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Perché "podolica"? 
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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Da: "Enciclopedia agraria italiana", Roma, REDA, 1978:

"PODOLICHE, RAZZE. - Razze bovine originatesi da soggetti provenienti dall'altopiano podolico (Ucraina) a seguito delle invasioni barbariche. Trattasi di animali di buona mole, rustici e resistenti alle avversità climatiche e adatti al traino e ai lavori duri. Per la resistenza alla fatica e per il traino pesante anche se lento non sembra vi siano razze che possano competere con le podoliche e inoltre sono gli unici animali che possono vivere - e in parte vivono - senza danno del tutto bradi per l'intero anno. Il mantello è grigio, più scuro nei maschi specialmente al collo e all'avantreno; lo scheletro è robusto; gli arti solidi. La gabbia toracica è molto ampia - i polmoni ed il cuore devono possedere una grande potenzialità funzionale - per cui il treno posteriore appare alquanto ridotto.
La rappresentante tipica delle razze podoliche in Italia è la Maremmana. Quando per il lavoro dei campi veniva impiegata l'energia animale, le razze podoliche erano molto diffuse specialmente nell'Italia meridionale, ma anche in qualche zona del nord come ad esempio nel Veneto dove era presente la forte Pugliese veneta. Oggi il loro allevamento si è molto ridotto poiché la principale attitudine - il lavoro - non viene più utilizzata. Resta la possibilità di sfruttare la loro capacità a vivere in condizioni climatiche ed alimentari molto difficili che non dovrebbe essere trascurata specialmente per ottenere vitelli meticci con razze da carne da destinare al macello.".


10/12/2008, 22:52
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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Da: "Enciclopedia agraria italiana", Roma, REDA, 1978.

"MAREMMANE, RAZZE. - (BOVINI). - L'origine della razza Maremmana è incerta. Alcuni sostengono la derivazione diretta da soggetti podolici importati dapprima da Traiano dall'attuale Ungheria e successivamente, dopo la caduta dell'impero romano, dalle orde barbariche provenienti dall'Europa sud-orientale; secondo altri, avrebbero contribuito alla costituzione della razza anche i bovini autoctoni all'epoca romana. Due fatti sembrano incontrovertibili: soggetti podolici sono stati importati in Italia non tanto dai Romani quanto dagli invasori barbari; bovini autoctoni preesistevano all'importazione di bovini podolici. La constatazione che i bovini maremmani abbiano molte delle caratteristiche dei podolici può significare, da una parte, una linea diretta tra gli animali importati e quelli attuali, dall'altra il prevalere, sotto la spinta selettiva di fattori naturali ed artificiali, dei caratteri del podolico, anche se per un periodo più o meno lungo v' è stato un mescolamento di geni autoctoni ed importati. E' possibile ancora una terza ipotesi plausibile, ma non suffragata, almeno fino ad ora, da prove concrete, secondo la quale la razza Maremmana sarebbe il risultato di una linea evolutiva indipendente, sviluppatasi 'in situ', la quale avrebbe avuto inizio in epoca preromana dal 'Bos silvestris'.
Lo studio dei gruppi sanguigni e la tipizzazione degli animali rispetto all'emoglobina, alle frazioni proteiche del latte e, in genere, ad altri caratteri polimorfi permetterebbero di dare maggiore consistenza ad una di quelle ipotesi e, persino, di formularne e verificarne altre.". (SEGUE).


10/12/2008, 23:23
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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"CARATTERI DELLA RAZZA. - Lo standard della razza venne fissato dal Ministero dell'Agricoltura nel 1935; nello stesso anno venne anche aperto il Libro genealogico.

Statura e peso. - La statura ed il peso delle diverse categorie di animali sono riportati nella tabella. Non sono rari i tori che toccano la tonnellata; alcuni anzi la sorpassano abbondantemente; i vitelloni sottoposti in stalla ad alimentazione forzata hanno raggiunto il peso di kg 350 ad un anno e di kg 500 a 16 mesi di età.

Mantello e pigmentazione. - Mantello grigio; fiocco della coda, pisciolare, ciglia, peli del padiglione delle orecchie neri e scuri; musello nero lucente con orlatura bianca: mucose boccali pigmentate in nero. Sono caratteri di pregio per i tori: macchie nere sottorbitarie e peli neri sul collo, sulle spalle, sull'avambraccio e alla giogaia; per le vacche: mantello grigio o grigio chiaro con gradazioni scure attenuate nelle regioni indicate per il toro. Il vitello alla nascita e fino all'età di 3-4 mesi ha mantello rossiccio. Portano all'esclusione dal Libro genealogico: il mantello con gradazione giallognola o fromentina; depigmentazioni, anche parziali, della pelle, del musello, della lingua, delle ciglia, del pisciolare, del fondo dello scroto e degli unghioni; il fiocco della coda biondo o grigio.
Per le caratteristiche del mantello e della pigmentazione, che nessuna relazione hanno con l'attitudine funzionale verso la quale è indirizzata la razza, e cioè la carne, si dovrebbe essere meno esigenti, poché vi sono animali che vengono esclusi dalla riproduzione per uno di tali difetti, pur presentando ottime caratteristiche rispetto ad uno standard ideale della razza da carne.". (SEGUE).


10/12/2008, 23:51
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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"Testa. - Piccola, leggera, a profilo diritto o leggermente camuso; orbite poco salienti; sincipite largo ed a profilo diritto; orecchie di media grandezza; occhio piuttosto piccolo e vivace; corna lunghe (è questa la caratteristica più appariscente e distintiva della razza) a sezione ellittica alla base, di colore bianco alla base, nero in punta, dirette lateralmente in avanti ed in alto con punte dirette indietro. Anche le corna molto grosse portano all'esclusione dal Libro genealogico.

Collo. - Corto e muscoloso nel toro, più lungo e meno muscoloso nella vacca, con pagliolaia abbondante senza marcate strozzature.

Tronco. - Dorso lungo e diritto; lombi di media lunghezza, larghi e bene attaccati; groppa tendente alla forma allungata, poco obliqua; petto ampio e molto disceso; costato bene arcuato; ventre piuttosto voluminoso; fianchi brevi e poco infossati; coda piuttosto grossa, bene attaccata e lunga, con fiocco abbondante di peli neri; masse muscolari molto sviluppate; spalla lunga. Groppa stretta e spiovente, spina sacrale elevata, attacco della coda alto, natiche e cosce poco muscolose, costato piatto, eccessiva sproporzione fra anteriore e posteriore, sono tutti caratteri che portano, con maggiore giustificazione in questo caso, alla esclusione dal Libro genealogico.

Arti. - Braccio corto; natiche ben discese e spesse, con profilo convesso; cosce e gambe lunghe e muscolose; articolazioni larghe e spesse; stinchi corti con tendini bene attaccati; unghioni ravvicinati, grandi, durissimi. Per una razza ufficialmente considerata da lavoro, anche un piccolo difetto di appiombo non consente l'iscrizione al Libro.".


11/12/2008, 0:17
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
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Da: "Enciclopedia agraria italiana", Roma, REDA, 1978.

"PUGLIESE. - Razza bovina podolica un tempo estesamente allevata nelle province di Campobasso, Benevento, Avellino e Salerno, in Puglia, in Basilicata e in Calabria, fino alla pianura veneta, e attualmente ridotta a pochi esemplari. Nei tori il mantello è grigio scuro con gradazioni nerastre sulle facce laterali della testa, del collo e della giogaia, delle spalle, dei bracci e avambracci, delle cosce e delle gambe, mentre nelle vacche è grigio ordinario. Il musello è nero e circondato da un alone chiaro; neri sono anche le punte delle corna, le occhiaie, le orlature delle orecchie, il palato e la faccia dorsale della lingua, il fiocco della coda, la parte inferiore dello scroto, il pisciolare, gli unghioni. I vitelli fino all'età di tre mesi circa presentano mantello fromentino. La testa è leggera a profilo rettilineo, con sincipite appena marcato, occhi piccoli e vivaci e corna di media lunghezza (45-50 cm) a forma di lira. Il collo è muscoloso con pagliolaia abbondante; il tronco è piuttosto corto; il torace è sviluppato; il garrese è abbastanza pronunziato; la groppa è difettosa sia come diametro che come muscolatura; gli arti sono solidi; la spalla, l'avambraccio, la coscia e la gamba sono lunghi. La muscolatura è nel complesso deficiente.
I bovini pugliesi presentano sviluppo lento ma sono dotati di una buona rusticità e vigoria: traggono infatti notevole profitto da pascoli e foraggi scadenti e grossolani. L'attitudine principale è per il lavoro anche se possono essere considerati buoni produttori di carne; la produzione di latte è generalmente scarsa ma il prodotto presenta un elevato contenuto in grasso e in caseina e quindi è particolarmente adatto per la produzione di latticini. L'importanza preminente della razza va comunque vista nella sua utilizzazione per la produzione di meticci da carne, specialmente per incrocio con tori maremmani.".


11/12/2008, 0:47
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
Messaggi: 573
Da: "La Statistica del Regno di Napoli nel 1811" di Domenico Demarco (a proposito della pastorizia nella provincia di Calabria Ulteriore).

"Il bestiame d'armento per la taglia e per l'indole merita delle considerazioni particolari. I buoi, i cavalli, i muli, gli asini, non hanno nè le stesse forme esteriori, nè le medesime disposizioni di animo nella montagna, ne' luoghi piani sottoposti, e presso i pantanacci de' luoghi maremmani.
I buoi montagnoli sono troppo bassi e brevi di statura, ma assai più attivi, e più protervi de' maremmani che li superano di mole, mentre sono tardi e gravi ne' loro movimenti e meno resistenti alla fatica. In generale la taglia dei buoi calabresi è però mezzana. Il pelo che predomina è il grigio; ve ne ha di neri e di rossicci, ma non sono molto ricercati, malgrado che potrebbero costituire le razze più forti e migliori. Il pelo poi riunisce tutte le condizioni che ne rendono le qualità vantaggiose; desso è generalmente denso, lucido e dolce al tatto. Le loro corna sono di mezzana grandezza, forti, e lucenti; il collo è corto e cornuto; la giogaja sufficientemente pendente; hanno grosse e pesanti le spalle; il dorso dritto; e il ventre spazioso; la groppa ben grossa; grosso il muso e schiacciato; gli occhi neri e grandi; la fronte discretamente spaziosa; le gambe corte e assai nerborute, la coda lunga, e sufficientemente folta.".


11/12/2008, 9:16
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
Messaggi: 573
Da: "La Statistica del Regno di Napoli nel 1811" di Domenico Demarco (a proposito della pastorizia nella provincia di Basilicata, distretto di Potenza, circondario di Avigliano).

"Le vacche sono le migliori del Regno, ed anche superiori a quelle di Perugia; sono ricercati i tori in tutto il Regno, anche in Macerata nella Romagna, e da Turino; non se ne conosce l'origine; è tradizione che sieno pur anche alquanto degradate da' dissodamenti de' boschi ove libere amano errare. La loro indole è selvaggia, la taglia grande, la sola pagliolaja dovrebbe essere più estesa. Sono abbondanti nel latte.".


11/12/2008, 9:34
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
Messaggi: 573
Da: "La Statistica del Regno di Napoli nel 1811" di Domenico Demarco (a proposito della pastorizia nella provincia di Terra di Bari).

"Ignorasi l'origine del bestiame di armento. Pare che la razza non sia degenerata. Se si fosse continuato il traffico, una volta cominciato de' bovi, e vacche turche, o piuttosto di Dalmazia di pelo flavescente, basse di altezza, ma che si dicevano più abbondanti di latte, le razze sarebbero deteriorate. I bovi di Calabria, che anche qui vengono, sono bassi è vero, ma son forti, e resistono alla fatica. La taglia comune è di palmi cinque e mezzo a sei. Sono pregiati quelli di pelo misto; cioè bianco e nero, detti lombardi, perché ebbero forse una volta quell'origine.".

A proposito della pastorizia nella provincia di Capitanata:

"Il bestiame grosso, ossia di armento, consiste ne' buoi, nelle vacche, nelle giumente, ne' cavalli e negli asini. Il bestiame minuto consiste nelle pecore, nelle capre e ne' porci.
Non è determinabile l'epoca certa della introduzione di questi animali in Puglia e nella provincia; giacché da tempi immemorabili si sono quivi allevati, e sempre allo stesso modo. La testimonianza di Varrone ce ne assicura.
I bovi ed i cavalli sono di origine dalmatina.".


11/12/2008, 10:16
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
Messaggi: 573
Da: "La Statistica del Regno di Napoli nel 1811" di Domenico Demarco.

"I bovi in Molise sono di mezzana taglia piccola relativamente a quella de' buoi di Terra di Lavoro, e di Capitanata. La loro altezza media è da palmi 4 e mezzo a cinque e mezzo. Hanno le corna molto lunghe e divergenti, il pelo di color bianco grigio con il collo e la giogaja negra. Sono un poco stretti di petto rapporto alla massa, hanno il dorso troppo arcato, le anche strette e corte: e questi difetti derivano perché i giovenchi si mettono al giogo troppo giovani, e si fanno servir da tori troppo presto. Una giornaliera esperienza me ne convince.
Lo stesso avviene alle giovenche; in un pascolo promiscuo in mezzo de' giovenchi e de' tori esse si mettono in caldo troppo presto, e ricevono il maschio tante volte prima dell'intero sviluppo.".


11/12/2008, 10:41
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Iscritto il: 15/09/2008, 14:04
Messaggi: 573
La documentazione che con piacere ho voluto, finora, mettere a disposizione dei gentili utenti di questo forum mi sembra sufficiente per indurre buona parte di essi - soprattutto se esponenti di associazioni ed organizzazioni che si occupino della razza bovina autoctona dell'Italia meridionale peninsulare - a riflettere profondamente, anche alla luce dei primi risultati di questo dibattito, sull'esigenza di procedere ad una rapida, scrupolosa revisione culturale che comporti la sostituzione del nome "Podolica" con una denominazione storicamente e geograficamente appropriata.

Attendo fiducioso altri contributi a questa discussione, che va rivelandosi sempre più utile.


13/12/2008, 13:02
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