Allora per quanto riguarda i marcatori genetici utilizzati a quel tempo, non potevano certo essere riferibili alla longevità, poiché in Olanda la longevità NON era un problema come menzionato precedentemente. Tali ricerche erano rivolte a determinati caratteri, che erano considerati interessanti, ma purtroppo meno facilmente trasmissibili, oppure a caratteri che si volevano esaltare. Le associazioni che allora operavano in questa direzione, (NRS ed Holland Genetics), aveva il dovere di soddisfare prima di tutto le esigenze dei propri soci (gli allevatori Olandesi), le dosi che “avanzavano” venivano esportate per finanziare, (in parte), il loro progetto genetico nazionale. Quindi spesso taluni riproduttori erano "limitati" nell’ export da un massiccio uso interno, mentre altri non venivano presi in considerazione poiché lontani dal loro criterio di selezione. Mi ricordo un toro dell’epoca Mapel Wood Ideal toro a tipo scarsamente utilizzato in patria e quindi esportato, ma il toro fu tolto dalla selezione e quindi terminate le dosi stoccate nel periodo di “attesa” il toro … sparì.
Sempre sulla longevità ... mi permetto di ricordare un articolo scritto dal Dr. Bagnato, (scritto nel 1996), che con dei collaboratori ha rilevato nelle aziende Italiche, cercando quali erano le vacche più longeve ... il risultato fu sorprendente, poiché morfologicamente queste vacche erano piccole, tubolari (cinghiate), falciate e con mammelle mediamente profonde. Queste erano le caratteristiche delle campionesse di produzione. Questo articolo strideva e stride parecchio con quanto abbiamo sentito e che probabilmente in parte condividiamo. Ma se arriviamo ai giorni nostri ... se guardiamo il parametro del numero medio di lattazioni nel 2010 non arriviamo a 2. Eppure ... sono anni che cerchiamo di lavorare per migliorare la longevità. Se poi guardiamo il periodo parto/concepimento vediamo che si allunga ogni anno. Questi due parametri non evidenziano certo una ... "efficienza" nelle nostre aziende. Ma secondo il metodo "medio" di ragionamento, noi allevatori non abbiamo il coraggio di affrontare il problema, con la "probabile" possibilità che ci si debba ravvedere su qualche azione gestionale non corretta che abbiamo compiuto, ma ci "accontentiamo" di condividere le nostre "disavventure" nella media degli altri e ci "confortiamo" utilizzando riproduttori che aumentano la durata media in azienda, fermo restando che 1 su 5 di queste femminucce arriva in lattazione, le altre si perdono per strada spesso appunto per errori gestionali. Queste sono le cose che io contesto, e parecchio. Contesto la semplicità con cui tutti i grandi “saggi” che ci circondano, ci propinano le loro semplici soluzioni. Hai un problema di produzione ? basta comperare un toro + 3.000 a latte. Non ti rimangono in stalla le vacche ? "compera tori ad alto tasso di longevità" basta questo … risolto il problema. AFFRONTARLO ? Ma scherzi ? Ci vuole tempo, bisogna scontrarsi con gli allevatori, meglio farli fessi e contenti, se poi con le informazioni che gli diamo “loro” risolvono i loro problemi ... “noi” cosa ci guadagniamo ? meglio lasciarli ignoranti !!!
Sulla fibra lunga o corta ... non voglio minimamente contraddire l' esperienza di nessuno, è tale e come tale la accetto. Ma ... di cose … “sentite dire”, che poi sono credenze tipo ... "non ci sono più mezze stagioni...." , (tanto per dare l'esempio), ne è piena l'aria. Come l'affermazione che citi fatta dal "driver" al bordo ring. Ci sono frasi ad effetto che “VANNO dette !!!! “ e spesso si studiano a casa, spesso sono nostre convinzioni. Bisognerebbe analizzare molte cose e non solo ... essere convinti e basta. Se aveva un ... "tubo" di vacca come avrebbe potuto avere quei diametri ? Secondo quanto da lui affermato basterebbe mandare al pascolo tutte le manze o dar loro fieno lungo e tutte svilupperebbero "enormi" diametri. Sappiamo che ... non è così. Purtroppo non è così semplice. Sul transito infine ... una “piccola” precisazione. Spero di riuscire a trasmettere un pensiero complesso in modo ... semplice. Il rumine è come una vasca basculante, una volta pieno si rovescia. Questo "ribaltamento" avviene non per il peso ma per il volume. Quindi secondo te a parità di volume ci sta più prodotto lungo o corto ? Inoltre ... sempre parlando di crescita e di sviluppo ... i batteri ruminali cellulosolitici (sono quelli che hanno il compito di aggredire la fibra), hanno la necessità di un po' di tempo per aggredire la fibra, e spesso in quelle razioni troviamo fibre ... "abbastanza" durette da digerire (paglia, panico, sorgo silotriticale ecc) e che sono "dotate" di quote proteiche legate alla lignina (quindi di per se indigeribili), e che necessitano anche di "energia" per essere digerite, ed anche li ... latitiamo. Quindi con queste considerazioni, secondo te è più digeribile una fibra lunga o una più corta ? E per chiudere questo mio intervento certamente non polemico ma ... molto lungo e mi auguro non "palloso", all'interno del rumine abbiamo una buona dose di liquido, nel quale troviamo in immersione questi batteri, sulla superficie di questo liquido, in galleggiamento, troviamo delle "particelle" di fibre che con altri composti formano il più o meno famoso "
MAT" O Italianizzandolo "materasso". Questo “materasso” ha il compito di "filtrare" gli alimenti che in esso si trovano "intricati". Quando la vacca rumina abbiamo un ... rimescolamento di tutto il rumine, un po' come agitare una bottiglia con dentro qualcosa che galleggia e qualcosa no. In fase di "stasi" ed in questo rimescolamento il liquido viene "assorbito" dalla fibra e questo permette una maggiore azione dei batteri e quindi la digestione della stessa. Quindi più questo liquido viene assorbito, più la fibra verrà degradata e potrà dare il suo apporto energetico e proteico. Secondo te quale di queste fibre ha più capacità di assorbire ? quella lunga o quella corta ? Quale delle due fibre potrà meglio contribuire a creare il MAT ?
Fatte queste considerazioni ... ognuno in base alla propria esperienza farà quello che meglio ritiene opportuno. E questo ovviamente va al di la di ogni spiegazione più o meno tecnica. La mia ... "responsabilità" di tecnico è quella di illustrare e di informare l'allevatore che mi chiede un consiglio le soluzioni migliori per il suo allevamento e per le sue economie, ma questo non lo vincola minimamente a seguire quanto io consiglio. Ovviamente assumendosene la responsabilità. Poi ho molti esempi di cose NON tecniche che comunque danno dei risultati a qualcuno. Sono le famose eccezioni che confermano le regole, ma di queste ... "eccezioni" non dobbiamo farne ... "REGOLE".
Alla prossima e spero di NON essere stato troppo ... prolisso. Nel caso ... sorry.