Da "Osservazioni sullo stato attuale dell'agricoltura e della classe agricola nel Circondario di Bari, esposte alla Onorevole Giunta per l'Inchiesta Agraria", a cura di Sabino Fiorese. (1879).
"La razza bovina predominante nella terra di Bari è quella a manto grigio e bianco, dall'alta e robusta complessione con la testa assai sviluppata; à giogaia e corna lunghe; si può affermare ch'essa sia una variazione della grande razza podolica, accostandosi alla varietà della razza tiberina."
Da "Monografia circa lo stato di fatto dell'agricoltura e della classe agricola nei singoli Circondari della provincia di Terra d'Otranto", a cura di Gennaro Pacces, Eugenio Canudo, Eduardo Rossi e Paolo de Nava.
"La razza bovina predominante in Terra d'Otranto è la pugliese, proveniente dal Bos Taurus di Podolia. La razza pugliese offre requisiti essenzialmente da lavoro e meno da latte; però si adibisce ad un tempo alla produzione del latte e della carne, ed al lavoro."
"Si riscontra in questa provincia una varietà speciale, quella cioè che fornisce animali di manto totalmente nero nella prima età, il quale va degradando poscia verso il bigio scuro, e nei castrati prende il manto caratteristico della razza in bigio chiaro. Questa varietà viene attualmente assai apprezzata e presenta in realtà delle forme pregevoli per animali da lavoro. La razza del Capo si presenta in proporzioni molto sviluppate: testa forte e pesante, collo corto e grosso, cervice ampia, fronte verticale, petto largo, dorso lungo e diritto, coscie muscolose e pelle coperta di ruvido pelo.".
Da "Statistica agraria della Provincia di Terra di Bari, per la inchiesta agraria ordinata dal Parlamento", a cura di Domenico Frojo e Pietro Cettura. (1877-1885).
"La specie Bovina appartiene al tipo Pugliese che si ritiene derivante dalla razza Padalica o delle steppe, con i suoi caratteri speciali di solida conformazione, robustezza, rusticità, senza avere grandi forme. Testa piccola in confronto del corpo, collo corto, dorso conformato ad Ellissoide arrotondato, torace ampio, arti anteriori dritti a piombo, posteriori dritti, zoccolo di positura piana, unghia molto resistente, corna piccole falcate, manto grigio e grigio-nero.".
Da "Sulle condizioni dell'agricoltura e della classe agricola nel Circondario di S. Severo. Memoria di Angelo Avv.to Salini Sotto-Segretario di Prefettura". (1879).
"La Podolica (pugliese) è l'unica esistente in questo Circondario, e forse anche in tutta la Provincia. Per dirsi dominante alle altre razze, bisogna col pensiero valicare la Capitanata e fermarsi sulle provincie dell'Emilia, del Basso Veneto, quali Rovigo e parte di Venezia, di Padova ed i bassi piani del veronese: quivi la razza podolica, dominante alle altre razze, si alleva incrociandola con quelle per avere unicamente bovi da lavoro: dessa popola tutto il versante orientale appenninico dal corso dell'Adige sino alle Puglie. In questo Circondario adunque è unica siffatta razza, qual'è la sua origine. Per la sua qualità, è razza da lavoro e da latte, sarebbe anche da carne, se la qualità dei lavori a cui si adibisce fosse più equamente distribuita, e il genere di vittitazione informato ai principi di una sana igiene. Difatti nel Ferrarese, nelle provincie dell'Emilia, del basso Veneto, ecc. questa rustica razza erroneamente creduta incoercibile ai miglioramenti ed agli usi industriali à subito per effetto delle cure d'allevamento e del sistema d'alimentazione e di governo, di pari passo col generale progresso agricolo, una ragguardevole modificazione, ingentilendosi nelle parvenze, che in tutto aggiungono non poco valore a questi animali anche dal lato industriale e del reddito. La razza bovina pugliese - da lavoro e da latte - di questo dà sino a dieci litri al giorno, inclusovi l'allattamento dei rispettivi vitelli.".
Penso che pochi non conoscano il Prof. Elvio Borgioli, ricercatore e professore di zootecnia all'università di Firenze e per lungo tempo direttore dell'Istituto di Zootecnia dello stesso ateneo, io ho avuto modo di conoscerlo bene, fu mio professore due volte, prima indirettamente all'Istituto Tecnico Agrario perché studiai sui suoi libri e successivamente direttamente come insegnante e docente di zootecnia generale all'Università di Firenze. Scrisse molti libri, ma in particolare ne voglio ricordare uno intitolato "Elementi di Zootecnia Speciale", ci furono diverse edizioni a cominciare dal 1939; il testo per il periodo in cui fu scritto è completo e interessante, 437 pagine di zootecnia pura, nella parte in cui descrive le razze bovine ad un certo punto descrive la Pugliese, parla proprio di pugliese: "questa razza è allevata in un'area vastissima ... si sono differenziate alcune sottorazze come la calabrese, podolica abruzzese, la pugliese del basso Veneto ... " Per il gentilissimo GMF La vorrei invitare a scrivere una articolo da pubblicare sulla rivistadiagraria.org in cui si riassumi quanto emerso da questo confronto tra tecnici e appassionati, tirando poi le conclusioni che riterrà più opportune, ricordo che il nostro giovane forum al momento non arriva a 500 iscritti, ma la rivista ne ha superati 16.000, pertanto mi farebbe piacere una sintesi conclusiva sull'argomento, che meglio di Lei nessuno potrà fare. cordiali saluti, Mario
Gentile Mario, la ringrazio di avere voluto citare, molto opportunamente, il professor Elvio Borgioli.
A mia volta, desidero citare l'atlante di zootecnica relativo agli allevamenti italiani di bovini, pubblicato nel 1960 da REDA (Ramo Editoriale degli Agricoltori) a cura dell'Ufficio tecnico agrario della Federazione Italiana dei Consorzi Agrari.
In quell'utile testo era riportata la razza "Pugliese", con la seguente precisazione: "Assume denominazioni diverse a seconda degli ambienti di allevamento (Abruzzese; Appulo-Lucana; Calabrese)". Vi si indicava un'area di allevamento comprendente "Puglie, Abruzzo, Lucania, Calabria e Basso Veneto". Non vi si faceva riferimento ad una razza "podolica".
Mi rincresce di deluderla, gentile Mario, ma reputo questa discussione assai più proficua - anche sotto il profilo dell'informazione al pubblico - di un mio articolo su Rivista di agraria.
Pertanto, mi premurerò di segnalare questo forum agli enti ed alle associazioni che attualmente si occupano dell'allevamento del bovino "podolico", affinché vogliano intervenire, tramite loro rappresentanti, nel dibattito da me promosso.
La prego di far altrettanto nei confronti delle istituzioni scolastiche ed accademiche operanti nel settore agro-zootecnico, così come ebbi ad auspicare al termine del mio articolo intitolato "La zootecnia italiana nel 2006. Razze, storia e geografia".
La ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti.
Peccato! niente impedisce di continuare sul forum e affiancare nello stesso tempo un articolo che faccia ordine su quanto detto, ricambio i cordiali saluti, Mario
Non posso darle torto, gentile Mario; pur tuttavia, voglio continuare a sperare in una maggiore presa sul pubblico di un'ampia e libera discussione - caratterizzata anche da momenti di vivace ma sano contraddittorio - rispetto alla ridotta efficacia di un "pezzo" che rifletterebbe un ambito di opinioni necessariamente limitato.