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Biomasse - opportunità per l'agricoltura
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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relativamente alle biomasse volevo far presente una cosa ad ora nn considerata: bruciare i residui vegetali significa impoverire ulteriormente il terreno di sostanza organica(i ns terreni sono già poveri di so)
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13/11/2009, 23:01 |
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Replus
Iscritto il: 29/09/2009, 1:44 Messaggi: 97 Località: Abbiategrasso (MI)
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ricky75 ha scritto: azz... ragazzi ,ma quanto scrivete? ora che ho finito di leggere è ora di andare a dormire! secondo me, discorso biomasse ( a meno che per biomasse non intendiamo anche la classica legna da ardere)oppure energie rinnovabili..... per guadagnare (sempre che gli incentivi siano effettivamente duraturi) bisogna fare dei grossi impianti che ovviamente sono alla portata di pochissimi individui o società. replus,ma hai presente quante sono 1200 ton di biomassa? per fare un paragone,un autotreno ne porta circa 30.... anche a me piacerebbe fare qualcosa con le rinnovabili, ma non trovo la via giusta.... il biogas no, ho troppo poco letame,non conviene il fotovoltaico,ho una falda di 600mq perfettamente esposta a sud,ma se non c'è autoconsumo non conviene l'eolico.... il miniidroelettrico,dove? Con 600 mq riesci a fare un impianto da circa 82 kWp, a dire che non conviene c'è ne passa.... Per il discorso biomasse, le quantità sono quelle, ovviamente deve essere prodotta nelle vicinanze della centrale. Sull'impoverimento del terreno non posso esprimermi dato che non è il mio settore.
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14/11/2009, 0:06 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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la scelta della localizzazione di un impianto a biomasse va fatta con oculatezza e serietà (senza fare altre cattedrali) in quanto conviene trasportare biomassa fino a 30 km dopo diviene antieconomico.La gente ha paura degli impianti a biomasse xchè pensano che poi tali tipi di impianti costruiti con fondi pubblici o cofinanziati in mancanza di biomasse bruciano rifiuti urbani o speciali.Infatti in Campania sentivo parlare di impianto a griglia mobile adatto a bruciare di tutto. Inoltre i prezzi delle biomasse sono bassi e c'è bisogno di tanta superficie produttiva. Infine bruciare stocchi di mais, di girasole, residui di potature, letame etc significherebbe portare inevitabilmente i terreni al collasso per mancanza di sostanza organica.Quando nn direttamente interrati i residui vegetali possono essere compostati.
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14/11/2009, 18:30 |
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Replus
Iscritto il: 29/09/2009, 1:44 Messaggi: 97 Località: Abbiategrasso (MI)
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Che una caldaia a biomasse possa bruciare tutto la vedo dura, non dico che si spegne, ma avere rendimenti inferiori al 50% a chi conviene ? Inoltre un inceneritore non centra proprio niente con una caldaia, anche il sistema di produzione dell'energia elettrica è completamente diverso, e se l'impianto non viene alimentato a biomasse l'incentivo non lo prendi.
Per me rimangono preoccupazioni inutili, non vogliono l'eolico perchè è brutto e uccide gli uccelli, non vogliono il solare per occupa spazio, non vogliono le biomasse per inquinano. Però di andare in giro a piedi e di accendere il riscaldamento a dicembre piuttosto che ad ottobre manco a chiederlo.
Non conosco nello specifico i risultati che può dare, ma penso che la cenera possa essere utilizzata come fertilizzante.
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14/11/2009, 21:37 |
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Replus
Iscritto il: 29/09/2009, 1:44 Messaggi: 97 Località: Abbiategrasso (MI)
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14/11/2009, 21:54 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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15/11/2009, 11:31 |
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piotre
Iscritto il: 27/05/2008, 8:22 Messaggi: 468 Località: ischia
Formazione: diploma alberghiero
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ciao questa estate ho visitato la vigna dei fratelli muratori a Ischia.Si chiama i giardini arimei e si produce un eccellente vino passito.Ciaooooooooooo
_________________ Ogni bene dalla terra viene
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15/11/2009, 13:53 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10192
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hanno una vigna(50 ha) anche in provincia di Benevento
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15/11/2009, 23:02 |
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francescoriello
Iscritto il: 10/07/2008, 14:45 Messaggi: 130
Formazione: Agrotecnico e Agronomo (scienze agrarie)
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Finalmente! Avete aperto una sezione sulle "rinnovabili". Mi devo scusare con il forum per la mia cronica assenza, ma il tempo è pochissimo in questi mesi. Premetto che sono mod in un forum di "energie alternative" e da 5 anni segue i processi di gassificazione/pirogassificazione in merito all'uso della "pollina" e altre biomasse (cippato), ho visitati o reperito notizie su tutte le ditte (italiane ed estere) che dovrebbero vendere impianti, compresa quella che vuole fare il Craking catalittico con le biomasse, ed ho affrontato i problemi realizzativi con studi tecnici (adesso con l'apindistria, vedete il mio topic sul fiere e convegni: riunione svoltasi in luglio!) e con i funzionari regionali. Un po' seguo il biogas, ma siccome non è utilizzabile con la "pollina" l'ho un po' snobbato!
Tutto quello che avete detto è vero, pro e contro, ma una cosa dovete sapere sulla gassificazione, tutti i progetti che leggete su internet o sui giornali sono semplicemente delle bufale! In Europa esiste un solo impianto funzionante a gassificazione (sansa di olive) della guascor, il cui direttore (ing Pace) è anche mio amico e collega nel forum, tutti gli altri sono prototipi più o meno sballati! Che puntano solo a trovare qualche pollo! Non rientrano nelle emissioni, costano un'esagerazione, non rispettano i rendimenti! Ma di questo potremmo parlarne più avanti.
Un'altra cosa dovete tenere ben presente, l'attività agricola è e deve restare principale, se ci si imbarca nella produzione di energia elettrica si deve cambiare mentalità (industriale) e considerare quella agricola marginale, i rischi di fallimento sono altissimi e per le esigue finanze agricole insostenibili! No fate i conti solo economici (tot kw per tot euro) le manutenzioni, i costi occulti, gli imprevisti sono all'ordine del giorno e costano una vagonata di euro!
La biomassa DEVE essere di scarto sennò se devi produrla appositamente (cippato, mais per biogas, ecc) hai già un mezzo fallimento. Perchè produrre elettricità con il carbone/gas costa molto meno quindi se devi comprare o produrre il "carburante" per il tuo impianto ci rimetti subito! E inoltre devi sottrarre enormi quantità di terreno alle coltivazioni, basta vedere quegli impianti a biogas realizzati dove il "contadino " è costretto a usare l'insilato nel digestore e comprare il resto per la stalla! Sulle taglie di potenza posso solo dirvi che l'impianto per resistere nel tempo deve superare i 3 mw elettrici, deve essere affidato a società con disponibilità finanziarie e dipendenti specializzati (gassificazione), per gli impianti a combustione/cippato vi riferisco di molti progetti realizzati (anche in zone boschive) e ora falliti e messi in vendita, nonostante abbiano preso soldi pubblici per la loro realizzazione, il tutto perchè l'approvvigionamento della biomassa non lo si considera mai un problema invece poi diventa il principale motivo di chiusura. Un mio amico gestisce una grossa società pubblica/privata in piemonte, credo qualcosa come 16 o 18 mw termici, 25.000 famiglie con il teleriscaldamento. Però hanno contratti con decine di falegnamerie, squadre per la pulizia dei boschi, forniture di legno anche da fuori Italia e un introito assicurato per la presenza dei comuni! Eppure sono sempre in bilico! Figuratevi un impiantino che deve comprarsi il cippato che finè fa! adesso devo andare scusatemi il messaggio scritto frettolosamente! ciao
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06/12/2009, 12:56 |
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lando
Iscritto il: 18/11/2009, 19:37 Messaggi: 92 Località: Biella
Formazione: Master su produzione di energia da biomasse e Laurea specialista in scienze agrarie
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Condivido per molti punti la linea di Francesco. Alcuni aspetti fondamentali dell'utilizzo delle biomasse in agricoltura a mio avviso devono essere: l'agricoltore deve continuare a fare la sua attività legato alle produzioni agrarie e non deve diventare ne un biologo ne un chimico ne un ingegnere. La biomassa per produrre energia elettrica deve essere di scarto NON BISOGNA mai convertire terreni utilizzabili per produzioni agrarie a colture no food. Se si hanno difficoltà a raggiungere una massa critica di biomassa da immettere nell'impianto è bene vagliare soluzioni alternative quali ad esempio formare una cooperativa con altri agricoltori che ha come centro l'impianto alimentato dalla biomasse di scarto prodotte da più aziende. Le zone marginali sono tali per determinati motivi ( terreni improduttivi per clima, caratteristiche del suolo eccc) e tali devono rimanere è inutile piantale su rive fossi zone con pendenze notevoli quindi difficilmente meccanizzabili per produrre più biomassa. Prestare attenzione ai costi legati alla logistica che spesso sono quelli più onerosi. Da me c'è un impianto di biogas che utilizzata biomasse coltivate anche a 50 100 km di distanza !!!
_________________ Laureato in scienze agrarie specializzato in biomasse, energie rinnovabili, logistica dei prodotti agricoli e della biomassa, HACCP, sistemi colturali erbacei e spandimento reflui zootecnici
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06/12/2009, 17:10 |
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