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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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A proposito del soggetto brevicorne grigio scuro ("Waldler Schlag" della "Podolische Rasse") raffigurato con il n. 11 in alto a destra nella stampa a colori tedesca della seconda metà del XIX secolo da me richiamata, non mi pare di ravvisarvi una gran rassomiglianza alla razza inglese "White Park" menzionata dal gentile Alessio Zanon.
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20/07/2009, 22:28 |
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Francesco
Iscritto il: 13/03/2008, 19:45 Messaggi: 6200 Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
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Ciao a tutti, scrivete ad una velocità impressionante, che già la mia risposta sembrerà vecchissima, io sono d'accordo con Alessio sul fatto che la pugliese era diffusa anche in Veneto, su questo non c'è dubbio, però io sto cercando di capire, come mai ad un certo punto, grandi nomi della zootecnia chiamavano questa razza pugliese e non podolica, su qualcosa si saranno basati, mica si saranno svegliati la mattina e avranno detto questa razza la chiamiamo pugliese, da qualcosa sarà pur nato questo nome, che poi è stato soppiantato dal nome podolica. Saluti Francesco
_________________ - La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone) Egli vive ancora.
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21/07/2009, 0:04 |
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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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Gentile Francesco, la denominazione "Pugliese" fu formalmente adottata intorno al 1935 - come, del resto, la denominazione "Maremmana" - nel quadro della ridefinizione della nomenclatura zootecnica italiana voluta dal regime fascista, e fu mantenuta per circa mezzo secolo (mentre quella di "Maremmana" permane tuttora). Nella seconda metà del XIX secolo, erano stati usati, per qualche decennio, sia il nome "Pugliese", sia il nome "Podolica" (quest'ultimo introdotto, con la sua latinizzazione in "podolicus", nelle classificazioni bovine dal bavarese Wagner nel 1836 e confermato dal francese Sanson nel 1878 come equivalente di "asiaticus").
Prima del 1860, le razze di animali domestici allevate in tutto il Regno delle Due Sicilie "di qua del Faro" (ex Regno di Napoli) erano generalmente indicate con la denominazione nazionale "Napolitane".
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21/07/2009, 7:23 |
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Mario
Iscritto il: 03/05/2008, 19:41 Messaggi: 5680 Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Questo dibattito, contrariamente a quanto afferma qualcuno, è molto stimolante è un approfondimento etnologico non indifferente con molte sfaccettature, anche per l'approccio metodologico. Purtroppo l'eccessivo approfondimento limita altri interventi, compresi i miei, ma i lettori sono tanti, credetemi ne ho la conferma dalle e-mail personali che mi giungono giornalmente, è veramente molto seguito; personalmente sto apprezzando l'approccio scientifico di Zanon e le motivazioni di GMF, è diventato un appuntamento quasi obbligatorio, il primo da leggere, saluti Mario
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21/07/2009, 10:23 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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X Francesco con ogni probabilità il nome Pugliese fu addottato in un momento storico nel quale questa razza andava distinguendosi per capacità allevatoriale in quella zona ( anticamente la Puglia rappresentava gran parte del meridione d'Italia). Pur tuttavia in molti testi si parla si di Pugliese ma riferendosi solo alla popolazione Veneta di tale gruppo etnico. Stesso discorso potrebbe dirsi del suino Yorkshire diventato Large White senza un preciso motivo. Cambi di nome e sinonimie sono comunque assai comuni fra le razze ed esiste una vasta documentazione di situazioni analoghe alla "Pugliese-Podolica"
XGMF vedo che non risponde alle domande da me poste ed abbandona il campo dei bovini italici per riferirsi ai bovini inglesi ( immagino che abbia subito il colpo). La assecondo con un certo rammarico facendole presente che le così dette razze selvagge inglesi erano circa una decina . Si trattava di razzette composte da una mandria ciascuna e mantenute separate in tenute inglesi di ricchi proprietari. Sono conscio che rispetto alla razza White Park esistono differenze come del resto esistono differenze fra le 10 e più razze "park" inglesi, molte delle quali estinte. A maggior ragione noterà che il toro a cui si riferisce ha il musello roseo e pertanto attribuirlo al ceppo podolico è oltremodo fuoriluogo. Come le dicevo penso che il toro rappresentato sia uno di queste razze e non so dirle precisamente quale. Purtroppo ad oggi fra le razze park nessuna ha le caratteristiche precise del soggetto disegnato che lei richiama. Faccio presente che non è grigio scuro ma di colore crema se vedo bene.
Attendo sempre da lei risposta al mio quesito??????
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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21/07/2009, 10:32 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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Mi scuso e mi correggo il bovino 11 non è l'ultimo in alto a destra ma il penultimo dal colore bruno. Non so proprio aiutarla GMF non ho idea di quale razza rappresenti. Oviamente il bovino non ha somiglianza alcuna con i bovini Park inglesi. http://www.peter-hug.ch/lexikon/1888_bi ... #Bild_1888
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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21/07/2009, 10:43 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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Se nota anche le rappresentazioni di razze come la Hereford ed Angus sono lontane dal reale aspetto odieno anche nel colore. Dicendo in alto a destra non vedendo il numero nella foto piccola pensavo si riferisse al bovino color crema. Detto ciò GMF in riferimento a quanto da lei affermato Cita: All'inizio della pagina 56 di questa discussione ho riportato tre brani in latino tratti dall'opera "De re rustica", scritta nel I secolo dopo Cristo da Lucius Junius Moderatus Columella. Il primo di tali brani termina con l'indicazione di due colori da ricercare nei buoi: il rossiccio ed il bruno ("coloris robii vel fusci")...
Inoltre, ricordo che Marcus Terentius Varro (116-27 a. C.) aveva scritto in precedenza: "corium tactu non asperum ac durum, colore potissimum nigro, deinde robeo, tertio helvo, quarto albo" (la pelle non dev'essere rugosa e dura, preferibilmente di colore nero, poscia rossiccio, in terzo luogo rosso bruno, in quarto luogo bianco).
La tesi secondo cui gli apporti di bovini asiatici in Italia sarebbero stati "consistenti al punto di sostituire la popolazione preesistente" è indimostrabile perché priva di qualsiasi sostegno documentale che risalga alle (presunte) epoche di tali (presunti) apporti e non a classificazioni zoologiche ottocentesche di stampo positivista.
Mi sembra chiaro che Come non è dimostrabile che non furono consistenti non è dimostrabile che furono sporadici questi apporti di sangue. Sul fatto che non fossero documentati ci andrei piano visto che importazioni di bovini dall'Est Europa sono ben documentati nel tempo. Inoltre chi le dice che la razza podolica non sia chiamata così nell'800 proprio perchè vede consolidarsi da imortazioni di quell'epoca e non da importazioni antiche come avevamo ipotizzato datandola al periodo Romano. Avrebbe quindi un senso che gli zootecnici del passato ben consci dell'origine non autoctona del bestiame importato lo battezzassero Podolico perchè proveniva da quei luoghi.
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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21/07/2009, 11:16 |
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alessiozanon
Sez. Polli
Iscritto il: 05/05/2008, 12:36 Messaggi: 3626
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E le ricordo che lei parlava di Uri e di Pugliesi da essi derivati non considerando i veri bovini "Italici" descritti dai classici che guarda caso si frappongono in modo determinante spezzando il fragile legame che aveva ipotizzato.
_________________Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.
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21/07/2009, 11:25 |
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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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Gentile Alessio Zanon, i bovini italici descritti da Varrone nel I secolo a. C. potevano essere di colore "nigro, deinde robeo, tertio helvo, quarto albo"; quelli italici (della "Campania", dell'"Umbria", dell'"Hetruria et Latium" e dell'"Appenninus") descritti da Columella nel I secolo d. C. avevano mantelli "albos" e "robios", ma potevano anche essere "fusci": erano comunque tutti bovini allevati nell'Italia di allora, cioè "italici" e non gallici, o epirotici, o asiatici... o dei ceppi "hibericus=italicus" e "asiaticus=podolicus" del Sanson (1878). Resta il fatto che la rassomiglianza tra l'immagine di uro incisa nella grotta del Romito, presso Papasidero, ( www.comune.scalea.cosenza.it/cultura/guida/romito.htm) e quelle dei tori adulti fotografati nella sezione "Mostre ed eventi", sottosezione "I nostri campioni - Podolica, 2006, IX Mostra nazionale, Album Foto" del sito www.anabic.it, è - pur a distanza di decine di migliaia di anni e pur con tutte le possibili (ma non precisamente quantificabili) immissioni di sangue esterno - non lieve bensì impressionante. E' bene che tutti i visitatori di questo forum riflettano su tale confronto.
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21/07/2009, 12:31 |
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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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Mi correggo subito, chiedendo scusa. Intendevo dire "migliaia di anni" e non "decine di migliaia di anni".
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21/07/2009, 12:43 |
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