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Zaia spiega il decreto sulle quote latte
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Dondavi
Iscritto il: 17/01/2009, 23:00 Messaggi: 656 Località: Camponogara VE
Formazione: Agrotecnico
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Almeno per i prezzi c'è una cosa che ci potrebbe salvare in futuro: Due enormi potenze economiche in via di sviluppo (cina e india) che da sole contano circa 3 miliardi di persone potrebbero dirottare grosse quantità di carne verso i loro paesi aumentando la domanda a dismisura. se cinesi e indiani consumassero il prossimo anno 10 kg di bovino ci sarebbe un fabbisogno di 100.000.000 di capi medi sui 550kg di peso vivo, penso sia l'attuale produzione mondiale o quasi, e consideriamo che noi di carne solo di bovino siamo sui 25-30kg procapite. cosa succederebbe in quel momento?? non so se vi si presenta il problema dove abitate voi, ma da me da due anni fa ad oggi la medica disidratata in balloni la si paga 22€qle rispetto a 13€qle e fin qui in teoria tutto normale, il fatto è che non se la mangiano le vacche nostre, ma vanno a navi intere nei paesi del nord africa mi sembra a fare non so cosa. si parla di accordi di scambio con prodotti petroliferi o qualcosa del genere, fatto stà che mi risulta difficile pensare che popolazioni che vivono con 2-3 dollari al gg diano alle vacche foraggio a 22€qle??? questo per dire che piccole variazioni di mercato che interessano grandissimi numeri, sono in grado di spostare completamente i prezzi, in bene e in male. staremo a vedere. CIAO
_________________ Non è necessario inventare cose nuove, basta saper imparare e copiare quelle giuste dagli altri! spirito del forumista....
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01/03/2009, 19:35 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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il mio nn e' pessimismo
le un detto che il pessimista e' un ottimita informato....
noi qui nella mia zona siamo gi passati come minimo in mezzo a parecchie crisi.
facciamo un resoconto?
iniziamo dalla prima....
Ciravegna e narzole ... vi ricorda qualcosa? a noi si ,x noi e' voluto dire vino al metanolo
da quell'anno li e' vero che c'e stato uan serie di norme che hanno inquadrato il visno fino al mini boom , tra il 96 e il 2003, ma si e' persa circa il 50% della superficie vitata.... e molte cantine hanno chiuso
sconda ... cernobil : di chi al colpa e ch ha pagato i danni?
terza farina di carne , e bse
di chi al colpa?: chi ha utilizzato le farine di carne per produrre piu latte chi ha pagato ? i produttori di carne piu del 60 % ha chiuso ....
UN GRAZIE AI FRISONISTI , andaste col cul x terra...., come e' capitato a noi , e non che con la scusa della bse avete fatto man bassa delle sovvenzioni , sui capi all'ingrasso , che molte volte era piu il premio che il prezzo del capo maschio all'ingrasso ,riuscendo a fare altri in vestimenti a noi son rimaste le briciole.
perche una vacca a fine carrierta "rottamata" avete avuto una perdita di gran lunga inferiore , alla perdita netta che abbimo avuto noi , su ogni capo da macello , sia italiano e che francese, o sbaglio?
ps e' solo un augurio , ma dal profondo del cuore
allora dopo che in 30 anni o quasi hanno chiuso il 70% della aziende , non i venita a parlare del new deal agricolo italiano , perche son piu credibili , i comici di colorado cafe o zelig...
guardiamo l'agricoltura nel suo insieme , e nn solo dove e'piu' facile o e' irrigabile .
se non credete fate un giro da casalborgone a berzano san pietro , a cavallo tra la prov di torino e asti ,
oppure lungo la provinciale che parte da gallerato e va verso asti, non di corsa e guardate bene quello che potrebbe diventare , tutto quello che secondo certe logiche , non e' economicamente coltivabile .
guardate quello che fino a 30 anni fa erano vigneti , prati e qualche bosco , cosa e' ora.
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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01/03/2009, 20:41 |
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Dondavi
Iscritto il: 17/01/2009, 23:00 Messaggi: 656 Località: Camponogara VE
Formazione: Agrotecnico
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Riflessione interessante sullo sfruttamento delle aree marginali, non per questo tutti dobbiamo prenderle in considerazione per la nostra azienda. chi abita in piena campagna di questi "problemi-risorse" non ne ha e quindi non ci pensa....... Forse la miglior cosa comunque resta la specializzazione: se uno vive in zone come sopra indicate, potrebbe pensare allo sfruttamento dei pascoli marginali con vacca vitello e lasciar perdere il resto come ingrasso o latte. I comuni o chi è proprietario dei terreni come si comporta economicamente?? finanzia gli agricoltori, chide soldi, come si comporta?? I FRISONISTI si comportano come gli altri, dove vedono risorse (economiche) si buttano! e chi non lo fa? Tutti se possibile usufruiamo degli incentivi del psr o altro per il carro nuovo, la botte ecc. poi chi è piccolo come il sottoscritto fa più fatica anche a sfruttare queste risorse perchè spesso non ha neanche i soldi da anticipare o non è sufficentemente esperto per far pressione per ottenere il finanziamento cosa che le grandi imprese anche in campo agricolo riescono a fare. CIAO
_________________ Non è necessario inventare cose nuove, basta saper imparare e copiare quelle giuste dagli altri! spirito del forumista....
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02/03/2009, 14:41 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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Io parto da un altro punto di vista circa 25 anni fa , la pac cercava di limitare al sovraproduzione di cereali ,vino, latte , zucchero cereali,,,
mentre in ambito del vino si e' cercato di limitare la produzione di vino , con una situazione che ha retto bene fino a qualche anno fa
ne latte non si e' cercato di limitare , ne il numero di bovine allevabili x ettaro , ne la produzione di latte annua per capo , con il risultato che di fatto il latte , al di la delle % di grasso e di proteine, la qualita del latte non e' migliorata .
si e' cercato di fare una quota in base alla porduzione annua x stalla , senza andarla a legare in qualche maniera al numero delle bovine
in questi anno cosa ha portato questo?
AL NULLA
perche ha portato che le aree marginali sono state di fatto spopolate
che il valore dei terreni irrigui ,e i relativi affitti , in pratica sono incomprabili
che, tolta la parte dei nitrati in falda freatica di origine urbana /industriale , considerando solo quella di origine agricola , e' aumentata,
che in pratica la maggior parte di coloro che fanno latte , hanno fatto i soldi di costruttori di macchine, di impianti , dei mangimisti , e dei caseifici , Hanno fatto i soldi i breeders della razza , siano essi italiani o esteri ma al di fuori di questi , gli altri sono rimasti alla finestra, re di fatot e' andada contro l'obbiettivo di equita che e' alla base della comunita europea...
e questo doveva essere un mezzo per dare una mano all'agricoltura a svilupparsi ed evolversi? questa sarebbe la soluzione? spero che questa sia stata un trovata degli economisti , quelli che 5 anni fa ignoravano il problema delle crisi econimiche , quelli che a capo del governo , dicevano , "con l'euro sara tutto piu semplice , si potra girare in tutti gli stati "..... mmm si quelli che nn sapevano come sbarcare il lunario la , sono venuti a sbarcare il lunario qua, a ns spese...
questo modo di concepire le quote altte e' una cosa che per la pac dopo il 2012/13 potra fiunzionare , x avere una agricoltura che oltre che redditizia §???
secondo me e scusate la mia pocaggine, questo e' un metodo , x permettere chi ha capitali al di fuori dell'agricoltura di investire , e trasformare l'agricoltura in industria
e di continuare a spacciare x latte , un qualcosa di chmico
che nulla a che fare al latte di quei margari , che l'economia ha fatto chiudere , che c'erano sull'arco alpino 20 anni fa..
quelli che abitavano , dove vengono giu le valanghe... proprio loro
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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02/03/2009, 18:23 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10197
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Chissà se il ministro Zaia immaginava come sarebbe stato accolto l'aumento delle quote latte. Forse aveva previsto cortei di allevatori esultanti e invece si è trovato i trattori schierati e pronti a emulare le imprese dei cobas del latte (quelli che le multe non le hanno mai pagate) e ad assediare, all'occorrenza, la residenza del presidente del Consiglio, ad Arcore. Per spingersi anche a casa Bossi, a Gemonio. La vicenda è nota e forse sarà venuta a noia anche se ad ogni passo si arricchisce di qualche spunto nuovo. Ripercorriamone tuttavia le tappe principali. Le “puntate” precedenti All'indomani del via libera all'aumento da parte di Bruxelles, siamo alla fine dello scorso anno, tutti a strepitare sulla necessità di evitare sanatorie. E il ministro a rassicurare che di sanatorie non ci sarebbe stata traccia. Poi, con un po' di ritardo, segno delle difficoltà a trovare la quadratura del cerchio, arriva il decreto legge con il quale si stabiliscono i criteri di ripartizione. Per i dettagli rimandiamo i lettori ad uno dei precedenti numeri di Agronotizie. Intanto siamo arrivati al 30 gennaio 2009 e già il 31 le cronache ospitano le prime, vivaci, critiche. Manca dal decreto aumenta-quote, sostengono alcuni, l'impegno per gli allevatori a rinunciare al contenzioso pregresso, oppure si critica l'esclusione dall'aumento dei produttori che hanno splafonato in misura modesta (sotto il 5% della propria quota), forti dissensi, poi, per aver dimenticato i giovani e la montagna. E via di questo passo, mentre i trattori già scaldano i motori e il ministro getta acqua sul fuoco, ricordando che il decreto potrà essere emendato per quanto serve nella sua trasformazione in legge. Ressa di emendamenti Un'offerta, questa degli emendamenti, subito presa alla lettera, tanto che oggi si contano 150 proposte di modifica già presentate in Commissione Agricoltura del Senato. C'è chi chiede che la priorità sia data agli affittuari anziché agli “splafonatori”, chi sostiene che gli allevamenti di montagna abbiano maggiori diritti, chi vuole accorciare la durata della rateizzazione e altri che propongono il blocco degli aiuti comunitari sino a quando non si è versata la prima rata. E' un coro di dissensi “bipartisan”, che attraversa un po' tutti gli schieramenti politici e gran parte delle organizzazioni professionali, ognuna delle quali, pur con toni diversi, si premura di dare il suo contributo al “gran polverone” delle quote. Le risposte di Zaia Arriva a questo punto la nuova presa di posizione del ministro, che affida ad un comunicato il compito di ribadire alcuni dei principi ispiratori del decreto già espressi ad ogni occasione pubblica. “Invito, ancora una volta, tutti gli allevatori – afferma Zaia nel comunicato - a farsi spiegare bene cosa sta accadendo in Senato in merito al decreto sulle quote latte, come funzionerà il Fondo per la ristrutturazione dei debiti e, infine, a leggere attentamente il provvedimento.” “Lo ripeto – si legge sempre nel comunicato che riporta le parole del Ministro - non è un decreto per furbi. Dire che riguarda solo 1000 aziende è una bugia, come pure affermare che si tratta di una sanatoria: per la prima volta nella storia dell’agricoltura, il pagamento delle multe avverrà con un interesse tra il 6 e il 6,5 per cento. Una bella differenza rispetto al 2003, quando fu prevista una rateizzazione ad interessi zero”. Come pareggiare il conto? Il ministro avrà anche ragione, ma resta il problema di come pareggiare il conto con gli allevatori onesti, quelli che le quote se non le avevano le hanno comprate a suon di euro (molti) e se non potevano comprarle hanno ridotto la mandria (perdendo comunque soldi) e di chi, invece, di multe e quote se ne è infischiato. E' sufficiente dire che gli splafonatori pagheranno caro (6% di interessi) il mettersi in regola? Basta il fondo di solidarietà (il “forziere” nel quale andranno gli interessi sulle rate) a compensare i sacrifici degli allevatori “regolari”? Difficile rispondere. Certo, di miglioramenti il decreto aumenta-quote ne ha bisogno. Resta da domandarsi come sia possibile arrivarci senza rischiare un aumento della produzione di latte nazionale. Perché è questa la promessa fatta da Zaia al Commissario europeo Fischer Boel. Non un quintale di latte in più. Riuscirà a mantenere la parola data? Non resta che aspettare l'uscita del decreto aumenta-quote dalle aule del Parlamento dopo la sua trasformazione in legge. Insomma, per la storia delle quote è prematuro scrivere la parola fine... http://agronotizie.imagelinenetwork.com ... -07074.cfm
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02/03/2009, 23:53 |
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Tremor
Iscritto il: 06/09/2008, 11:34 Messaggi: 1374 Località: Terra
Formazione: Perito
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eugenio ha scritto: Chissà se il ministro Zaia immaginava come sarebbe stato accolto l'aumento delle quote latte. ........ Dopo vent'anni e più di contenziosi e mezze verità se non lo immaginava era meglio che se ne stesse a casa direttamente Difficile ora è uscirne salvando la zootecnia, per me è uno scacco matto! A proposito, sbaglio o ti piacciono gli scacchi?
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03/03/2009, 7:24 |
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