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Autore |
Messaggio |
giorgioo
Iscritto il: 22/10/2009, 21:37 Messaggi: 126 Località: castelli romani
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http://www.corriere.it/cronache/09_magg ... aabc.shtml...hai ragione ironbee....ma qualcosa si sta muovendo.
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04/03/2010, 22:15 |
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Flavio
Sez. Tartufi
Iscritto il: 16/01/2008, 1:19 Messaggi: 6071 Località: Sesto F.no (FI)
Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
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Ah... questa non la sapevo. Ma dato che la notizia è di quasi un anno fa... poi com'è andata a finire la cosa? Ciao
_________________ Saluti, Flavio.
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05/03/2010, 0:18 |
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renzo
Iscritto il: 25/08/2009, 11:25 Messaggi: 506 Località: Ronchi Valsugana (Trentino)
Formazione: ingegnere+informatico
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Salve, in Trentino esiste una lunga tradizione di distillazione famigliare nei paesini. Si diceva un tempo "di contrabbando". E non era un hobby, ma reddito ufficioso di sostegno ad un'economia sottosviluppata (anni '60).
Cosi' nelle notti d'inverno i padri sparivano misteriosamente, le madri facevano acrobazie per nasconderlo ai figli, che trovavano magari un po' strano che il padre andasse sempre a dormire di giorno. C'erano scie di vinaccia nella neve che qualcuno si affrettava a coprire, con un pizzico di paranoia perche' non si diceva ma lo facevano tutti, col risultato di avere tante ombre silenziose durante la notte che facevano movimenti strani. La grappa veniva venduta a conoscenti e a bar compiacenti, la G.d.F. mandava in giro assaggiatori esperti che riconoscevano la grappa fatta in casa. Poi facevano la posta notturna per beccare il fornitore.
Ho passato molte mezze nottate a fare compagnia a mio padre, quando ha ritenuto fossi abbastanza adulto da capire il mistero (con la raccomandazione di non raccontarlo a scuola). Come quando si svela la storia di babbo Natale: ti devo dire una cosa, ma mi devi promettere di non raccontarlo ai fratelli ... Il prezzo erano sveglie notturne alle 3 per portare nell'orto col la carriola le vinacce bruciate. Allora gli inverni erano veri, con tanta neve e comparivano misteriosi buchi, nell'orto di ogni famglia.
Quando facevo compagnia a mio padre, col rumore ipnotico del filo di grappa in uscita dalla serpentina, avevo l'ordine, in caso qualcuno bussasse al portone, di rompere le damigiane, perche' l'eventuale multa era proprozionale ai litri trovati dalla G.d.F. Mai successo, per fortuna.
La distillazione avveniva a legna, e il controllo della fiamma richiede una certa dose di esperienza. Se le vinacce attaccano al fondo, non c'e' verso di rimuovere l'odore di fumo che prende la grappa. Alambicco in rame, con sigillo di cenere umida per la prima distillazione, pastella di farina e acqua per la raffinazione. Lo standard di mio padre era di 48 gradi per la grappa normale, 52 per quella da caffe'.
Adesso e' sparito tutto, una fetta di cultura popolare che se ne e' andata. Si distilla ancora di notte (e' ancora vietato), per hobby, ma e' un'altra cosa.
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05/03/2010, 9:46 |
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Ironbee
Iscritto il: 05/01/2010, 13:06 Messaggi: 88 Località: provincia di Asti
Formazione: laurea in Economia & Commercio
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Che bella storia! Bravo, hai saputo far rivivere un'atmosfera anche a chi non ha avuto queste tradizioni nella propria storia.
_________________ Renzo
C'è un'ape che si posa su un bottone di rosa. Lo succhia e se ne va. Tutto sommato la felicità è una piccola cosa. Trilussa
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05/03/2010, 10:38 |
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Flavio
Sez. Tartufi
Iscritto il: 16/01/2008, 1:19 Messaggi: 6071 Località: Sesto F.no (FI)
Formazione: Perito agrario e Dott. in Tut. e Gest. delle Ris. Faunistiche
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Bello il tuo racconto Renzo... sono sicuro che mentre ripensavi ai ricordi ti brillavano gli occhi Ma quindi ancora è vietato, anche per uso personale?
_________________ Saluti, Flavio.
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05/03/2010, 10:40 |
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renzo
Iscritto il: 25/08/2009, 11:25 Messaggi: 506 Località: Ronchi Valsugana (Trentino)
Formazione: ingegnere+informatico
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Credo sia ancora vietato in generale. So per certo che ad es. in Valle d'Aosta e' consentito per uso personale, con la procedura di tenere l'alambicco sigillato dalla G.d.F., a cui vanno comunicati i giorni previsti d'uso. Vengono, tolgono i sigilli, si distilla, e poi rimettono i sigilli. Almeno un tempo era cosi'.
Io non lo faccio piu', non sono un fan dei superalcolici e ci sono cose migliori da fare in un maso, nelle sere d'inverno. A suo tempo ho distillato vinacce (baco, uva selvatica), prugne e kiwi.
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05/03/2010, 11:05 |
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Lisa83
Iscritto il: 12/08/2009, 21:35 Messaggi: 597 Località: Marche
Formazione: Laurea
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Bellissima questa storia Renzo...
Anche se non vuoi più farne di grappa spero che la racconterai ai tuoi figli e insegnerai loro quest'arte. Ti assicuro che non sono in molti a conoscerla, devi ritenerti privilegiato.
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05/03/2010, 14:46 |
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renzo
Iscritto il: 25/08/2009, 11:25 Messaggi: 506 Località: Ronchi Valsugana (Trentino)
Formazione: ingegnere+informatico
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Per completare, ad un certo punto e' entrato nell'uso comune il densimetro. Ma prima si faceva ad occhio, con mezzo bicchiere di distillato coperto dal palmo della mano: agitando, si stimavano i gradi dalle bollicine (la "corona"): piccole e persistenti, indicano piu' gradi (contenuto in alcool). E con l'occasione si assaggiava La testa (contenente metanolo) si toglieva ad occhio (inutile dire che nessuno sapeva cos'era il metanolo): si toglieva e basta. Di solito finiva in medicinali per uso esterno, come lo spirito di arnica. La coda invece ... acqua distillata per le batterie. Erano tempi duri, pieni di divieti: non dire in giro che papa' questa settimana distilla, perche' bisogna pagare la tassa. Non dire in giro che domani macelliamo il maiale, perche' bisogna pagare la tassa. Non dire che tagliamo le piante, perche' devono venire martellate, e bisogna pagare. Non usare il vischio, non farti prendere dal guardiapesca, etc. etc.
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05/03/2010, 15:41 |
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