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pelli di coniglio 
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il coniglio viene appeso a testa in giù si effettua un incisione circolare attorno a entrambe le caviglie si congiungono con un taglio a v tra le gambe e con pazienza con il coltello si inizia a denudare le gambe arrivati alla coda la si taglia si prende la pelle e la si tira verso il basso bisogna anche togliere le orecchie. la parte della testa é la più difficile bisogna seguire le forme con il coltello fino a staccare la pelle completamente da far fare a qualcuno con esperienza la prima volta

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La vita é come una bicicletta. Se smetti di pedalare, si ferma! Saluti Fabi


31/01/2011, 19:52
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MMMMMMMMM....HO CAPITO CARO FABI...MA PARLIAMO DELLE ZAMPE ANTERIORI O QUELLE POSTERIORI?
HO APPENA CHIUSO CON UN MIO AMICO IL QUALE MI HA DETTO CHE DOPO AVER FATTO QUESTO TAGLIO,INFILA UNA CANNULA SULLE ZAMPE E SOFFIA PER FAR STACCAR MEGLIO LA PELLE....E' VERA STA COSA?


31/01/2011, 21:57
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Per francescolupino: si devono legare le zampe posteriori con il coniglio a testa in giù.per il fatto dell aria tra la pelle è vero ma i conigli sono abbastanza facili da pulire-
Per il coniglio non si usa " gonfiarlo" perché la pelle viene via facilmente, questo procedimento lo usano di più per capre e pecore un pò più difficili da scuoiare, si incide la caviglia ( POSTERIORE) si inserisce un tubo rigido sottopelle fino all`inguine e poi si gonfia .Così facendo la pelle inizia a staccarsi e rende più semplice l`operazione.

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01/02/2011, 6:37
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mio fratello una volta ci ha provato, col sale, ma la pelle è rigida come un baccalà, cel'ho ancora e sono passati quasi 15 anni!
Per ammorbidire la pelle cosa bisogna farle?


01/02/2011, 8:15
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per lolita.....senza assumermi responsabilità ti consiglio di rimettere a bagno le pelli in acqua per qualche ora .
toglierle dal bagno e strizzarle.
quando cominciano ad asciugare strofinale in ogni verso, dalla parte della carne, su uno spigolo di legno arrotondato per snervarle.
è un lavoro lungo e da affrontare con una certa attenzione.
lasciale poi asciugare distese ma non al sole.
ma///imo

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ho finito di tagliare l'erba del prato e aspetto domani per ricominciare. La vita è un'eterna manutenzione


01/02/2011, 9:03
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grazie massimo, spero che basti, è una sola di pelle che ormai uso come centrino :mrgreen:


01/02/2011, 11:44
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Per chi chiedeva, ho trovato il libro.
Riporto il seguente testo tratto da:
Coniglicoltura pratica di G.
Licciardelli - M. Cortese Hoepli
Libro molto datato ma valido.


Scuoiatura.
Questa operazione per essere agevolata deve compiersi subito dopo l'uccisione, e cioè quando l'animale è ancora caldo.
Preparato un laccio, con un pezzo di spago, si appende a giusta altezza la vittima per le zampe posteriori, tenendole un po' divaricate. Munitisi allora di un coltellino con lama affilata, si pratica una incisione a V, lungo le due cosce interne, passando per l'ano, ed arrivando sino al piede, attorno al quale si taglia la pelle così da lasciarvi attaccato l'ultimo tratto.
Qualcuno preferisce appendere l'animale per una zampa, fare su questa l'incisione, staccarne la pelle, e poi ripetere la manualità con l'altra zampa.
Comunque si sia proceduto, si allargano con le mani i lembi della pelle e si tirano in basso, tagliando le vertebre della coda, aderente al bacino, perché essa deve rimanere attaccata alla pelle. Questa ricade allora, a guisa di sacco col pelo in dentro; si continua a tirare, tagliando le eventuali aderenze, così da raggiungere prima le zampe anteriori, che si cavano fuori, come le posteriori, dopo di avere recisa la pelle attorno al gomito, e poi la testa: si tagliano allora le orecchie e le aderenze che legano la pelle al naso: si da un ultimo strappo, ed essa si stacca come si dice «a fodero» (fig. 125).
Se in qualche parte si presentasse sporca di sangue si pulirà con una pezzuola imbevuta d'acqua tiepida.




Riporto il seguente testo tratto da:
Coniglicoltura pratica di G.
Licciardelli - M. Cortese Hoepli

Conservazione e concia delle pelli.
Essiccamento. — Attuata la scuoiatura si provvedere a farle asciugare in uno dei seguenti modi: a) Si prendono le pelli, rivoltate col pelo in dentro, e si introduce in ciascuna un tenditore costituito da un grosso filo di ferro, lungo circa 1,50, m ripiegato in alto ad occhiello […]

(fig. 127). Si spinge in alto la parte curva e si lasciano libere le estremità obbligano la pelle a distendersi, così da assumere una forma triangolare; od anche si infilano su di un telaio trapezoidale costruito con quattro stecche cui due lunghe 70-1-80 cm e provviste nelle estremità di qualche foro, e le altre due lunghe rispettivamente circa 25 cm e 40 cm tutte forate, così di potersi fissare, in alto e in basso, trasversalmente alle prime, con chiavette in legno (fig. 128). In tal modo la distensione è perfetta.
Ciò fatto, si appendono in luogo asciutto e venlilato, e mai vicino al fuoco od al sole.
Questo procedimento deve preferirsi a quello, purtroppo ancora in uso, di riempire la pelle con carta o paglia, perché quasi sempre ne risultano delle pieghe e sciupìo di pelo.
Fig. 128 - Tendipelle di legno.
b) Con una forbice si taglia la pelle, seguendo la linea mediana del ventre, e la si fissa poi con puntine da disegno, su di una tavola bucherellata o su di un telaio, ben distesa col pelo sotto, curando che esso conservi la naturale inclinazione.
È evidente che per le pellicce fini si procederà sempre con molta attenzione, mentre minore ne richiederanno quelle comuni da cedersi ai cappellai: a quest'ultime si lasciano attaccate anche le zampe perché molto pelose e pesanti.
Non è necessario conciarle subito, mentre importa assai che con l'essiccamento non si accartoccino. Qualora minacciassero di perdere il pelo, si strofinino ripetutamente, dal lato del derma, con allume in polvere, oppure si tengano immerse per 24 ore in acqua molto salata.

Scarnamento Si pongono le pelli, una volta essiccate, a bagno per 24 ore in acqua tiepida, contenente, disciolti per litro, 20 grammi circa di allume di rocca. Indi si estraggono, si distendono su di un tavolo, e ripetutamente si passa su di esse un coltello, a lama larga e non troppo tagliente, onde asportare il carniccio e soprattutto la sottile membrana che le ricopre, aiutandosi con le unghie delle dita per sollevarla e distaccarla: essa lascerà così apparire il disotto di color bianco.
Per agevolare il distacco del carniccio si può anche ricorrere allo strofinamento con la seguente miscela: acqua 1 litro, borace 1 g, sapone 2 g, sale da cucina 16 g, acido solforico 1 g.
Qualora non si potesse conciarle subito, ad evitare che si alterino, si soffregheranno di allume in polvere dalla parte già aderente al corpo.



Conciatura. —

Questa operazione ha lo scopo di impedire la putrefazione delle pelli impregnandole di sostanze antisettiche. All'uopo si presentano le seguenti due vie: 1° Concia con l'allume. — In un recipiente contenente dell'acqua (in quantità proporzionata al numero delle pelli da trattare) si disciolgono, per litro, (sufficiente per una pelle) 60 grammi di allume di rocca ed altrettanti di sale di cucina;
oppure parti 10 di allume, p. 10 di solfato di zinco e p. 100 di acqua.
Si fa bollire alcuni minuti indi si ritira dal fuoco (eventualmente si filtra se ci fossero delle impurità) e, quando la temperatura è scesa di tanto da poterla sopportare con la mano, vi si immergono le pelli lasciandovele per 48 ore sfregandole due volte al giorno. Per pelli di notevole grandezza e spessore l'immersione deve durare 3-4 giorni. In seguito si estraggono e si fissano con puntine su di un telaio ben tese perché non si restringano e si pongono ad asciugare in un luogo ventilato.
Prima che siano completamente secche si procede allo stiramento che serve ad ammorbidirle; si prende un pezzo di corda lungo 50 cm e grosso quanto il pollice e se ne legano i capi a due sostegni, distanti circa 30 cm in modo che la corda non resti tesa: su di essa, con un movimento di va e vieni si strofinano ripetutamente le pelli dalla parte del cuoio, così da spezzare la rigidità delle fibre.
Si completa poi il lavoro appoggiandole allo spigolo di un tavolo e stirandole in tutti i sensi. Oppure si stendono su di un tavolo col pelo al di sotto e si battono, mediante una mazzuola di legno, ripetute volte, indi si sgrassano, strofinandole, da entrambe le parti, con abbondante gesso, o talco, od in mancanza segatura; in ultimo si asportano queste polveri sollevando le pelli e percuotendole con una bacchetta flessibile.
Si completa la manualità pettinando e spazzolando il pelo. Così trattate si presentano allora morbide e lucenti.


2° Concia all'olio. — Le pelli dopo essere state raschiate, vengono pennellate con la seguente soluzione che si sarà preparata in precedenza:
Acqua fredda ............. litri 1
Sale da cucina ............ g 130
Acido solforico a 66 °Bé ...» g 20 (da maneggiare con cautela perché molto corrosivo)
Delle pelli così trattate se ne fa una pila, pelo contro pelo, e dodici ore dopo si ripete la spalmatura con la suddetta soluzione e la stratificazione, e così di seguito per altre 2-3 volte, sempre a distanza di 12 ore circa ciascuna, onde, come dicono i tecnici, «nutrire» bene il cuoio.
Ciò fatto, ad una ad una si spremono, e con una spugna si spalmano, sempre dalla parte del cuoio, con la seguente miscela (da agitarsi ripetutamente, prima dell'uso) olio di pesce . . g 500
Ammoniaca .... g 50
Tuorlo d'uovo. . » 50
Acqua......... » 500
Si distendono dopo su telai, si lasciano asciugare ed in seguito si stirano sulla corda e si sgrassano come si è esposto nel paragrafo precedente. Le pelli conciate in questo modo acquistano maggior pregio perché se ne rende l'aspetto assai più bello.


3° Concia a secco. – Eseguito lo scarnamento, come sopra indicato, si dispongono le pelli su di un tavolo, pelo al disotto, e si strofina la pelle con una mescolanza, in parti eguali, di allume e sale da cucina ridotti in polvere finissima, insistendo a lungo in modo da far penetrare la polvere nei pori della pelle, il che rende l'operazione assai faticosa.


4° Concia al lysoformio. —

È meno adoperata. Le pelli, dopo lo scarnamento, si immergono in una soluzione di lysoformio greggio diluito in acqua tiepida al 5% e lasciandovele per 4-5 giorni, previa ripetute strofinature; trascorso detto tempo si estraggono procedendo poi come indicato per la concia all'allume.
Inutile dire che i suesposti modi servono pure per conciare pelli di qualsiasi altro piccolo mammifero.


…in attesa del consumo o della vendita, si incartano frapponendo della canfora o
naftalina, onde non tarlino, e si pongono in iscatole in luogo ventilato ed asciutto per
proteggerle dall’ammuffimento. Di quando in quando si avrà cura di estrarle, arieggiarle e spazzolarle.


01/02/2011, 14:46
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Grazie Zucca. Ho fatto qualche ricerca e mi sono reso conto che il procedimento che stò usando io con il sale probabilmente serve solo ad essicarle per conservarle prima della concia vera e propria. ho letto anche di questo sistema con farina o crusca che intendo provare dopo aver terminato il mio, probabilmente dovrò reinverdirle e ritentare o magari riesco ad ammorbidirle in qualche sistema dopo apro le pelli e vedo come procede posterò foto.
Concia alla crusca. Le pelli vengono dapprima spalmate con una poltiglia di farina o crusca d'orzo arrotolate e lasciate e riposo per il tempo necessario al compimento dell'azione conciante. Durante questo tempo l'amido contenuto nella farina o nella crusca viene dapprima trasformato in glucosio che per fermentazione si trasforma in acido lattico responsabile dell'azione conciante. che ne dite? probabilmente per favorire la fermentazione il clima esterno attuale non è l`ideale.... :shock: :shock: ma!!

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01/02/2011, 16:14
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Ciao a tutti per lo scuoiamento del povero coniglio provate a cliccare www.Verderio.it :mrgreen: :mrgreen:


01/02/2011, 19:27
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ciao Dani grazie. io ora ci provo allego delle foto . man mano che mi informo la cosa mi sembra sempre più complicata i trattamenti sono complicati per un profano, poi bisogna reperire tutti questi ingredienti chimici,dovrei chiedere nelle farmacie se reperibili questi prodotti e poi comunque il tempo per la lavorazione ma la domanda che mi pongo: ora provo a fare una cosa nuova che mi entusiasma un prodotto in più dei miei conigli (se ci riesco) e poi ??? che ci faccio? il discorso come usarle non é evidente per che cosa e come derivarne un buon prodotto ? cuscino coperta cappellino o quadretto ornamentale " voi come le impieghereste?" mia moglie con 2 pelli di agnello ha costruito il sacco invernale per il passeggino dove i miei 3 figli sono stati al caldo , ma con delle pelli cosi piccole come sfruttarle ? come cucirle ? ora lascio a voi....
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Commento file: la pelle arrotolata dopo 24 h ora la apro
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Commento file: tolgo il sale e la pelle sembra già avere un buon risultato di asciugatura
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inoltre si é ritirata come si può vedere.
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Commento file: altra foto
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Se va bene in teoria dopo dovrò lavarle e aggiungo io perché lo ho letto ,le sfregherò con una pietra pomice e vedremo i risultati :lol: alegher amici :lol:


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Commento file: ora la riarrotolo dopo l`aggiunta di un pò di sale fino e procedo per altre 24 h
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