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Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 15:16

proseguo nelle mie riflessioni.
Sempre nell'ottica di un crollo futuro dell'energia disponibile pro capite . Crollo che , detto per inciso e' possibile ma non credo probabile.
Tuttavia ,per affrontare il discorso, ragioniamo per un momento come se fosse certo il fatto che in Italia tra 10 anni ci si ritrovi con un quarto dell'energia primaria pro capite disponibile oggi.
La situazione sarebbe senz'altro drammatica e condurrebbe a scenari semiapocalittici.
Con le raffinerie italiane ferme (le tre raffinerie principali italiane a causa della guerra in libie e della conseguente interruzione della fornitura di petrolio libico son gia 'oggi ferme e in cassa integrazione indefinita).
Con la mancanza del gas (oramai ,sempre per la guerra in libia,siamo costretti ad acquistare gas dai russi che lo prelevano da un giacimento in esaurimento)
In quel mondo, se tu hai tre lampadine a LED che ti illuminano la cucina la sera, la cosa potrebbe portarti problemi, diciamo ospiti sgraditi, invece che risolverne.
Gli italiani di prima,per capirci, hanno sprecato energia primaria (benzina),in trillioni di ore di coda in auto dalle periferie al centro di ogni citta' e la maggior parte lo ha fatto per spostare tre carte da un ripiano all’altro di uffici riscaldati ed illuminati. In trent’anni nemmeno si sono potuti comprare un cesso di bilocale vista grande raccordo anulare.
Gli italiani di "dopo" troveranno il NULLA , in uno scenario di riduzione energetica obbligata, il primo a sparire sara' il trasporto privato , ma neppure il trasporto pubblico sopravvivera' a lungo.
E' uno scenario possibile e sempre più probabile alla luce di lunghi studi energetici indipendenti degli ultimi quarant’anni.
Quindi: la fattibilità del tuo pannello fotovoltaico è direttamente proporzionale a quanti denari da buttare nel cesso hai, oggi. Abituarsi ora ad andare a dormire quando fa buio è l’unica fattibilità. Il resto sono stronzate.
Il consumismo ha consumato quasi tutto. Ci resta ben poco e quel poco lo consumiamo già oggi in perdita.
Coloro che cercano l’autonomia elettrica al marzo del 2011 sono ,secondo me , in errore.
Sono energie sotto forma di moneta che dovete tirar via da altro, o come vi pare, completamente sprecate. In fondo, lo sapete, ma vi piace immaginare il lusso futuro, la lucina che illumina la casa.
Penso la corsa all’oro del 21esimo secolo, quella dell’”autonomia elettrica” come alla più grande perdita di tempo ,energia e denari che sia stata messa in campo da quando un barile di petrolio ha superato i 40 $.

Se ammettiamo uno scenario simile, dobbiamo prendere atto che nessuno dei preziosi pannelli ,il cui valore non sta nel materiale con cui sono costruiti (poverissimo e comunissimo sul pianeta), ma nel costo energetico del suo processo di raffinazione e depurazione (questo si costosissimo e inquinantissimo). Nessuno dei pannelli,dicevo, ha la minima possibilita' di sopravvivere indenne ad un mondo in queste condizioni.
E' inevitabile, se avremo DAVVERO NECESSITA' DEI PANNELLI SOLARI questo significa CHE NON AVREMO L'ENERGIA PER POTERLI MANTENERE ATTIVI. Leggete i numeri che son scritti sotto agli impianti. I rendimenti, i costi di manutenzione, i costi di trasporto, i costi di assicurazione. Trasportateli in un mondo in cui il camion che ve li porta non costa 50 euro a viaggio ma 5000. Il componente elettronico di ricambio che arriva dalla Cina, non costa piu' 5 euro (perche costruito da schiavi), ma 500. e rifate i vostri conti. Osservate come cambia il costo del vostro pannello nel caso in cui ne dobbiate avere DAVVERO la necessita'.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 15:51

davvero complimenti ragazzi......discorsi seri e precisi.... ;)
vi seguo con molta passione....
saluti............Valerio

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 17:52

Raviolo devo ammattere che leggerti è sempre stato un piacere...e lo dico con il cuore.
Io non so cosa ci riserverà il futuro, e non voglio neanche che i quintali di libri di fantascienza che ho letto nella mia vita mi condizionino troppo nella visione di questo.
Ad oggi...anno 2011...cosa si può fare per renderci indipendenti e autosufficienti?
Tu ci offri un quadro che crea infiniti spunti di riflessione, ma tento di mettere "un qualche limite" alla discussione (pur confidando quanto mi piacerebbe allargarla a 360°...).
Da una brevissima analisi del tuo discorso si può evincere che:
- la rete elettrica dovrà diminuire l'erogazione pro-capite;
- i costi delle apparecchiature elettroniche avranno costi cento volte tanto;
- il gas ed il petrolio avranno costi altissimi;
- la vita inevitabilmente dovrà cambiare...
Della serie "si salvi chi può" ;) :)

Continuando ad analizzare quanto dici, tu parli di soluzioni inevitabili: adattare le nostre esigenze alle nostre possibilità.
Credo che questo concetto potrebbe essere un passo fondamentale della nostra discussione.
Io dico che intanto potremmo veramente ridurre ed eliminare gli sprechi energetici delle nostre case, e questo può essere fatto tanto da chi vive in campagna quanto da chi vive in città.
Partendo dalle piccole cose...facendole divenire buone abitudini, l'uomo può (sin da adesso) contribuire (seppur in minima percentuale) alla riduzione dei consumi di elettricità, petrolio e gas.

Quanto tu dici sul trasporto privato è ampiamente condivisibile, visto che potrebbe essere il primo taglio sostenibile per la maggior parte di noi.
Faccio un esempio personale che potrebbe far ridere molti (...un pò me lo aspetto, purtroppo), ma che potrebbe portare altri elementi di discussione sul tavolo.
Vivo in campagna, in un podere che ho in affitto da diversi anni. Qui è molto freddo in inverno e l'unico tipo di riscaldamento che era previsto nella casa era un bombolone GPL che permette di scaldare l'acqua, i termosifoni e alimentare i fornelli. Erano presenti due vecchi camini che non ne volevano sapere di funzionare (a detta dei padroni di casa).
I proprietari (che qui hanno abitato per 10 anni) consumavano circa (a seconda delle annate) 7 pieni di gpl all'anno: si tratta di 5600litri di GPL.
Riporto ad oggi (per ovvi motivi) il prezzo del GPL per uso familiare:senza riportare il nome del fornitore, ho pagato il GPL per uso domestico 0,96€/l iva compresa (ma il prezzo cambia come quello dei carburanti).
Moltiplicando 0,96€/l per i 5600l di consumo annuo, la cifra sarebbe di 5376,00€ all'anno per avere acqua calda, riscaldamento e fornelli.
Con mia moglie abbiamo deciso di installare una cucina economica nella zona cottura, di sostituire uno dei due camini con una stufa di ghisa e di risistemare l'altro camino mettendone uno ad incasso con chiusura a vetro.
Questa la spesa: nel 2007 cucina economica in ghisa da 700,00€; nel 2008 stufa piccola in ghisa da 390,00€; nel 2009 camino da incasso con sportello a vetro a 800,00€.
Abbiamo speso 1890,00€ (in tre anni), da sommare ai 500,00€ di materiale (edile e tubi): avendo fatto io il lavoro non metto la spesa di questo.
Un totale quindi di 2390,00€ per avere questi 3 punti calore (cucina, salone e camera) in una casa di oltre 100mq.
Veniamo al consumo della legna.
Consumo una media di 80q di legna all'anno: il 60% (48q) proviene da residui delle nostre potature (olivi, viti, frutti, castagni) e dal nostro bosco. Tutto questo ha un suo costo, ma comunque è previsto nella conduzione della nostra azienda: potiamo tutti gli anni, e tutti gli anni abbiamo residui di potatura. Ci limitiamo a sfruttare tali residui, e per trasportarli e segarli consumiamo circa 20l di gasolio (sega circolare azionata a pdp del nostro trattore).
Il restante 40% (32q) di legna lo acquistiamo direttamente dai boscaioli al prezzo di 8,00€ al quintale. La spesa è di 256,00€, a cui sommare altri 15litri di gasolio per il trasporto e la segatura.
In tutto con 35litri di gasolio (mettiamo una spesa di 35,00€ considerando il costo di 1€/l di gasolio agricolo) e 256€ di legna presa da terzi, riusciamo a spendere 291€.
Bene...con 291€ noi riusciamo a scaldarci con 80q di legna.
Tale spesa riesce a coprire la maggior parte dei consumi di gas per i fornelli (abbiamo la stufa accesa da ottobre a maggio e la usiamo anche per cucinare).
Questo ci permette di fare il rifornimento di GPL una volta all'anno, arrivando a spendere 808,00€ (compreso trasporto) per 800litri.
Se proprio vogliamo essere precisi (e mi piace esserlo) vorrei sommare anche le due bombole a GPL che consumiamo ogni anno per riscaldare ulteriormente il bagno quando facciamo la doccia. le bombole da 15kg di GPL costano 43,00€ l'una (quindi 86,00€ in tutto).
Facendo la somma delle somme, questa la spesa annua: 291,00€ di legna, 86,00€ di bombole da casa, 808,00€ di GPL in bombolone ad uso domestico....fanno 1185,00€ all'anno.
Facendo il dovuto confronto economico, credo che le cifre già parlino da sole: 5600€ CONTRO 1185€ spesi ogni anno.

Dietro a tutto questo vorrei sottolineare proprio questo: legna prodotta dalla nostra azienda, trasportata e segata da noi; legname acquistato dal vicino direttamente prelevato dal bosco, trasportato e segato da noi; un solo carico di 800litri di gpl comprato
CONTRO
7 viaggi di GPL comprato.
...beh, qui ci vorrebbe qualcuno più bravo di me che potesse fare i dovuti conti sulla riduzione dell'inquinamento di questa nostra scelta.

La spesa dei 1890,00€ per le due stufe ed il camino da incasso ed i lavori sono facilmente ammortizzabili, e possono durare decine di anni, quindi il gioco vale la candela. Abbiamo considerato anche l'ipotesi di un nostro trasferimento, ed entrambe le stufe ed il camino da incasso possono essere trasportate e adattate in una nuova casa.

La nostra scelta è senza dubbio pesante da un punto di vista di lavoro, tenendo conto di quante volte mi ritrovo a spostare quella legna (dal bosco o frutteto, nell'aia, durante il taglio, quando stiviamo i ciocchi, quando li portiamo in casa, quando li mettiamo nel fuoco.....), ma anche di GRANDISSIMA soddisfazione. Imparagonabile il calore del fuoco con quello dei caloriferi (seppur di ghisa questi siano), il gusto che prende il mangiare tanto cotto sui cerchi, che sulla brace che nel forno della cucina economica; inoltre abbiamo sempre un briccone di acqua bollente per lavare i piatti e le pulizie di casa.

Questa scelta incide anche sui consumi elettronici (anche se in piccolissima e forse irrisoria parte), visto che la caldaia si aziona elettricamente, e la nostra caldaia viene azionata veramente poco se non alla doccia serale o quando ci laviamo.

Spero che questa mia esperienza possa fungere da spunto per altre riflessioni.
Vorrei solo aggiungere che io (noi) lo facciamo perchè abbiamo scelto questo stile di vita, e puntiamo ad abbattere sempre più ogni tipo di costo (e raviolo hai capito a cosa mi riferisco ;) ).
Vorremmo (ma sin che saremo in affitto non potremo fare nulla) lavorare anche e sopratutto sull'elettricità, e proprio con l'eolico...ma questo discorso lo farò prossimamente.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 18:37

Tosco, io invece son passato da riscaldamento a gasolio circa 5/6 mila litri anno a riscaldamento misto legna e gasolio.
Anche nel mio caso si usa legno di potatura del nocciolo (bisogna fare attenzione e miscelarlo con legna meno efficace perche arroventa le stufe) oppure legna di robinia ,scarti del pioppo e cosi via. Il gasolio lo usiamo solo un'ora al giorno per scaldare acqua e termosifoni al mattino. L'anno scorso abbiamo consumato meno di 500 litri di gasolio da riscaldamento.

Tornando al discorso principale. Io non credo ci troveremo a breve nella situazione che ho ipotizzato piu su.
Se dovesse capitare, i problemi sarebbero altri, e il fatto di non disporre di energia elettrica sarebbe assolutamente marginale.
Devo pero' riportare ancora qualche dato utile per capire la situazione attuale nel mondo.
parlando di crisi energetica penso dovremmo considerare come esempio la situazione dell'Inghilterra. Paese ,potente, imperialista e piu avanti di noi, nel bene, ma soprattutto nel male.
L’articolo da cui traggo ampi stralci e' di Hugh Sharman,
....Dopo centinaia di anni di potere imperiale ed industriale, l’Uk si è improvvisamente ritrovato più o meno senza "Energia" come giocatore mondiale. Con le sue risorse del Mare del Nord in veloce depletion, proprio quando i principali produttori di petrolio, carbone e gas faticano a soddisfare la domanda mondiale; afflitto da un debito pubblico di 1000 miliardi di sterline, e da un massiccio deficit commerciale; il suo ruolo dominante come centro manifatturiero e scientifico ceduto alla Germania, al Giappone e poi alla Cina, il Regno Unito non è preparato a diventare un importatore di energia. Eppure, la dipendenza energetica è proprio quello a cui si sta rapidamente avviando.
Anche se negli ultimi anni si nota un calo dei consumi, tutte le fonti energetiche interne inglesi sono in drammatico crollo. Le hanno consumate nel giro di appena 50 anni, e vi assicuro che solo 10 anni fa sembravano ancora quasi inesauribili.
il Regno Unito è stato produttore della propria energia per ben mezzo millennio. Si tratta di una catastrofe senza precedenti, che non si sa come affrontare.

I nostri amici inglesi stanno razionando il gas e assaggiano la mancanza di riscaldamento nelle case per periodi anche abbastanza lunghi. Per la prima volta non riescono a rifornire l'agricoltura di fertilizzanti in quantita sufficiente in quanto manca il gas e l'energia per produrli.
Ricordo a tutti che non stiamo parlando di uno staterello africano o di un'isoletta spersa nel pacifico.
Parliamo di una delle maggiori potenze coloniali degli ultimi sei secoli, uno stato che ha scritto la storia.
Che oggi si ritrova a non poter scaldare la casa...

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 18:44

e' chiara la fine che faranno i voraci televisori da 42 pollici (consumano come una stufetta elettrica) comprati a suon di mutui e ancora da pagare quando ci sara da scegliere tra scaldare casa e guardare la tv.

Ha ragione Tosco, la via giusta non e' quella di indebitarsi oggi per produrre l'energia da sprecare domani.
La via e' ridurre le necessita' all'indispensabile, privilegiando ovviamente le attivita' fondamentali.
Inutile consumare tonnellate di risorse energetiche per realizzare impianti che ci garantiranno FORSE tra venti anni di disporre di quei tre kw da usare per accendere un televisore grande come mezza parete.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

23/07/2011, 18:59

vado a preparare cena e vi lascio con un proverbio che tutti conoscete, modificato quel tanto che basta per illustrare la situazione attuale.


Dai del pesce a uomini che hanno fame e li sfamerai per un giorno.
Insegna a pescare a uomini che hanno fame e li sfamerai per sempre.
Se ,dopo aver insegnato loro a pescare , riuscirai a creare una penuria artificiale di pesce,
allora tu mangerai le migliori bistecche per sempre.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

24/07/2011, 17:20

La via e' ridurre le necessita' all'indispensabile, privilegiando ovviamente le attivita' fondamentali.
Inutile consumare tonnellate di risorse energetiche per realizzare impianti che ci garantiranno FORSE tra venti anni di disporre di quei tre kw da usare per accendere un televisore grande come mezza parete.

...mi pare che proprio questo sia il consumismo, no?! :mrgreen:
E' un pò il discorso dei rifiuti differenziati...
Proprio qualche mese fa ascoltavo un'interessante reportage di un TG della piattaforma satellitare, e parlava proprio di questo: quanto può essere riciclato, quanto può essere riutilizzato, quanto può essere trasformato.
Diceva che l'impegno di molti purtroppo poco può fare contro lo spreco di troppi...e che oltre che sensibilizzare i cittadini di tutte le città d'Italia (o del mondo occidentale) si dovrebbe fare un grandissimo lavoro di recupero e riconversione delle centinaia di migliaia di fabbriche che ogni ora riescono ad "annullare" lo sforzo di molti. Ma purtroppo anche questo è un altro discorso, e quindi...
...cerco di ricollegare il discorso IT.
Con mia moglie stiamo facendo un grande lavoro di recupero del vetro, e lo stiamo privilegiando come materiale, assieme al legno e la stoffa. Abbiamo abolito le buste di plastica e usiamo solo quelle di stoffa (da molto prima che i classici shopper venissero banditi dai supermercati) e ci siamo organizzati in modo tale da rifiutare sempre la bustina (anche di carta).
Io sorridendo le dico che ogni giorno lei tenta di salvare il mondo (e la amo anche per questo...), cercando di ingegnarsi in mille modi per sprecare al minimo e riciclare al massimo...ed anche questo potrebbe rappresentare una qualche forma di autosussistenza...e se vogliamo anche da un punto di vista energetico.
Quante volte durante l'arco della giornata ci ritroviamo a gettare semplicemente, senza chiederci come possiamo riutilizzare (...il consumismo...).
In molti mi dicono che sono estremo in quello che faccio, ma io preferisco definirmi un autarchico con coscienza, ed è così che mi ritrovo a riciclare una cosa molte e molte volte prima di destinarla alla pattumiera (la giusta pattumiera, naturalmente).
Ed è anche attraverso questo piccolo/grande sforzo quotidiano che riusciamo a ridurre le spese.
E ridurre le spese potrebbe (credo almeno questo) essere per tutti un incentivo a consumare meno energia, quale che essa sia.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

26/07/2011, 19:54

siamo saggi.. cerchiamo di guardare le cose come stanno.
Oggi sulla terra siamo quasi sette miliardi. In crescita.
Il tasso di fertilita' mondiale e' di 2.5. Per mantenere una popolazione stabile e' necessario che il tasso di fertilita' sia di 2.10. Cioe' ogni donna deve "produrre" un po' piu di due figli nel corso della sua vita. Questo significa che a meno di variazioni brusche, ai ritmi attuali continueremo a crescere per ancora almeno altri 50 anni.
L'italia ha un tasso di fertilita' di 1.1 gli europei invece di 1.5. In pratica gli Europei ,Italiani in testa, si stanno estinguendo.C'e' da dire che al di sotto del valore di 2 il processo di estinzione e' irreversibile, perche dopo qualche anno semplicemente non ci saranno piu donne giovani sufficienti per rialzare il parametro.(l'Italia e' ben al di sotto ormai da piu di dieci anni)

Bene, questi dati segnalano che ,a meno di non importare persone giovani mescolando le etnie, Europa ed Italia sono paesi in cui non avremo sufficiente forza lavoro per mantenere i vecchi.
dalla prossima generazione non avremo piu necessita' di tutte queste case e seconde case, che finiranno disabitate perdendo valore.(gia oggi chi si sposa non avendo fratelli si ritrova disponibili le due case dei genitori e spesso le quattro case dei nonni).
A tutto questo aggiungiamo che dai primi anni ottanta la disponibilita' di energia pro capite e' calata continuamente e senza inversioni. Quello che ci aspetta ( gia dal 2016 in avanti) e' una crisi energetica feroce, ma soprattutto una crisi economica LOCALE. Semplicemente non saremo in grado di lavorare a sufficienza per mantenere gli anziani e pagare il debito. Non ci saranno abbastanza giovani in grado di ripianare il debito e di far correre l'economia.
E non e' pensabile pensare di importarli, perche' ,a meno di sfruttarli come schiavi, non avremo le risorse per pagarli.
Piuttosto che la fornitura di 3 kw di energia elettrica..Mi pare sia questo il principale problema da affrontare immediatamente in Italia

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

27/07/2011, 9:00

Lo dico sempre io che la soluzione è "fare l'amore"... ;) :mrgreen:
Detto questo proviamo a ritornare IT (io per primo), e a CAPIRE quali possono essere "concretamente e oggi" le soluzioni per autofornirci dell'energia elettrica, riuscendo a staccarci dalla rete e a mantenerci autonomi.
O che viviamo in una malga isolata, o un podere sotto un paese...quali sono queste soluzioni
Per adesso abbiamo fatto un passaggio dal fotovoltaico al solare, dall'eolico all'idroelettrico, e stiamo parlando del termico.
Qualcun'altro ha da aggiungere considerazioni o personali esperienze e/o aspirazioni?
O magari potremmo anche parlare di cosa ci spinge ad essere autosufficienti...

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

31/07/2011, 18:45

Tosco ha scritto:Lo dico sempre io che la soluzione è "fare l'amore"... ;) :mrgreen:
Detto questo proviamo a ritornare IT (io per primo), e a CAPIRE quali possono essere "concretamente e oggi" le soluzioni per autofornirci dell'energia elettrica, riuscendo a staccarci dalla rete e a mantenerci autonomi.
O che viviamo in una malga isolata, o un podere sotto un paese...quali sono queste soluzioni
Per adesso abbiamo fatto un passaggio dal fotovoltaico al solare, dall'eolico all'idroelettrico, e stiamo parlando del termico.
Qualcun'altro ha da aggiungere considerazioni o personali esperienze e/o aspirazioni?
O magari potremmo anche parlare di cosa ci spinge ad essere autosufficienti...

“A volte il conducente di un lento asinello
ne carica il basto d’olio, di frutta a buon mercato
e tornando dalla città
porta una macina o un blocco di pece nera.”
Virgilio nel poema didascalico le Georgiche.
Credo sia importante distinguere l'autosufficienza dall'autarchia, impossibile in un mondo complesso e moderno.
Dobbiamo sempre cercare di vedere l'azienda agricola come un sistema energetico dotato di input e output energetici, mentre il valore economico (monetizzazione dell'energia) è strettamente politico.
Tutto dipende dal costo dell'energia in ingresso e in uscita e purtroppo questo viene determinato sopra le nostre teste e spesso giustifica sistemi energetici aberranti sotto l'aspetto dell'efficienza e impatto ambientale, vedi pannelli fotovoltaici e pale eoliche.
Un saluto a tutti.
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