Ho trovato questo articolo molto interessante riguardo il "cappotto"
E’ da un po’ che gira la voce: fare il cappotto alla casa. Per molti fino a qualche anno fa era solo un di più, ma da quando in Italia (come al solito buoni ultimi) abbiamo recepito le normative europee in tema di risparmio energetico, sta diventando uno degli argomenti più gettonati in campo di edilizia privata, residenziale ed industriale. Il cappotto termico (o rivestimento verticale di parete opaca) non è nient’altro che un isolamento esterno che si applica su tutta la superficie perimetrale dell’abitazione affinché l’edificio sia messo in “quiete termica”, cioè le mura non siano soggette a sbalzi termici caldo-freddo in modo che, all’interno, si mantenga una temperatura costante (caldo in inverno, fresco in estate).
Diciamo subito che il cappotto termico per essere davvero definito tale, deve rispondere a requisiti precisi:
-Isolante adeguato
-Applicazione secondo uno schema
-Finitura in rivestimento a spessore.
Dette queste cose, andiamo a precisarle consci che il carattere divulgativo dell’articolo ci obbliga a semplificare.
a) Isolante.
L’isolante può essere di vario genere: polistirolo (o polistirene),lana di roccia, sughero, canapa, legno,poliuretano...
Vogliamo addentrarci a parlare di spessore dell'isolante?
Direi di no. Va solo sottolineato che ci sono delle norme precise da rispettare (es. in Lombardia occorre una trasmittanza di 0,27 e deve essere il termotecnico che la calcola.
b)Lo schema di applicazione.
Il collante/rasante deve essere studiato e garantito per cappotto termico e va applicato in cordolo lungo il perimetro del pannello isolante e in due o tre punti centrali. (Va da sé che la posa per soli punti o la rasata della parete non è un buon metodo).Il pannello isolante deve essere applicato sfalsato (come si fa per i mattoni) e si devono incrociare agli spigoli. E’ necessaria una rasatura armata che è costituita da una rete in fibra di vetro a maglie quadre affogata nel rasante. (Va da sé che la posa diretta della rete sul rivestimento e l’affogatura della medesima non è un buon procedimento). Possono servire profili di partenza, angolari con o senza rete, tasselli a fungo ed altri accessori che sono importanti per garantire il buon esito del lavoro.
c) La finitura DEVE essere effettuata con rivestimento a spessore di granulometria 1,5 o superiore e di colore con indice di riflessione alla luce superiore a 20.
Al lettore verrà subito spontanea una domanda: ma quanto mi costa?
La risposta è fin troppo semplice: dipende dall’isolante, dal suo spessore, dalla qualità del materiale impiegato e dalla perizia del lavoro del “cappottista”. E’ bene quindi che il consumatore si documenti bene prima di affidare un lavoro al primo venuto. Vi sono case produttrici che hanno una storia pluridecennale in tema di rivestimento a cappotto e persone che hanno una specifica competenza tecnica maturata in anni di esperienza. Ricordo che quando vent’anni fa presentavo a progettisti o professionisti il cappotto termico spesso venivo guardato come un marziano.
Sinteticamente ricordo che:
-Il cappotto termico contribuisce a migliorare notevolmente il comfort abitativo
-Un edificio rivestito a cappotto consente un notevole risparmio energetico
-La legge finanziaria prevede un contributo fino al 55 per cento della spese per la messa in quiete termica di un edificio
-È bene sempre prevedere con l’applicatore la stipula di una polizza decennale assicurativa che abbia il carattere di “rimpiazzo opere”, cioè sia una copertura globale nel caso vi siano difetti di materiale e di posa.
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