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Zootecnia da carne veneta, quale futuro la aspetta? 
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Tremor ha scritto:
Io la vendita al dettaglio non la vedo con troppa simpatia, non ho mai socializzato troppo volentieri col cliente e pensare di dover avere a che fare con quattro cittadini capricciosi per vendere il mio prodotto, in tutta onestà, mi fa venire l'orticaria.

certo che è necessario un cambio di mentalità che non è mica così facile, comunque almeno da me i clienti, tranne qualcuno, sanno che non vanno in una boutique del centro e che qualche volta il filetto potrebbe non esserci. in compenso non hanno problemi di parcheggio!!
e poi: quando vendi una scottona e guadagni come venderne 4 l'orticaria ti passa!


28/04/2009, 14:19
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ricky ma quanti siete nel raggio di 5km ?

qui mal contati tra produttori diretti , mavccelelrie storiche , e ipermercati che vendono carne bovina, senza contare le salamifici, sono una decina x 35/40mila abitanti , senza contare quelli che vanno negli ipermercati tra santena e la barriera sud di torino..


e son li che si grattano fittamente...

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28/04/2009, 16:09
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Dondavi ha scritto:
.....io calcolo un bacino d'utenza nel raggio di 10-15km, almeno di 100 000 persone, ne bastano uno su 1000 per non farcela a servirli tutti, sono fiducioso ma preoccupato comunque, non è una manna dal cielo, ma una scelta imprenditoriale.........
ciao

Beato chi dorme sonni tranquilli di questi tempi, per i quarantenni come me la situazione è pesante per gli impegni presi prima, mi ritrovo nella tua condizione: fiducioso ma preoccupato.
CI faremo compagnia :D


28/04/2009, 19:57
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grintosauro ha scritto:
ricky ma quanti siete nel raggio di 5km ?

qui mal contati tra produttori diretti , mavccelelrie storiche , e ipermercati che vendono carne bovina, senza contare le salamifici, sono una decina x 35/40mila abitanti , senza contare quelli che vanno negli ipermercati tra santena e la barriera sud di torino..


e son li che si grattano fittamente...

be diciamo che da me macellerie non ce ne sono più, i supermercati fanno solo vendita confezionata, ad eccezione del mio vecchio cliente che si è ingrandito: da un minimarket tutto suo è entrato in 4 supermercati col banco della carne,risultato, prima faceva 4-5 vitelloni alla settimana, adesso ne fa una decina. magari lo conosci anche è un affezzionato del mercato di carmagnola.
x dondavi, davvero hai tutta quella gente intorno?


28/04/2009, 22:07
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Gioldi e' un po che non lo vedo , un bel po..e a carmagnola non bazzico piu tanto ,

ora come ora o vendo a gente di asti o a qualcuno che va al miac e poi direzione liguria.

a me hanno detto che nel canavese , la pressione della concorrenza si fa sentire meno ,che nella prima e seconda ciuntura torinese.

E anche vero che Torino e' una citta che per il 80% lavorava per la fiat e ora son tutti in crisi , per tanti motivi..

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28/04/2009, 23:36
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X ricky, fino a ieri dicevo purtroppo si, da domani dirò per fortuna si.
sono a grandi linee ma a 15 km volendo c'è Padova da una parte e Venezia e quindi Mestre dall'altra e con quel raggio di 25km andiamo almeno a 400 000, non sono proprio pochi, non penso di avere tanti clienti da lontano, ma magari qualcuno.....
ciao

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28/04/2009, 23:39
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ciao, chi è abbonato all'informatore zootecnico avrà letto di quell'azienda in provincia di piacenza che vende una parte del latte che produce pastorizzandolo e con il cartone con su il proprio nome. certamente l'azienda in questione ha dei numeri molto importanti e può fare dei bei passi, avendo le gambe lunghe... però è un esempio di come ci si può muovere, investendo non solo sulla produzione ma anche a valle di questa.


13/05/2009, 22:17
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Tanto per rinverdire un po' la discussione riporto due articoli che ho trovato, io non vorrei commentare ma credo che il buon senso applicato alla lettura possa dire tanta cose....tante cose.... :x


1° ARTICOLO:
Brasile, canale privilegiato per l'import di carne bovina
Speciale Eurocarne - Veronafiere, 21/24 maggio 2009 Intervista sullo stato del comparto al numero uno di Uniceb, Renzo Fossato


'La produzione di carne bovina in Italia è largamente deficitaria (circa -50%) e continuerà ad esserlo, in quanto il nostro Paese non può offrire pascoli per gli animali e, di conseguenza, non abbiamo praticamente alcuna possibilità economica di mantenere vacche nutrici che dovrebbero essere totalmente alimentate nelle stalle con costi non competitivi rispetto a tanti altri Paesi membri (Francia in primis) o Paesi terzi (Sud America). E' per tale motivo che il patrimonio bovino italiano, attualmente pari a circa 6,2 milioni di capi, registra un numero di vacche da latte vicino a 1,9 milioni di capi e di vacche da carne di appena 466 mila capi. E' chiaro che la mancanza di vitelli ha portato gli allevatori italiani ad acquistare fuori dei nostri confini circa 2 milioni di capi da ingrassare nei nostri centri specializzati'.
E' questa l’analisi preliminare che Renzo Fossato, presidente di Uniceb, l'associazione aderente a Confcommercio che rappresenta l'Unione importatori esportatori industriali commissionari grossisti ingrassatori macellatori spedizionieri carni bestiame e derivati, traccia prima di rispondere ad alcune domande, in vista di Eurocarne (www.eurocarne.it), il Salone internazionale delle tecnologie per la lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni in programma a Veronafiere dal 21 al 24 maggio 2009, organizzato in collaborazione con Ipack-Ima spa. Uniceb parteciperà alla rassegna come associazione di categoria.


2° ARTICOLO:
Bovini da carne, quotazioni in calo
La preoccupazione di Confagricoltura

L’andamento delle quotazioni nel settore bovino da carne non contribuisce certo a rasserenare la pesante situazione economica in cui versa da tempo il comparto zootecnico nazionale. Lo sottolinea Confagricoltura che sta monitorando costantemente i mercati.
Secondo Ismea, rileva Confagricoltura, l’unico prezzo ma in lievissima e ascesa è quello dei baliotti, per i quali l’offerta (a seguito della riduzione delle nascite) risulta contenuta; prosegue invece la discesa dei corsi dei vitelli (con una offerta eccedente l’attuale andamento riflessivo della domanda) e dei vitelloni.
Le vacche invece mantengono le posizioni, senza evidenziare particolari movimenti nelle quotazioni. A fronte di un andamento delle macellazioni che non segnala particolari situazioni di rallentamento quantitativo, prosegue nei tagli l’andamento riflessivo delle quotazioni sul vivo.
Cedimenti, come ha registrato Confagricoltura, si sono avuti sulle mezzene e sui busti di vitello, sulle mezzene e anteriori di vitellone, sulle mezzene e posteriori di vacca.
Se i trasformatori mantengono un certo pessimismo sulla situazione generale del comparto, le imprese agricole segnalano con preoccupazione il progressivo deteriorarsi, nelle ultime settimane, di una situazione economica già non certo rosea.


Commento: visto che io non ci capisco nulla di mercati bovini qualcuno mi spiega questi due articoli??? :evil:


15/05/2009, 13:59
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francescoriello ha scritto:
........Commento: visto che io non ci capisco nulla di mercati bovini qualcuno mi spiega questi due articoli??? :evil:


Siamo nella merda :lol:


15/05/2009, 14:14
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che a nessuno gliene frega niente della carne che mangia, per poi puntare il dito sugli allevatori italiani , se qualcosa non va con salute la salute personale

Gli si seccasse a tal punto da minzionare da seduti, a forza di carne estrogenata estera ...

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15/05/2009, 19:50
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