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Istinto materno vacche da latte
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mdamb
Iscritto il: 10/10/2019, 17:29 Messaggi: 39 Località: Bari
Formazione: studente al 2^ anno di medicina veterinaria
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Salve a tutti, volevo farvi una domanda. Molti allevatori di vacche da latte dicono che uno dei motivi per cui si separa il vitello dalla madre è lo scarso istinto di quest'ultima, che per millenni non ha avuto la possibilità di prendersi cura della sua prole.
Altri allevatori, che invece invece praticano la linea vacca-vitello, sostengono che il vitello cresca meglio così e che la madre, soprattutto se pluripara, sa prendersi cura adeguatamente di esso.
Per capire un po' chi avesse ragione, non avendo ancora trattato questi argomenti all'università, ho cercato qualche articolo scientifico che ne parlasse in rete, tuttavia non ne ho trovato nessuno che affermasse che le bovine da latte hanno uno scarso istinto materno. Questo mi ha fatto pensare che, in realtà, quella delle vacche da latte come pessime madri non fosse altro che una diceria, non avendo appunto trovato nessun articolo scientifico in merito.
Ora vi chiedo, conoscete/potete inviarmi il link di un articolo scientifico che parli di quest'argomento? Secondo la vostra personale opinione ed esperienza, cosa pensate al riguardo?
Vi ringrazio in anticipo.
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20/10/2020, 12:44 |
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monta9
Iscritto il: 14/09/2015, 18:21 Messaggi: 1840 Località: Pisa
Formazione: Medico Veterinario
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Nella linea vacca-vitello si parla di bovini da carne: nei bovini da carne il vitello viene sempre allevato con la madre, svezzato naturalmente a circa 6 mesi (come da fisiologia naturale dei bovini). Nell'allevamento di vacche da latte, il vitello viene sempre tolto dalla madre appena questo nasce ed allevato separatemente in box singoli con colostro inizialmente e con latte di stalla successivamente. Il motivo? Il vitello sarebbe un gran consumatore del latte della vacca, cioè quindi del prodotto venduto dagli allevatori di vacche da latte, per tutti quei mesi. Invece di consumare quindi molti litri al giorno dalla vacca stessa, al vitello viene destinata una quantità di latte regolamentata e specifica, per solamente 60 giorni, operando uno svezzamento artificiale.
In questo modo il profitto per l'allevatore è massimo. Il motivo pratico è solamente questo.
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20/10/2020, 17:08 |
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milli
Sez. Suini
Iscritto il: 23/09/2009, 16:47 Messaggi: 9972 Località: Emilia
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
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Aggiungo che , studiando veterinaria, potresti chiedere direttamente a un docente o fare una ricerca in biblioteca, invece di cercare sul web articoli che non è detto che siano veramente scientifici.
_________________ L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr) Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone
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20/10/2020, 18:06 |
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mdamb
Iscritto il: 10/10/2019, 17:29 Messaggi: 39 Località: Bari
Formazione: studente al 2^ anno di medicina veterinaria
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milli ha scritto: Aggiungo che , studiando veterinaria, potresti chiedere direttamente a un docente o fare una ricerca in biblioteca, invece di cercare sul web articoli che non è detto che siano veramente scientifici. Purtroppo non abbiamo ancora fatto etologia e/o zootecnia e le lezioni sono state sospese venerdì scorso a causa del covid 19, per cui non abbiamo ancora incontrato un professore che si occupi di queste materie e non saprei a chi chiedere.
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21/10/2020, 8:31 |
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mdamb
Iscritto il: 10/10/2019, 17:29 Messaggi: 39 Località: Bari
Formazione: studente al 2^ anno di medicina veterinaria
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monta9 ha scritto: Nella linea vacca-vitello si parla di bovini da carne: nei bovini da carne il vitello viene sempre allevato con la madre, svezzato naturalmente a circa 6 mesi (come da fisiologia naturale dei bovini). Nell'allevamento di vacche da latte, il vitello viene sempre tolto dalla madre appena questo nasce ed allevato separatemente in box singoli con colostro inizialmente e con latte di stalla successivamente. Il motivo? Il vitello sarebbe un gran consumatore del latte della vacca, cioè quindi del prodotto venduto dagli allevatori di vacche da latte, per tutti quei mesi. Invece di consumare quindi molti litri al giorno dalla vacca stessa, al vitello viene destinata una quantità di latte regolamentata e specifica, per solamente 60 giorni, operando uno svezzamento artificiale.
In questo modo il profitto per l'allevatore è massimo. Il motivo pratico è solamente questo. grazie mille per la risposta, immaginavo infatti che fosse solo una diceria!
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21/10/2020, 8:33 |
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milli
Sez. Suini
Iscritto il: 23/09/2009, 16:47 Messaggi: 9972 Località: Emilia
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
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Mdamb, scusami se te lo dico rudemente, ma le tue domande spesso sono molto ingenue, soprattutto considerando che studi veterinaria. Sei mai stato in qualche allevamento, hai visto degli animali da reddito? Parlato con qualche allevatore? Mi permetto di consigliarti vivamente di dedicare qualche mese (quelli estivi, per es) a lavorare in un allevamento, anche come operaio stagionale, anche se c'è da faticare e sporcarsi. Sei sempre stato molto educato e non voglio offenderti, ma trapela dalle tue domande una totale mancanza di senso pratico sulla zootecnia. E ti assicuro che, se vuoi fare questo lavoro, serve. Coraggio.
_________________ L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr) Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone
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21/10/2020, 12:14 |
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mdamb
Iscritto il: 10/10/2019, 17:29 Messaggi: 39 Località: Bari
Formazione: studente al 2^ anno di medicina veterinaria
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milli ha scritto: Mdamb, scusami se te lo dico rudemente, ma le tue domande spesso sono molto ingenue, soprattutto considerando che studi veterinaria. Sei mai stato in qualche allevamento, hai visto degli animali da reddito? Parlato con qualche allevatore? Mi permetto di consigliarti vivamente di dedicare qualche mese (quelli estivi, per es) a lavorare in un allevamento, anche come operaio stagionale, anche se c'è da faticare e sporcarsi. Sei sempre stato molto educato e non voglio offenderti, ma trapela dalle tue domande una totale mancanza di senso pratico sulla zootecnia. E ti assicuro che, se vuoi fare questo lavoro, serve. Coraggio. Ciao, non mi per nulla sento offeso dalle tue parole, anzi. Sinceramente sono stato solo in 7 allevamenti finora, dove per delle attività a scelta organizzate dall'università ho partecipato a qualche intervento, come castrazione di suini, ruminotomia, ernie ombelicali. Non li ho fatti io in prima persona, ma ho partecipato per esempio per contenere l'animale, fare punti di sutura o iniezioni, e (nel caso della ruminotomia) per svuotare il rumine stesso. In questi allevamenti, non ho avuto modo purtroppo di parlare con gli allevatori, ma spesso mi confronto con due miei colleghi che sono figli di allevatori (rispettivamente di podoliche e di bufale), ponendo loro delle domande e discutendo su alcuni temi. Nell'allevamento di podoliche sono stato in prima persona due volte e, a parte questo, gli altri animali da reddito con cui ho avuto modo di avere a che fare sono stati solo avicoli e conigli. Gli allevatori 'veri e propri', oltre al padre di un mio collega, con cui ho avuto modo di parlare finora sono state solo alcune persone incontrate via instagram, ma niente di che purtroppo. Sono pienamente consapevole dell'ingenuità delle mie domande e della mia mancanza di senso pratico sulla zootecnia, e penso che siano dovute entrambe al fatto che non ho mai lavorato in una azienda zootecnica e dal fatto che non abbiamo ancora studiato e fatto pratica in questo settore (a cui ci approcceremo solo l'anno prossimo, dato che inizia il triennio clinico). Nel frattempo, all'esterno, cerco in tutti i modi di informarmi su questo mondo che a me (sembra strano, lo so, visto che non l'ho mai vissuto) interessa molto. Cerco di leggere molti articoli (per esempio quelli della rivista ruminantia) e di vedere video (per esempio sul benessere animale in zootecnia). Alle volte sorgono dei dubbi, che mi rendo conto essere banali, e che non vengono spiegati. Per cui in questi casi mi sono rivolto al forum. Tutte le esperienze fatte in in fattoria/azienda mi sono piaciute davvero molto (soprattutto gli interventi), e, pur non avendo ancora avuto la possibilità di conoscere e vivere la zootecnia in prima persona, sono convinto che il lavoro del buiatra sia il lavoro che fa per me. Eseguire interventi, visite ginecologiche, parti, gestire l'uso dei farmaci e la prevenzione delle malattie, avere un buon rapporto con gli allevatori, contribuire al benessere degli animali, passare tutta la giornata all'aperto, contribuire al guadagno degli allevatori e delle aziende zootecniche.. sono tutte cose che sono convinto che mi piaceranno molto, e sono consapevole del fatto che sarà un lavoro sporco (ne ho avuto un assaggio durante gli interventi a cui ho contribuito), stressante dal punto di vista fisico (dato che si lavora spesso di notte e la mattina presto) e psicologico (pieno di responsabilità verso gli animali, le persone che ci lavorano e verso le persone che poi li consumeranno e la morte e la sofferenza sono all'ordine del giorno) e fatto di continui sacrifici familiari ed economici (ad esempio per l'aggiornamento professionale), ma anche (mi auguro) pieno di soddisfazioni. So bene che la strada che devo percorrere è lunga e che devo ancora sviluppare un senso pratico, ma mi auguro e spero che esso verrà col tempo e proseguendo con la mia carriera e con le esercitazioni ed i tirocini. Conscio della mia totale inesperienza in campo zootecnico sto cercando di mettermi in contatto con un veterinario di animali da reddito con cui passare delle giornate durante il silenzio didattico invernale, in cui spero di avere più tempo a disposizione. Ancora non ci sono riuscito, ma penso di essere sulla buona strada. Durante l'estate, inoltre, farò come mi fu suggerito (penso proprio da te, un po' di tempo fa) un lavoro in qualche allevamento. Il mio obiettivo era iniziare a farlo dopo un minimo di preparazione in etologia, anatomia, fisiologia e alimentazione, in modo da poter anche apprezzare e capire meglio certe dinamiche. Ti ringrazio ancora per le tue parole e ringrazio chi, all'epoca (forse tu, non ricordo) mi diede il consiglio di iniziare a lavorare come operaio stagionale in qualche allevamento. Non ci avevo ancora pensato, e mi si accese davvero la lampadina
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21/10/2020, 15:32 |
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mdamb
Iscritto il: 10/10/2019, 17:29 Messaggi: 39 Località: Bari
Formazione: studente al 2^ anno di medicina veterinaria
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monta9 ha scritto: Nella linea vacca-vitello si parla di bovini da carne: nei bovini da carne il vitello viene sempre allevato con la madre, svezzato naturalmente a circa 6 mesi (come da fisiologia naturale dei bovini). Comunque uno degli allevatori con cui ho parlato via instagram affermava di allevare vacche da latte con il vitello fino a 4 mesi di vita, quindi presumo che la linea vacca vitello negli allevamenti di bovine da latte (credo nelle piccole realtà, e in misura molto molto inferiore) sia presente. Suddetto allevatore mi diceva che il vitello in questo modo cresceva molto bene e che le vacche, al contrario di quanto mi avevano detto altre persone, si rivelavano essere delle buone madri. Per questo mi era sorto il dubbio: sapevo già che la linea vacca vitello fosse tipica degli allevamenti da carne, e pensavo che fosse esclusiva di questi tipi di allevamenti. Tuttavia, venire a conoscenza che un allevatore invece avesse vacche da latte col vitello, e capaci di accudirlo, mi ha un po' confuso. Ho scoperto quindi che gli allevamenti di bovine da latte che praticano la linea vacca vitello sono estremamente rari, ed ho capito che la presenza o meno di istinto materno nelle vacche da latte non dipende tanto dalla selezione genetica quanto piuttosto dalla variabilità individuale: ci possono essere soggetti con un buon istinto materno ed altri che invece lo hanno molto debole o addirittura assente, come tra l'altro in molte altre specie animali, uomo incluso.
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21/10/2020, 15:53 |
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monta9
Iscritto il: 14/09/2015, 18:21 Messaggi: 1840 Località: Pisa
Formazione: Medico Veterinario
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milli ha scritto: Mdamb, scusami se te lo dico rudemente, ma le tue domande spesso sono molto ingenue, soprattutto considerando che studi veterinaria. Sei mai stato in qualche allevamento, hai visto degli animali da reddito? Parlato con qualche allevatore? Mi permetto di consigliarti vivamente di dedicare qualche mese (quelli estivi, per es) a lavorare in un allevamento, anche come operaio stagionale, anche se c'è da faticare e sporcarsi. Sei sempre stato molto educato e non voglio offenderti, ma trapela dalle tue domande una totale mancanza di senso pratico sulla zootecnia. E ti assicuro che, se vuoi fare questo lavoro, serve. Coraggio. Milli perdonami. Premesso che non ho visto altri suoi post, hai dato consigli non sapendo la realtà di uno studente di medicina veterinaria. È normale che all'inizio del 2* anno non abbia ancora iniziato a fare materie professionalizzanti, né i lunghi tirocini pratici che vengono svolti a partire dal 4* anno. Ogni cosa a suo tempo, non ha assolutamente bisogno di andare da nessuna parte. Il senso pratico verrà da sé con le conoscenze teoriche e con i futuri tirocini professionalizzanti, fidati. Ripeto, non ho visto altre sue domande ma questo modo di porsi senza sapere l'iter formativo di una persona non mi piace.
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21/10/2020, 19:43 |
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milli
Sez. Suini
Iscritto il: 23/09/2009, 16:47 Messaggi: 9972 Località: Emilia
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
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Monta, io le altre sue domande le avevo lette. In ogni caso ribadisco che per conoscere bene gli animali bisogna frequentarli a lungo. Parlo per esperienza e non per categorie, ho allevato decine di migliaia di suini e conosciuto diversi veterinari e tecnici, per cui mi sento di esprimere un'opinione a riguardo. I migliori veterinari e tecnici sono quelli che hanno una lunga pratica e sono riusciti a mantenere la passione per questo lavoro, quelli che invece si limitano alla teoria, spesso neanche entrano in un allevamento e lasciamo stare la loro capacità di diagnosi, così pure ci sono veterinari che negli anni si sono stancati di questo lavoro. Per capire i problemi, non basta aver studiato, bisogna sommare la conoscenza scientifica con l'esperienza , l'intuizione e l'empatia. Queste ultime si sviluppano stando dentro la stalla, non ci sono santi. È importante anche sapersi relazionare con l'allevatore , che ha il suo carattere e spesso ha le sue "usanze" antiche che vanno cambiate, con le giuste maniere però. Un veterinario ingenuo o arrogante non dura e , quel che è peggio , non viene ascoltato. Un veterinario che si presenti in azienda non viene accolto con gli onori, ma deve dimostrare più di un altro il suo valore. È difficile. Pensa che in azienda , tempo fa, un tecnico distratto ha accidentalmente vaccinato una scrofa che era morta durante la notte, davanti ai miei occhi. Io mica gliel'ho detto, volevo vedere se se ne accorgeva. Capito cosa voglio dire? Per me, se uno studente passa del tempo in azienda, sacrificando qualche mese di vacanza , ne riceverà solo dei benefici: si fa le ossa, plasma la sua mentalità in ottica "contadina ", si farà conoscere dagli allevatori stessi come persona volenterosa, guadagna qualche soldo. Se non sbaglio all'università fanno un tirocinio di 35 ore. Correggetemi se sbaglio, forse mi confondo con Agraria. 35 ore è a malapena una settimana di lavoro, giusto il tempo di ambientarsi, non bastano.
_________________ L'esperto è una persona che ha fatto in un campo molto ristretto tutti i possibili errori.(Niels Bohr) Più la caduta di un Impero è vicina, più le sue leggi sono folli. Cicerone
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22/10/2020, 11:25 |
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