non esiste allevamento amatoriale, è un aggettivo messo li per cercare di illuderci che siamo sopra delle regole, perchè o facciamo l'Allevatore con tutte le noie che il mestiere comporta o siamo dei passonisti con tutte le rimesse che ciò comporta; per l'asl esiste se sei in regime di autoconsumo o vendi l'eccesso di autoconsumo o fai vendita, per il comune devi avere adeguati requisiti che vanno dalla certificazione degli impianti dove lavori alle distanze dai confini allo smaltimento degli animali morti alla marca da bollo su ogni foglio che presenti.....per il fisco devi dimostrare come vendi dove vendi a chi vendi e perchè vendi e chi ti ha detto di vendere, per il vicino rompibolle hai troppa popolarità quindi abbassa le penne, per la nostra coscenza cerchiamo di comprimere tutto questo e cercare di fare meno danni possibile....qualche anno fa da me gira un volantino distribuito dall'usl dove si parlava di 400 conigli all'anno macellati per rientrare in autoconsumo, quindi bene o male con 10-12 fattrici uno rientra...mettiamo amatoriale per far risaltare il concetto che non è l'attività principale, lo facciamo per passione e basta
comunque, devi aprire all'usl la posizione con il tuo codice di stalla (anche se la dovresti già avere), aprire la partita iva ed iscriverti alla camera di commercio, presentare al tuo comune una dichiarazione di inizio attività, non è obbligatorio ma se tu riesci appoggiati ad un commercialista, meglio ad una associazione di allevatori che capiscono di più la materia (quella della tua provincia o della tua regione, cia, coldiretti e tutte quelle altre che non conosco...), più tutta la parte manualistica e corsistica richiesta dai vari enti...e questo è l'inizio