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Gestione allevamento a ciclo completo all'aperto IN INVERNO 
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ciao lumacosia..

hai suggerimenti per la riparazione degli strappi sulla rete? come si opera?

il tuo ragionamento su T° e letargo secondo me non fa una piega..

ma pone mille altri quesiti..

primo fra tutti.. le tecniche agronomiche utili a limitare il problema della morte per congelamento sul ciclo biologico completo all aperto

consiste solo nella copertura con tnt (o in genere) o ve ne sono altri?

riguardo alle attività microbiche (e reattive in genere) sono sicuramente ridotte a 0 °C ma assolutamente non assenti

ed avendo condizioni stabili (caldo o freddo) la scelta del tessuto o meno credo sia di facile decisione

il punto forse è che tu sei agli "antipodi" (passami il termine) rispetto ai madonita ma..

e dico ma..

per tutti quelli nel mezzo..dove il tempo "impazzito" come dici tu crea una variabilità ed altalenanza forse ingestibile

come opereresti?

grazie comunque per i tuoi commenti puntuali ed illuminanti? (la domanda ovviamente..è rivolta anche a lumacosio e tutti gli altri...)


26/12/2014, 17:15
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Premesso che penso tu ti riferisca alla rete che chiude i singoli recinti, su un altro post Rick consigliava il silicone che si usa per gli acquari (perchè non tossico), noi ad oggi ci siamo solo limitati a cucire con il fil di ferro i pezzi di rete aggiunti allo scopo di chiudere i recinti non standard.

Come opererei? Domanda difficile perchè dipende dall'imepgno (pratico/economico) che ognuno può fornire, assolutamente soggettivo e ora spiego il perchè: io opererei credo allo stesso modo di come abbiamo gestito il primo anno.
Se fossi sicura che nella mia zona sussiste la possibilità che le temperature diventino realmente critiche (sotto lo zero e prossimi ai -5 per più giorni): taglierei la vegetazione in modo che sia uniforme e cercando di portarla a massimo una spanna di altezza (poi ovviamente dipende da che vegetazione), terrei sotto controllo il bollettino meteo e quando prevedono temperature critiche terrei pronto il tessuto non tessuto da stendere solo dopo che le temperature sono realmente scese sotto lo zero, passerei a raccogliere gli animali in giro e staccherei le chiocciole dai pali. Se le temperature superano il -3, andrei a coprire i recinti (a qualsiasi ora) e sarei pronta a togliere il tnt appena sorge il sole la mattina successiva.
Ovviamente ci sono altre considerazioni da tenere presente, ad esempio di quali chiocciole stiamo parlando perchè dovrebbe esserci anche un ritorno economico in questa "faticata". Se si ha avuto un buon raccolto e nei recinti si trovano solo delle piccole, magari non vale neppure la pena perdere tempo ma se ci sono diversi soggetti quasi bordati che si è deciso di lasciare in campo ... le cose penso possano cambiare.
Inoltre cercherei di concentrare gli animali in alcuni recinti per evitare di dover lavorare su tutti. Una volta che le temperature si portano verso i 5 gradi, tendono a passeggiare molto meno e se il recinto accanto è stato fresato è meno "interessante" rispetto ad uno con la vegetazione.
Infine cercherei di fornire loro alimento energetico, consapevole del fatto che andrebbe gestito con molta attenzione per evitare errori di sovradosaggio.

Pensando invece ad altri sistemi di protezione, la vegetazione (quando fitta) può essere efficace a rompere il freddo, qualcuno propone il legname altri coperture sopra i recinti (stile rete ombreggiante).... a mio avviso tutto dipende dalle singole situazioni.

Come vedi è "facile" rispondere e generalizzare ma più difficile gestire la singola situazione. La conoscenza della singola area, dal punto di vista climatico, è fondamentale per prendere le giuste decisioni ma bisogna essere pronti a modificare tutto in relazione all'impegno che possiamo/vogliamo metterci. Per noi questo lavoro sta diventando l'unico lavoro, quindi ci impegniamo 24h/24 365gg all'anno, diversa è la situazione di una persona che ha scelto l'elicicoltura come secondo lavoro ...

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26/12/2014, 19:41
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mi permetto di rispondere anche io..

Aureo ha scritto:
ciao lumacosia..

hai suggerimenti per la riparazione degli strappi sulla rete? come si opera?

Fil di ferro molto sottile, o, se il buco è molto grande, con pezzo della stessa rete sempre cucita.

il tuo ragionamento su T° e letargo secondo me non fa una piega..

ma pone mille altri quesiti..

primo fra tutti.. le tecniche agronomiche utili a limitare il problema della morte per congelamento sul ciclo biologico completo all aperto

consiste solo nella copertura con tnt (o in genere) o ve ne sono altri?

Noi usiamo pannelli in legno da 2x0,40 mt

riguardo alle attività microbiche (e reattive in genere) sono sicuramente ridotte a 0 °C ma assolutamente non assenti

ed avendo condizioni stabili (caldo o freddo) la scelta del tessuto o meno credo sia di facile decisione

il punto forse è che tu sei agli "antipodi" (passami il termine) rispetto ai madonita ma..

e dico ma..

per tutti quelli nel mezzo..dove il tempo "impazzito" come dici tu crea una variabilità ed altalenanza forse ingestibile

come opereresti?

grazie comunque per i tuoi commenti puntuali ed illuminanti? (la domanda ovviamente..è rivolta anche a lumacosio e tutti gli altri...)


Qui entra in gioco un fatto fondamentale: PERCHè STO FACENDO L'ALLEVAMENTO DI LUMACHE??
Se la risposta è: perchè ho un pezzo di terra e voglio farlo fruttare, vanno bene i consigli di Lumacosia
Se la risposta è: perchè mi sono creato un lavoro e ci devo vivere, la risposta è molto più semplice.. Fai delle serre riscaldate o no, con possibilità di apertura quasi totale nel periodo estivo ed hai risolto..


tutto dipende da comi ci si approccia all'allevamento e cosa si vuol fare.. poi basta fare esperienza il primo anno ed hai risolto.. inoltre, Lumacosia parla dal punto di vista della sua esperienza in pochi mq.. chi ha un allevamento di 1-2-4 ettari come noi, non puo pensare in quel modo.. il lavoro sarebbe immane.. costoso e poco pratico.. non puoi correre a mettere e levare il telo quando le temperature fanno sali e scendi..

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27/12/2014, 12:07
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Lumacosia in realta' e' stata un po' troppo telegrafica su un punto importante: il metti e togli il tnt e' stato fatto l'anno scorso sui 4 recinti "di prova" e quest'anno solo su 3 recinti in cui stavamo ancora raccogliendo quando e' sopraggiunto un periodo freddo.

Se uno deve mettersi a farlo per un intero allevamento, a meno che abbia molta manodopera a disposizione, non e' proponibile, primi a dirlo.

Poi farei una divisione tra chi ha un clima veramente rischioso e chi no.

In Italia penso che raccogliere tutto abbia senso per avere oltre alla sicurezza della sopravvivenza anche la liberta' di lavoro nell'anno successivo, cosa non da poco per non trovarsi le semine a primavera inoltrata, nelle aree subalpine, appenniniche o esposte a venti freddi. considerato che se si e' lavorato bene la percentuale di roba piccola e' modesta e il costo di raccolta non supera quello di gestione del letargo in esterno comprese le perdite.

lasciarle fuori a svernare assi e tnt, ok, ma viste le morte che abbiamo avuto sotto assi di test un mese fa con temperature di 5-6 sottozero avrei delle riserve sulle aree geografiche di cui sopra..

sul fare un anno di test e regolarsi di conseguenza mi sembra un po' troppo semplice, nel senso che non c'e' una stagione uguale all'altra... invece non ho capito il senso delle serre..cioe' se uno le ha ok, ma impiantarle ex novo le ammortizzi??

e cmq fidati che 6500 metri (che a breve saranno 13000) e il resto dei seminativi, da soli, sono impegnativi.

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27/12/2014, 15:34
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Le serre le ammortizzi e come.. perchè proteggono dal clima avendo la possibilità di mantenere la temperatura necessaria e proteggono dagli uccelli, cosa fondamentale in molte zone d'italia dove la mortalità dei riproduttori è altissima,rispetto a quella dovuta dal clima..

Le serre, ti danno un 50% di produzione in più! con testi effettuati personalmente.. ;)

Ovviamente si deve avere la disponibilità economica e aspettare un annetto in più per rientrare.. ma ti assicuro che sono importanti davvero.

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29/12/2014, 9:39
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Come si dice: Paese che vai, usanza che trovi..

Qui sono tutti tornati indietro dalle prove coi tunnel (comunque parlando di conclusione del ciclo in autunno e non di riproduzione in primavera), che col clima che c'e' sembrerebbe un paradosso, perche' le concentrazioni di lumache hanno attirato ratti e topi da tutto il circondario, causando perdite da capogiro, problemi con gli ispettorati sanitari, coi vicini di casa, ecc ecc...

L'orientamento e' piuttosto di mettere giu' qualche metro quadro in piu' di recinto, se si deve ottenere un tot di tonnellate prefissato.

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29/12/2014, 10:14
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Scusami ma i topi li attiri lo stesso.. tunnel o no.. che differenza c'è?
Ad ogni modo, con una seria derattizzazione i topi non sono un grande problema.. abbiamo risolto anche vicino a dei depositi di grano e stalle..
Ovviamente tutto è questione di costi.. ma, ripeto.. se lo fai come lavoro, devi investire per proteggerlo come in qualsiasi altro lavoro ;)

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29/12/2014, 10:24
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il problema si pone in condizioni in cui al di fuori dei tunnel non c'e' altro da mangiare facilmente aggredibile, vuoi per il clima, vuoi perche' il vicino con un allevamento di polli e' piu' bravo di te a derattizzare.....

Sono state esperienze di gente che ha l'impianto in mezzo al nulla, come di chi lo ha vicino altre attivita', sia agricole che no, e in cui le normali derattizazioni cicliche non sono state sufficienti. Parlo di colleghi che ovviamente ci campano con impianti consistenti., non di hobbysti.

Noi personalmente usiamo il tunnel solo per le piccole in primavera, contro i ritorni di freddo, ma sara' fortuna, sara' la derattizazione, sara' che a primavera comincia ad esserci abbondanza di fonti alternative di cibo problemi di questa natura non ne abbiamo avuti.
Parimenti non finiamo l'ingrasso sotto tunnel sia per questo timore che per una questione che dovresti mettere dei tunnel molto ben fatti e isolati per mantenere almeno i 15 gradi con fuori sottozero, e che non sono economicamente sostenibili.

Piu' che di costi parlerei di convenienza, ossia di quanto il gioco valga la candela in relazione allo specifico caso aziendale (quanti tunnel, fatti come, scaldati quanto,ecc) piuttosto che puntare al risparmio e mettere qualche recinto in piu', magari perche' la manodopera o la terra costano poco. . son scelte.
E qui finiamo nel solito discorso che non esiste una ricetta universale buona da capo Nord a "capo Sud".. :lol:

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29/12/2014, 15:08
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un'ultima considerazione: per non avere kilometri di tunnel, considerato che parliamo comunque di finire l'ingrasso, avendo gia' tolto le bordate da avviare alla vendita, e che quindi per logica si parla di raccogliere e concentrare con una opportuna densita' in una serra o piu' le rimanenti che non dovrebbero essere un numero enorme, quindi il problema da queste parti e' in termini di allevamento vuoto e serra piena, da cui il problema sorci...

conti in mano conviene caricare di mangime e finire tutto tra aprile e settembre con la riproduzione al chiuso o in alternativa mettersi l'anima in pace e prevedere un tot di metri di allevamento per finire le ritardatarie senon si vuol fare un prodotto all'80% a mangime, ma con molto verde..

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29/12/2014, 15:15
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Scusate l'intromissione. Ho seguito la discussione con interesse e, essendo stato a visitare l'allevamento di lumacosio e quello dei Madonita e avendo appreso qualche nozione sul meteo polacco, siamo su due livelli completamente diversi di clima che impongono scelte radicalmente diverse. Teniamo conto che l'obiettivo è la produzione e quindi è necessario fare di tutto per preservarla, se ne vale la pena. In Sicilia non si arriverà mai a temperature rigide e il terreno consentirà sempre alle nostre piccole amiche di interrarsi se vengono lasciate in campo. In Polonia, quando cominciano le prime gelate, il terreno diventa duro come il marmo e ciò che rimane fuori, non può che morire. in Polonia quindi raccolgono tutto prima dell'inverno, ma in alcuni casi, se è precoce e non si è fatto in tempo a terminare la raccolta, bisogna correre ai ripari, ma non credo che debba essere la normalità, tempo permettendo. Quindi, per concludere, considerando i rispettivi meteo, avete ragione entrambi. Per quanto riguarda il mio futuro allevameno in provincia di Roma, a novembre voglio finire la raccolta e chiudere baracca fino alla stagione successiva. Il tempo è troppo ballerino pre fidarsi.


06/01/2015, 21:51
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