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Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

28/04/2011, 14:27

la cosa che bisogna fare comunque è adeguare lo stile di vita all'energia che abbiamo a disposizione e non l'opposto come è ora.
Modificando il proprio stile di vita si può arrivare ad abbattere notevolmente i consumi energetici.
mia mamma ad esempio recupera l'acqua con cui lava la verdura per bagnare fiori e piante.
come questo piccolissimo esempio ce ne sono tanti altri.
a livello legislativo è dura potersi auto sostenere ma comunque ci si può avvicinare molto con un po di accortezza.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

28/04/2011, 18:39

;)
Parole sante, adattarci ai tantissimi risparmi energetici oggi possibili, non per avere delle privazioni, al contrario per stare meglio.
Oggi sono stato in visita a un collega:
Ha installato il primo pannello fotovoltaico circa venti anni fa.
Si riscalda a legna da decenni.
Si è costruito i primi pannelli termici una ventina di anni fa.
Ha sul tetto tre Kw di pannelli fotovoltaici.
Ha tutti i consumi monitorati.
Quando gli ho detto il mio consumo medio annuale, circa 450 Kw, ha obiettato, io li consumo solo con le perdite per i vari standbye, e apparecchiature varie benchè tutto sia a riposo e spento.
Abbiamo controllato sull'analizzatore di rete Kw 1.5 al giorno, esattamente come consumo io per casa analoga.
Lui apre il cancello premendo un pulsante, per fare un'esempio.
Io scendo e apro a mano, pre niente rinuncerei a ricevere gli ospiti con questa attenzione. :P
Poi via di seguito, con tutta una serie di consumi inutili e del tutto inosservati.
TV da 17 pollici, 35 w, 36 pollici 350 w. Siamo sicuri che con il piccolo non si veda e ci si informi quanto su quello grande?
Ho voluto fare un semplice esempio di come possiamo analizzare i nostri consumi e scoprire che si può vivere bene anche senza privazioni.
Saluti
Sergio

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

28/04/2011, 19:30

perche' la dipendenza da petrolio e' piu disdicevole della dipendenza da silicio?.
In fin dei conti un motore diesel io in Italia posso costruirlo ed alimentarlo ,se voglio, ad olio vegetale di recupero.
Un pannello fotovoltaico, col cavolo che lo produco. Le celle di silicio non son poi cosi banali da produrre e non son poi cosi esenti da scoria e consumo di energia.
>Se si pensa ad una indipendenza energetica due son le soluzioni, motore a vapore o endotermico.
Vento, e sole possono aiutare ma non diventare la fonte primaria.
Resto d'accordo sul fatto che si dovrebbe ridurre tutti il consumo.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

28/04/2011, 21:15

e l'olio vegetale come lo produci?
Consumando altro gasolio ed energia, non dirmi che lavori a vanga, concimi in modo naturale, annaffi con la pioggia, mieti a mano e poi trasformi in combustibile i semi di colza lasciandone da parte altri come semenza senza utilizzare alcun tipo di energia che non sia rinnovabile...
Ok, con i combustibili vegetali si inquina meno ma se tiriamo la riga in fondo non so quanta sia la vera percentuale di pulito (energia spesa per coltivare e trasformare).
modifico per scrivere che la dipendenza da silicio l'avrai solo per mettere i pannelli e per costruire l'inverter visto che il ponte a transistor è fatto di silicio l'avrai una volta ogni 20-30 anni se non ci saranno guasti. la dipendenza dal petrolio l'hai ogni volta che si svuota il serbatoio.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 0:01

kentarro ha scritto:e l'olio vegetale come lo produci?
Consumando altro gasolio ed energia, non dirmi che lavori a vanga, concimi in modo naturale, annaffi con la pioggia, mieti a mano e poi trasformi in combustibile i semi di colza lasciandone da parte altri come semenza senza utilizzare alcun tipo di energia che non sia rinnovabile...
Ok, con i combustibili vegetali si inquina meno ma se tiriamo la riga in fondo non so quanta sia la vera percentuale di pulito (energia spesa per coltivare e trasformare).
modifico per scrivere che la dipendenza da silicio l'avrai solo per mettere i pannelli e per costruire l'inverter visto che il ponte a transistor è fatto di silicio l'avrai una volta ogni 20-30 anni se non ci saranno guasti. la dipendenza dal petrolio l'hai ogni volta che si svuota il serbatoio.

La penso come te, anche se come raviolo ho i miei dubbi su tutto quel silicio (materiale eccezionale in ambito di smaltimento).
Io punterei all'eolico, visto che la mia zona è particolarmente ventosa.

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 9:13

bah Kentarro, in caso di shortage di energia direi che la prima a morire sara' proprio l'energia elettrica. Insieme ai dispositivi che ne fanno uso o la producono, soprattutto quelli sofisticati.
Mi e' capitato ,quasi per caso, di campare gli ultimi trenta anni progettando e costruendo elettronica ultrasofisticata.
E permettimi di dirti che NON CREDO NEPPURE PER UN MINUTO al fatto che si possa fare andare avanti il mondo ad energia elettrica, soprattutto se parliamo di un mondo in downshifting.
I pannelli solari al silicio sono una fiaba, sono l'ennesima falsa soluzione iperconsumistica.
Chiunque pensi di risolvere il suo problema energetico (per quanta poca energia possa consumare) attraverso l'uso del fotovoltaico basato su silicio, commette (secondo me) un errore madornale. Per portare un esempio agricolo e' come voler sfamare un vitello con la panna montata...
Insomma in tempo di crisi io ho visto far funzionare autocarri distillando carbone, con il gas, con l'alcool. Io stesso ho fatto funzionare motori ad alcool ed olii piu o meno esausti come combustibile. Non sono pero' mai riuscito a raffinare il silicio ad un punto tale da renderlo utilizzabile per la produzione fotovoltaica. E chi dice che un pannello solare ha rendimento positivo sara' mica parente di chi fa i conti con la resa delle centrali nucleari senza contare i costi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi?. Qunando dicono che un pannello fornisce piu energia di quella necessaria a produrlo, contano anche l'enorme quantita' di acquautilizzata e inquinata per raffinare il silicio?. Contano anche i danni prodotti dalla lavorazione del silicio? Si tratta di una delle lavorazioni piu inquinanti al mondo, tanto e' vero che le fabbriche di silicio son tutte dislocate in zone del mondo dove non esistono norme ambientali.
Insomma , come dice un mio amico ambientalista convinto e sostenitore della decrescita.." se avevate un problema energetico e state tentando di risolverlo solo con il silicio vuole dire che ora avete DUE problemi".

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 9:26

Vorrei far notare che in Giappone, paese notoriamente ipertecnologico in cui praticamente TUTTO funziona ad energia elettrica, la richiesta piu pressante oggi NON e' di medicinali o cibo, quanto di petrolio e benzina.
In caso di downshifting (in questo caso accidentale e brutale) l'energia elettrica ,pur se disponibile, non e' utilizzabile.
Utilizzare energia elettrica,soprattutto se fotovoltaica, significa appoggiarsi ad una rete di supporto che e' costosisssima da gestire e mantenere. Un campo fotovoltaico anche piccolo come quello montato sui tetti di casa ha bisogno di essere allacciato alla rete nazionale per funzionare..Senza l'enel che spinge in rete i suoi terawatt prodotti bruciando gasolio o carbone i campi fotovoltaici italiani sono inutili monumenti alla stupidita' umana.

Non sto dicendo che il fotovoltaico non sia utile.. SE integrato in un piano nazionale di produzione elettrica ha un senso.
Ma pensare al fotovoltaico come soluzione per affrancarsi dalla rete nazionale mi pare davvero fuori strada.
(esistono piccole eccezioni tipo l'accendere le fioche luci di un rifugio, o il fanale di un faro ma in questo discorso non fanno testo).

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 15:17

Trovo importante quanto asserisce Raviolo, e ripeto di condividere gran parte del suo ragionamento.
Conosco amici che si lottano (a giustissima causa...dal mio punto di vista) contro la costruzioni di "campi di fotovoltaico" su terreni agricoli.
Non me ne vogliate cari amici agricoltori, ma a me questo manda su tuitte le furie...anzi, mi fa proprio incaXXare.
Trovo sbagliato su ogni fronte depauperare e stuprare il terreno agricolo con qualcosa che null'ha a che fare con l'agricolotura...che toglie spazio alle colture e declassa ai minimi storici la figura dell'agricoltore stesso, rendendolo SOLO imprenditore...e vedendo la conversione dei suoi terreni AGRICOLI in terreni che più saranno agricoli. Una volta che viene portata l'energia elettrica...l'acqua...il telefono...una strada...su quello che ERA un terreno agricolo, questi non vi pare che cambi RADICALMENTE il suo indirizzio????????
Vabbè...evito la polemica riversando qui mille obiezioni a chi fa tale scelta (vista anche la mancanza di contraddittorio), e PROVO A RIPORTARE la discussione sul punto di partenza (..ritenendo comunque importante ed interessante quanto è stato appena detto).
Raviolo dice che però il solare e/o fotovoltaico potrebbe essere considerato su piccolissima scala...
...e allora proviamo a considerarlo così, che ne dite?
Che si tratti di rifugio, o di un podere sperduto nel bosco o nella campagna...proviamo ad immaginare quali soluzioni potremmo scegliere per renderci il più indipendenti possibili (in campo energetico e non magari).
Nessuno di voi recupera l'acqua piovana dei tetti o dei piazzali? Che uso ne fate? Che sistemi usate per riutilizzarla?
E poi...caldaie a legna? Riuscite a scaldarvi solo con la vostra legna?

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 17:06

beh, comincio io.
recupero acqua piovana.. cisterna da 30mila litri per il tetto, affiancate da quattro pozzi di raccolta per un totale di circa 80mila litri attorno a casa. Fitodepurazione per scarichi della casa. Riciclaggio acqua lavaggi "bianchi".
Diversi pozzi di raccolta sparsi per i vari appezzamenti (non so quanti sono ma son tanti).
Un bacino di raccolta da circa 800 mila litri e uno in progetto da 1.200.000 litri.
Come riscaldamento stufe a legna ad alto rendimento, per un totale di circa 35 kw, affiancate da un bruciatore a gasolio che interviene come antigelo,e nei casi in cui non si possa alimentare le stufe. in genere lo facciamo accendere per un ora (2,5 litri di gasolio)tutti i giorni verso le cinque di mattina per svegliarci con acqua calda e temperatura gia' a regime fino a che non si siano riattizzate le stufe.
Come combustibile, gusci di nocciole,legno di potatura, pioppo, robinia,pigne ben seccati. Riusciamo a mantenere i 18 gradi a piano terra e i 22 al secondo piano.(da noi si va spesso a meno 10/12 con punte a volte di meno 15.
Per la conservazione sto riadattando una vecchia cantina, scavata nel tufo circa 500 anni fa, che promette di svolgere il suo servizio ancora a lungo.
Per quanto riguarda l'elettricita' non ho previsto per ora null'altro che un allacciamento enel e un gruppo tampone in grado di alimentare i sistemi di telecomunicazione in modo autonomo per qualche settimana ed un generatore da 5 kw diesel che uso in campagna per lavori eccezionali.
Non riesco a pensare ad un sistema di produzione di energia elettrica singolo sufficientemente efficiente ed affidabile.
Probabilmente la mia indole nascosta steampunk mi fa preferire il vapore ;).
Comunque riporto qui uno stralcio del pensiero di un amico che condivido in pieno...:

....In Francia, il distributore di energia elettrica ERDF (rete distribuzione di EDF, prima compagnia elettrica europea) non garantisce più le quote elettriche nemmeno strategiche ad aziende specializzate nel settore, che per altro godono di particolari protezioni anche da black-out.
E siamo solo nel 2011.
L'era dell'elettricità sta finendo molto più rapida di quanto sembri.
Imparare la vita senza elettricità, immaginarla con calma ora senza darsi a spese folli per garantirsi qualche kWh di autonomia, è l'unico investimento davvero intelligente. Privarsi di mila Euro con i quali si potrebbe mangiare ed investirli in sciocchezze da mettersi sul tetto è la grande barzelletta del 21esimo secolo....

Re: Autosussistenza energetica: domande ed esperienze

29/04/2011, 20:10

;)
Ci sono cose essenziali, tipo mangiare, non morire di freddo, ecc.
Per queste esigenze primarie, basta la fatica e un pò di ingegno.
Però se ci aggiungiamo qualche litro di benzina tutto è più facile.
Basti pensare alla motosega, a fronte dell'accetta.
Quei due litri annuali di miscela, non avrei problemi a pagarli 200€ e voi?
Quel mezzo litro di miscela che messo nel soffiatore mi libera in pochi minuti 10ql di miele.
Prima con la piuma d'oca era tempo e dolori. Quanto potremmo pagarla?
:twisted:
Però cosa angustia l'umanità?
L'euro e mezzo della benzina alla vigilia delle vacanze :mrgreen:
Potremmo andare avanti all'infinito con esempi tanto eclatanti.
:evil:
Ma voglio rompere il vaso.
Ferrari, il sogno che quasi tutti coinvolge.
Fra 200 anni se ancora ci sarà qualcuno, non è che la porterà ad esempio degli assurdi del nostro tempo.
;)
Vediamo invece, se proprio dobbiamo scartare il silicio, non parlo degli assurdi finanziamenti i cui debiti cadranno sui vostri figli.
Parliamo di un modulo da 50w, un regolatore di carica e una batteria stazionaria.
Con questo rimasuglio del mercato primario, abbinato a una antenna parabolica, un ricevitore e un paio di diffusori da computer di qualche anno fa, consumando meno di dieci w possiamo garantirci per anni la voce e le informazioni dal mondo intero.
Aggiungiamo un PC e siamo in rete a contatto della conoscenza e della grettitudine, basta scegliere.
:P
Come si fa a dire che l'elettronica è solo negativa? Depurata dagli eccessi, e dai progetti mal pensati e peggio progettati, mi sento di dire alto e forte che è la speranza positiva per il futuro, anche se in via di ridimensionamento. La conoscenza non è indispensabile al riempimento del sacco, però lo aiuta a stare in piedi.
Quanto alle lavorazioni del silicio, come ogni altra, possono essere fatte con le dovute sicurezze, non meno che qualunque cosa dei giorni nostri. Mi trattengo dal descrivere come avvenivano certe lavorazioni dei feticci che tanto in passato ci hanno entusiasmato.
Saluti
Sergio
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