Ciao,
capisco che il tema sia stato dibattuto più volte, ma vorrei confrontarmi con i piccoli allevatori che adottano il sistema all'aperto, quindi probabilmente meno strutturati rispetto ai giga-produttori-grossisti-imperialisti.
Da mia esperienza triennale reputo che sia impensabile raggiungere la tanto ambita resa di 1 kg di prodotto FINITO al mq lordo causa variabili quali predatori, estati calde, inverni rigidi, ovvero fattori non gestibili dall'elicicoltore, e a causa di morìe in fase di spurgo, asciugatura e stoccaggio. Queste ultime tre fasi sono le uniche, per quanto critiche, dove alcune accortezze dovrebbero far una minima differenza.
Ma quali sono queste accortezze?
Confrontandomi con tanti allevatori, c'è chi sostiene che per lo stoccaggio un portico ben areato sia più che sufficiente (ma le mosche?), chi un locale chiuso con areazione forzata (più costi a fronte di rese impercettibilmente più alte?), chi una cella frigo (molti più costi a fronte di rese leggermente più alte?).
Io le ho provate tutte queste soluzioni, ma il problema è che qualora si dovesse stoccare in sacchi da 5 kg un quantitativo non indifferente per ordini non imminenti, inevitabilmente le confezioni in tutti i tre i casi presenteranno nel giro di pochi giorni qualche debole chiocciola che andrà in marcescenza e se non eliminata contaminerà le altre, costringendo a riaprire la confezione e a rifare una nuova cernita.
Che fare? Molti compensano in fase di confezionamento con un 5/10% in più di lumache che suppliranno quelle morte.. Eppure non mi sembra una grande soluzione logistica qualora si volesse evadere ordini nel medio/lungo periodo.
E sinceramente avere clienti golosi di lumache sotto casa mi pare un'utopia.
Per quanto riguarda lo spurgo e l'asciugatura, mi sembra invece di aver capito che almeno il 25 % (!) di perdite siano inevitabili, per quanto si sia abili nel girare le chiocciole giorno per giorno, nel far cadere il più possibile gli escrementi dalle gabbie di spurgo, nel non ammassarle..
E' meglio una spurgatura e asciugatura veloce per contenere i danni e avere la fortuna di consegnare al cliente che le cuocerà subito, oppure una più lenta affinchè vengano selezionate naturalmente solo le lumache più forti che si conserveranno meglio nel tempo?
So che non esistano risposte univoche, ma la mia è più che altro una amara riflessione: penso che siano queste le criticità che fan chiudere gli allevamenti, e mi sa che sono ben più del 50 % quelli che chiudono dopo i primi due/tre anni.. Poca resa a fronte di un'alta manodopera e conseguente ammortamento biblico delle spese.
E ho preso in considerazione solo alcune delle fasi critiche, tralasciando tutti gli altri aspetti ampiamente dibattuti in altri topic.
I "poteri forti" rispondono giostrandosi tra un "è l'inesperienza" e un "le morìe sono inevitabili", ma quello che mi irrita di più è questo conato commerciale degli ultimi anni da parte dei grandi operatori che vanno in tv e che vendono un'idea di attività redditizia (si, per loro
): tutto questo si traduce in allevamenti che spuntano come funghi. Quanti proseliti che intravedo girando per le campagne! Tutte queste lamiere che circoscrivono fazzoletti di terra speranzosi di rendere, di rappresentare una valida alternativa ad un'agricoltura in crisi!
I neofiti si stizzano quando rispondo in tono pessimistico alle loro domande, pensando che sia solo la classica strategia di scoraggiamento per evitare concorrenza. Tant'è, anch'io ero come loro!
Tralasciando gli aspetti meno tecnici e retorici, vorrei capire se qualcuno riesce a darmi l'ennesimo consiglio o una pacca bella assestata sulle spalle!
Grazie