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Argomento bloccato

Re: Perché "podolica"?

07/02/2009, 20:22

http://www.tiho-hannover.de/einricht/zu ... pt/251.htm

Re: Perché "podolica"?

07/02/2009, 20:33

la cito:
Ritengo che lo stesso ragionamento possa essere applicato alle popolazioni di animali domestici originarie della nostra penisola, cosicché, nel caso dei bovini oggi definiti "podolici", è ipotizzabile una loro diretta discendenza dagli uri autoctoni dell'Italia del Sud, con successivi, parziali e geograficamente circoscritti insanguamenti da parte di varie popolazioni di ceppo asiatico provenienti in prevalenza dall'areale mediterraneo orientale

il sito della fao parla di miscela di razze locali e antiche razze podoliche e non vedo cosa si possa contestare a questa frase se non il fatto di lasciare un po' troppo spazio a libere interpretazioni... lei sostiene invece che la Podolica sia direttamente discendente degli Uri presenti nell' italia meridionale migliaia di anni fà e nega le palesi somiglianze con le popolazioni bovine dell' europa dell' est che hanno dato origine a questo ceppo.

Re: Perché "podolica"?

07/02/2009, 20:56

Per la precisione, ho scritto: "nel caso dei bovini oggi definiti 'podolici', è ipotizzabile una loro diretta discendenza dagli uri autoctoni dell'Italia del Sud, con successivi, parziali e geograficamente circoscritti insanguamenti da parte di varie popolazioni di ceppo asiatico provenienti in prevalenza dall'areale mediterraneo orientale".

A mio parere, è da preferire nettamente il termine latino classico "asiaticus" - già usato da Columella nel I secolo d. C. - al termine "podolicus", assimilato al precedente dal Sanson soltanto nella seconda metà del XIX secolo.

Re: Perché "podolica"?

07/02/2009, 22:42

Vedo che come spesso capita svia il discorso perdendosi nei soliti e a mio avviso inutili cavilli... per cui la saluto cortesemente, invitandola prossimemente a addurre motivazioni un po' più solide a quello che dice.

Re: Perché "podolica"?

07/02/2009, 23:53

Ricambio altrettanto cortesemente i suoi saluti.

Considero chiusa la mia esperienza di partecipazione a questo bel forum, tanto nella sezione "Bovini" quanto nelle sezioni "Cavalli" e "Cani". Spero di avere contribuito, civilmente, ad un utile approfondimento di alcune importanti - e, nei prossimi anni, decisive - tematiche riguardanti la zootecnia italiana. Saluto e ringrazio di cuore i gentili Moderatori ed Interlocutori con i quali ho potuto scambiare proficuamente opinioni e riflessioni. Auguro ai responsabili ed ai collaboratori di agraria.org sempre più brillanti successi nel prosieguo del loro lodevole progetto divulgativo.

Re: Perché "podolica"?

08/02/2009, 0:16

Ricambio i saluti e La ringrazio per il contributo veramente apprezzabile e di alto livello che ha dato a questo forum; a titolo personale aggiungo che ho imparato molto dai sui scritti e mi creda al punto in cui sono diventa sempre più difficile e mi riferisco anche alle altre sezioni, sul pastore abruzzese mi trova più che mai concorde, cordiali saluti Mario

Re: Perché "podolica"?

10/02/2009, 1:56

Carissimo GMF,
la ringrazio per gli auguri. Non ho seguito la lunghissima discussione sulla “Podolica” ma vedo che è stata molto sentita. Del resto i forum servono soprattutto per questo, per confrontarsi e dibattere, anche in modo acceso. Grazie per i suoi interventi,
Marco

Re: Perché "podolica"?

17/02/2009, 13:20

Qualcuno di voi potrebbe suggerirmi dove e come acquistare dvd o videocassette di argomento la vacca Podolica?
Vi sono molto grato per le vostre segnalazioni.

Re: Perché "podolica"?

27/02/2009, 18:59

Non ho letto la lunghissima discussione. Casualmente nei giorni scorsi ho trovato nella Bibioteca dell'Agrario di Firenze qualcosa sulla razza Pugliese e sulle Razze Podoliche. Forse a qualcuno può interessare.
Enciclopedia agraria (R.E.D.A.) – mi pare 1952

PUGLIESE. – Razza bovina podolica un tempo estesamente allevata nelle province di Campobasso, Benevento, Avellino e Salerno, in Puglia, in Basilicata e in Calabria, fino alla pianura veneta, e attualmente ridotta a pochi esemplari. Nei tori il mantello è grigio scuro con gradazioni nerastre sulle facce laterali della testa, del collo e della giogaia, delle spalle, dei bracci e avambracci, delle cosce e delle gambe, mentre nelle vacche è grigio ordinario. Il fusello è nero e circondato da un alone chiaro; neri sono anche le punte delle corna, le occhiaie, le orlature delle orecchie, il palato e la faccia dorsale della lingua, il fiocco della coda, la parte inferiore dello scroto, il pisciolare, gli unghioni. I vitelli fino all’età di tre mesi circa presentano mantello fomentino. La testa è leggera a profilo rettilineo, con sincipite appena marcato, occhi piccoli e vivaci e corna di media lunghezza (45-50 cm) a forma di lira. Il collo è muscoloso con pagliolaia abbondante; il tronco è piuttosto corto; il torace è sviluppato; il garrese è abbastanza pronunziato; la groppa è difettosa sia come diametro che come muscolatura; gli arti sono solidi; la spalla, l’avambraccio, la coscia e la gamba sono lunghi. La muscolatura è nel complesso deficiente.
I bovini pugliesi presentano sviluppo lento ma sono dotati di una buona rusticità e vigoria: traggono infatti notevole profitto da pascoli e foraggi scadenti e grossolani. L’attitudine principale è per il lavoro anche se possono essere considerati buoni produttori di carne; la produzione di latte è generalmente scarsa ma il prodotto presenta un elevato contenuto in grasso e in caseina e quindi è particolarmente adatto per la produzione di latticini. L’importanza preminente della razza va comunque vista nella sua utilizzazione per la produzione di meticci da carne, specialmente per incrocio con tori maremmani. (Red.)

PODOLICHE, RAZZE – Razze bovine originatesi da soggetti provenienti dall’altopiano podolico (Ucraina) a seguito delle invasioni barbariche. Trattasi di animali di buona mole, rustici, resistenti alle avversità climatiche e adatti al traino e ai lavori duri. Per la resitenza alla fatica e per il traino pesante anche se lento non sembra vi siano razze che possano competere con le podaliche e inoltre sono gli unici animali che possono vivere - e in parte vivono – senza danno del tutto bradi per l’intero anno. Il mantello è grigio, più scuro nei maschi al collo e all’avantreno; lo scheletro è robusto; gli arti solidi. La gabbia toracica è molto ampia – i polmoni ed il cuore devono possedere una grande potenzialità funzionale – per cui il treno posteriore appare alquanto ridotto.
La rappresentante tipica delle razze podaliche in Italia è la Maremmana. Quando per il lavoro dei campi veniva impiegata l’energia animale, le razze podaliche erano molto diffuse specialmente nell’Italia meridionale, ma anche in qualche zona del nord, come ad esempio nel Veneto dove era presente la forte Pugliese Veneta. Oggi il loro allevamento sì è molto ridotto poiché la principale attitudine – il lavoro – non viene più utilizzata. Resta la possibilità di sfruttare la loro capacità a vivere in condizioni climatiche ed alimentari molto difficili che non dovrebbe essere trascurata specialmente per ottenere vitelli meticci con razze da carne da destinare al macello. (A.M.P.)

Re: Perché "podolica"?

26/05/2009, 19:02

Ho trovato questa discussione negli ultimi giorni e non so se è ancora viva. Comunque l’ho trovata oltre che interessante veramente estenuante e confesso di non averla letta tutta.
Tuttavia vorrei partecipare anche se completamente ignorante in materia se non altro per rispetto della vacca podolica? Pugliese? Di cui ho bevuto il primo latte vaccino della mia infanzia (ho 50 anni).
In primo luogo mi sembra che la discussione è su due argomenti e che questi non sono stati ben separati 1) la podolica // pugliese è indigena o di provenienza orientale? 2) qual’è il nome giusto per la stessa?
Sul primo punto mi ha convinto più la tesi e le argomentazioni di zenon , la somiglianza con le vacche orientali è notevole è inoltre plausibile il suo ingresso con le popolazioni barbariche in italia.ma chiedo: oggi come oggi non è possibile effettuare analisi genetiche chiarificatrici?
Sul secondo punto invece, indipendentemente da considerazioni di tipo commerciale, preferisco la definizione di pugliese.Su questo punto voglio sottolineare che il termine puglia per buona parte del medio evo indicava tutto il mezzogiorno continentale o al meno quello a nord della calabria.
Un’altra osservazione : ricordo che queste vacche erano transumanti dal piano alla montagna per cui erano pugliesi (nel senso contemporaneo del termine)d’inverno e abruzzesi/lucane/molisane d’estate.
Comunque ribadisco: il termine che preferisco è pugliese perché comunque indica un’appartenenza anche culturale ad un’area dove la nostra vacca vive almeno da 1000 anni; non si tratta di campanilismo , si parla tanto di legare cultura territorio agricoltura ma se si tratta del nostro mezzogiorno se ne fa allegramente a meno(ad esempio siamo costretti a chiamare maremmani i cani con cui conviviamo da prima che la maremma si chiamasse così).

Infine una domanda: mi è stato detto che negli anni 50 non essendo la ns vacca iscritta a nessun libro genealogico i ns pastori erano perseguitati dalle guardie forestali che volevano costringere i pastori ad incrociarle con tori di razze iscritte per cui i pastori erano costretti a nascondere i tori (podolici? Pugliesi?)nei boschi per poter mantenere la razza in purezza .è vero? C’è qualcuno che sa dirmi qualcosa al riguardo?
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