche tanti altri link.

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10/12/2009, 19:55
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